Gli autoproclamati detentori della verità
di Enrica Perucchietti - 27/04/2022
Fonte: Enrica Perucchietti
Premessa: detesto Musk e dal 2016 critico con fermezza il suo progetto Neuralink.
Penso che sia un volpone egomaniaco, un imprenditore sopravvalutato carente di altruismo ed empatia, quando se ne esce con una nuova iniziativa sento puzza di bruciato, ma se ogni tanto ne fa una giusta, lo riconosco. E sicuramente non si fa problemi a sbertucciare i suoi avversari né si sottomette al politicamente corretto. Tanto di cappello.
Invece i media di massa fanno l'esatto opposto. Dovendo sottostare al ruolo di megafono del potere, se si palesa il rischio (che poi è tutto da vedere... ) che si inneschi un dibattito reale sulla libertà di espressione e sul dilagare della censura on line, devono correre ai ripari e sfoderare le solite accuse per continuare a sostenere la minaccia della disinformazione sul web.
Come gli esaltatori dei gusti, le etichette più in voga (complottista, negazionista, ecc.) servono per stimolare i sensi dell'opinione pubblica e incentivare la macchina del fango.
Ora Musk, prima esaltato dai media mainstream come iconico e visionario imprenditore, diventa il paladino dei complottisti!
Perché l'accusa di "complottismo" va ormai bene su tutto.
Basta pensare, che si viene accusati di essere dei paranoici cospirazionisti.
Basta dubitare della narrazione corrente da essere additati come dei pericolosi psicocrominali.
A questa dinamica non sfuggono nemmeno i miliardari se osano dire qualcosa di inaspettato o fuori dal coro.
Peccato che gli autoproclamati detentori della verità, gli stessi che amano tanto la tecnica del framing da rischiare una bella indigestione, fatichino non poco a distinguere una notizia vera da una fake, una sequenza di un videogioco da immagini reali, una mappa di un gioco da tavolo da una cartina reale...
