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Forza e lacrime, l'eterno mascolino

di Guido Ceronetti - 17/10/2025

Forza e lacrime, l'eterno mascolino

Fonte: WordPress

L' archetipo della virilità autentica ha un doppio volto e lo tradisce chi compie una violenza sui più deboli
Bastano le sessanta donne uccise in Italia tra gennaio e maggio per marchiare col fuoco, di vergogna, l' umanità intera. Gli stupri denunciati l' anno passato sarebbero - apprendo con schifo - circa settantacinquemila. Ma quelli tra le mura di casa, tutti i non denunciati dalle vittime, chi li può calcolare? E quasi tutti gli omicidi sono tra coppie conviventi o coniugate; qualcuno speciale, di padre che assassina la figlia per sgarro etico religioso, è storia che si ripete. («L' integrazione è un fallimento», parola di Angela Merkel). Nella prassi ordinaria il movente è la gelosia, o anche la semplice intenzione di voler cessare una relazione invivibile. Sui parossismi attinti dalle molestie degli abbandonati e dei respinti c' è rincaro di nausea. Posso dire di essere cresciuto, pur tra le violenze di una guerra mondiale, in una Italia migliore, più pulita d' anima, di midollo. Né mi pare di aver mai fatto parte della banda di predicanti «famiglia! famiglia!». La famiglia è stata oppressiva sempre, Saturno ha sempre sgranocchiato i suoi figli (vedi Goya, e là vedi la famiglia), e adesso è il cuore della decomposizione morale della nostra miseranda vita associata. Lì non c' è appiglio. La mentalità imbecilloide ci vede un punto importante del suo delirio economicista, ma un inferno famigliare non è fatto di soldi in più o in meno. È tutto enigma. Poiché la strage di donne giovani (quasi sempre tra 15 e 30) ci morde nella nuca, meno si fanno deplorazioni, più si lenzuola di reverenza le povere vittime. Per portarne il lutto come intera civitas in colpa, bisogna prima capire. E neppure brancicare in vaghe punizioni, senza prima aver sciolto, dell' enigma criminale, una parte almeno. E allora bisogna aprire un varco al capire. L' archetipo dell' Eterno Mascolino (come lo chiama Frank Thiess in Tsushima, romanzo illeggibile per qualsiasi donna) è una combinazione, in dosi diverse, di lacrime e di forza, entrambe generatrici di violenza. Le lacrime della forza e la forza delle lacrime. Traduco, per semplificare, questi tre versi di Miguel Hernández, dalla sublimità irraggiungibile (ma non siate pigri nel cercarli in castigliano): «Sotto la fronte tragica e tremenda, un solitario toro, sulla riva, piange; dimentica che è toro, e mascolino». Accidenti, questo è avere palle di poeta! Sono tre versi che toccano il fondo dell' archetipo maschile. Da sottolineare tragica, tremenda e il muggito di dolore del contrasto toro e piange. Il toro-uomo si nasconde per piangere, non dà cornate ma piange; il toro-uomo è la forza che piange, che nelle lacrime perde la coscienza di quel che è toro, dimentica la sua taurinità di maschio tragico, tremendo. Questa è la mascolinità, la virilità profonda. La capacità riproduttiva è del tutto secondaria: l' archetipo spirituale la ignora. Jung diceva che la virilità consiste nella misura della capacità di lavoro. Tra i sessi, la complementarità è mosca bianca. Il conflitto regna. Nel simbolismo del toro-che-piange, chi uccide una donna è un non-toro, l' immagine degradata del maschio, un non-cresciuto incordonato ancora al grembo materno, una caricatura di toro privo di lacrime. Dalla gelosia ad ogni altro motivo, nell' uccidere una donna non c' è che ignominia. Una società in cui un simile crimine si è fatto così frequente non è degna neppure di divenire storica: è in corsa verso una preistoria etica in cui tutto è foresta di scimmie sanguinarie, e l' uomo perde la cittadinanza umana. Si può uccidere per proteggere una donna, un bambino, in una radicale etica mascolina; ma, ti faccia o no soffrire una donna, puoi restare soltanto toro-che-piange in solitudine sulla riva deserta, per non perdere la mascolinità, le mani pure. Trovo una spiegazione ad una folta parte di questi crimini nell' inesorabile declino della forza d' animo maschile. La dipendenza tecnologica è forse la causa principale della nostra incapacità crescente di sopportare la perdita del sostegno femminile, dall' infanzia alla morte. L' uomo adulto è in realtà un bambulto: se la donna con cui vive si sveglia dall' ipnosi sessuale e vede nel compagno un bambulto di canna rotta, fa le valigie, lo lascia per un altro che le sembri un po' più valido (basta poco, se ne contentano), e nel trasloco può incontrare l' orrida maschera d' assassino del debole abbandonato che non tollera di
perdere quel forzato, rassicurante sostegno, la persecuzione sadica delle telefonate e delle minacce, e una nuova incertezza, per sé e gli eventuali figli, perché l' accerchiamento delle dipendenze maschili è dappertutto, eccetto dove c' è povertà e verità di toro che invece (oh stupore!) di accoltellare ignobilmente, ha imparato regole ancestrali di cavalleria dagli angeli, da qualcosa che è fuori da questo irredimibile mondo.
La poesia di Hernández

Per un sentiero/ Per un sentiero vanno gli ortolani,/ è la sacra ora del ritorno, / con il sangue ingiuriato dal peso / d' inverni, primavere ed estati./ Vengono dagli sforzi sovraumani/ e vanno alla canzone e vanno al bacio,/ e lasciano nell' aria impresso/ un odore di utensili e di mani./ Per un altro sentiero io, per un altro sentiero/ che non conduce al bacio anche se è l' ora,/ ma gironzola senza destino./ Sotto la fronte tragica e tremenda, / un solitario toro, sulla riva, piange;/ dimenticandosi che è toro e mascolino.