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Dopo il PD, il populismo padronale progressista che verrà

di Riccardo Paccosi - 06/12/2022

Dopo il PD, il populismo padronale progressista che verrà

Fonte: Riccardo Paccosi

La mia home è sommersa da post satirici su Elly Schlein e, quindi, non oso pensare cosa succederebbe se quest'ultima davvero diventasse segretaria PD.
Ad ogni modo, suggerirei ai tanti che stanno producendo satira di non accalorarsi troppo seriamente su "la fine del PD".
Quel progetto politico ideato per affossare la prospettiva socialdemocratica e far abbracciare alla sinistra il neoliberalismo, nacque con quasi vent'anni di ritardo rispetto a quel New Labour blairiano che aveva perseguito il medesimo scopo.
Dunque, si tratta di un progetto che sconta un ritardo storico, che non aveva previsto la fine della cetomedizzazione e che oggi, quindi, non riesce a capire come si possa ottenere la quadratura del cerchio: ovvero come si possa rappresentare gli interessi di una minoranza benestante ma, al contempo, ottenere la maggioranza relativa dei voti.
Certo, avere ridotto il numero dei parlamentari e passare da uno stato d'emergenza all'altro aiuta ma, finché esiste il suffragio universale (che non a caso proprio elementi della sinistra liberal teorizzano di abolire), prima o poi il problema torna a galla, ovvero si perdono le elezioni.
Il punto è che, anche se il PD non riuscisse a ricalibrare il proprio marketing e fosse destinato a un cupio dissolvi, lo spazio politico da esso coperto non potrebbe rimanere vuoto.
In questo sistema deve cioè esistere un partito che, più degli altri, si faccia carico in maniera radicale degli interessi e delle istanze dei poteri bancari-finanziari e, soprattutto, che obbedisca ciecamente agli ordini impartiti dagli organismi sovranazionali.
In Francia, sei anni fa, di fronte a un Partito Socialista che, con Hollande, aveva tradito tutte le promesse elettorali e dunque virava verso il crollo, le èlite hanno mollato la sinistra storica e messo su in quattro e quattr'otto un loro partito che sapesse parlare un linguaggio populista: ovvero En Marche di Emmanuel Macron.
Il problema, per le èlite, di replicare l'esperienza francese in Italia, consta del fatto che, in questo caso, il nostro paese ha giocato d'anticipo: il "populismo padronale" è stato infatti già sperimentato con Matteo Renzi, per essere poi consumato fino all'inevitabile obsolescenza.
Malgrado quanto sopra, nel caso il PD non riesca a risollevarsi bisognerà comunque aspettarsi un nuovo soggetto comunicativamente aggressivo e spregiudicato.
Un soggetto che stavolta - anziché limitarsi a considerare razzista e fascista quell'80% della popolazione che non vota centrosinistra - dovrà cercare il modo di sedurre la maggioranza degli italiani.