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Gli ecologisti italiani, la destra e la sinistra

di Guido Dalla Casa - 23/06/2019

Gli ecologisti italiani, la destra e la sinistra

Fonte: Guido Dalla Casa

   Da tempo si fanno elezioni in continuazione: politiche, amministrative, europee.
Tutte le volte, un problema insolubile per gli ecologisti italiani: per chi votare?
  Ci sono i Verdi, ma sono tali solo di nome: credono ancora nel dualismo destra-sinistra, roba del secolo scorso, buona per i libri di storia. Sono immersi nel vecchio mondo, guardano solo ai dettagli, trattano i problemi separatamente, volta per volta, mancano totalmente di una vera filosofia ecologista, spesso credono nello “sviluppo sostenibile”, nella “green economy” o nell’”economia circolare”, non parlano quasi mai dello spaventoso eccesso di popolazione umana che affligge la Terra. Inoltre i partiti verdi attuali, come tutti gli altri partiti, sono incapaci di dialogare su basi scientifico-filosofiche: il loro linguaggio scivola invariabilmente e inesorabilmente sul sociale e sull’economico. Cosa hanno di verde? Un comico del web ha detto che forse hanno adottato quel colore perché è la bandiera dell’Arabia Saudita… Tutto questo come indirizzo generale: naturalmente ci sono le eccezioni individuali.
  Destra? Sinistra? Se proprio vogliamo mantenere un dualismo, o comunque due polarità di riferimento, anche se non ce n’è bisogno, oggi possiamo distinguere fra:
-    La visione del mondo di coloro che difendono la Terra (o l’Ecosfera), e quindi cercano di liberarsi dai princìpi della civiltà industriale, che la distrugge. Costoro hanno come primo valore la buona salute dell’Ecosfera e quindi anche la nostra. Per loro la crescita economica è una gravissima patologia della Terra. Ovviamente, considerano eccessiva la popolazione umana in Italia e nel mondo, e questo eccesso è visto come una disgrazia e una malattia del Pianeta.

-    La visione degli economicisti-industrialisti-sviluppisti che in sostanza vogliono continuare tutto come prima: quando va bene, verniciano tutto di verde inventando termini quasi-comici come sviluppo sostenibile, economia circolare, green economy e simili. Accettano e rincorrono la crescita economica, che in sostanza sostituisce materia inerte a sostanza vivente e quindi distrugge la Vita.  
  Nel panorama politico italiano, qualche anno fa, sono arrivati i CinqueStelle. Per gli ecologisti: prima grandi speranze, poi grandi delusioni. I CinqueStelle hanno addirittura accettato il Ministero dello sviluppo economico, proprio il Ministero che deve fare avanzare il male della Terra: costruzioni, macchine, impianti, al posto di foreste, paludi, savane. I CinqueStelle non parlano più neppure di “Ambiente”, che è già una definizione fortemente fuorviante. Ambiente di chi? dell’uomo? dell’ultimo venuto nel Complesso dei Viventi? Quello che viene chiamato Ambiente è in realtà un Complesso di trenta milioni di specie di esseri senzienti più tutte le relazioni che li collegano e i complessi scambi con il mondo inorganico. E’ la Vita: noi ne siamo soltanto una “parte”.  
  Dunque nessuno vuole i voti degli ecologisti italiani? Da alcuni mesi, il Partito EcoAnimalista e il Movimento FridaysForFuture sono in fase nascente. Per ora, danno qualche speranza. Per loro fortuna, non sono ancora vere “forze politiche”, ma Movimenti quasi-esterni. Il secondo ha un certo séguito fra i giovanissimi. Ma questi nuovi movimenti devono innanzitutto ricordarsi di buttare alle ortiche tremila anni di ultra-antropocentrismo della cultura occidentale, e in particolare della civiltà industriale, che ha come idee fisse l’incremento indefinito dei beni materiali e l’assoluta indifferenza verso gli altri esseri senzienti. Poi devono cominciare a distinguere fra la Scienza che confina con la Filosofia e contribuisce alla conoscenza e la scienza che confina con la tecnologia ed è destinata a diventare schiava dell’industria e dell’economia. Ma soprattutto non devono mai dimenticare il sottofondo filosofico di riferimento, anche se nei singoli interventi particolari sono costretti ad usare il linguaggio corrente. Inoltre devono tenere sempre presente che i cambiamenti climatici sono un fenomeno importante, ma sono soltanto un effetto di cause ben più profonde.
  E i cattolici, i “fedelissimi” della Chiesa? Dopo la famosa Enciclica Laudato Sì (2015) di Papa Francesco, sulla quale si erano riposte tante speranze, c’è stata anche qui una delusione notevole. Quasi nessun organo della Chiesa ne ha più parlato: nessun segno reale di modifica delle posizioni tradizionali. Nell’Enciclica c’è una forte critica alla crescita economica, si parla di attenuazione dell’antropocentrismo (che resta comunque notevole), si invita molto chiaramente a diminuire drasticamente l’estrazione e il consumo dei combustibili fossili. Però nell’Enciclica c’è ancora una  decisa condanna del controllo delle nascite (punto 50) e del Biocentrismo (punti 90 e 118). All’Ecocentrismo non si accenna neanche. Comunque nessun ramo della Chiesa se ne è più occupato veramente: si impegnano di più per proteggere qualche cellula surgelata nei laboratori medici della fecondazione assistita, che non a denunciare le terribili sofferenze degli allevamenti intensivi, della vivisezione e della caccia!! Sono troppo impegnati a fare invadere l’Italia, che ha una densità di 200 ab/Kmq, da parte di umani provenienti da un continente la cui popolazione raddoppia ogni 30 anni: era di circa 30 milioni di individui a metà dell’Ottocento e ora, dopo 5 o 6 raddoppi, si è portata a 1,3 miliardi. Con una simile densità umana, La Natura africana è già distrutta per il 90%: si è salvato qualcosa nei Parchi nazionali, ma purtroppo sono poco più che puntini sulla carta geografica.
  La Chiesa non dice una parola sulle sofferenze inflitte a miliardi di esseri senzienti! Se la sofferenza “torna indietro” (la legge del karma) non so proprio cosa debba attendersi la civiltà industriale o, forse, tutto l’Occidente.