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Gli Stati Uniti non si nascondono più: hanno investito negli ucraini

di Antonio Catalano - 10/10/2022

Gli Stati Uniti non si nascondono più: hanno investito negli ucraini

Fonte: Antonio Catalano

La risposta russa non si è fatta attendere, la Tass scrive che il Ministero della Difesa russo ha dichiarato che gli obiettivi degli attacchi contro l’Ucraina sono stati raggiunti. Esplosioni in varie città, anche su Kiev, nei pressi dell’ufficio di Zelensky, che è stato evacuato d’urgenza dalla capitale e inviato in uno dei rifugi antiatomici segreti dell’ovest. A Leopoli e Khmelnytsky non c’è elettricità in tutta la città, a Kiev è stata interrotta la circolazione dei treni sulla linea rossa della metropolitana, il sindaco di Kiev fa sapere che tutte le stazioni della metro funzioneranno come rifugi, esplosioni a Kharkov, il ponte di Klichko di Kiev è saltato, la centrale termoelettrica di Kiev pure, come quella di Leopoli, le ferrovie ucraine segnalano danni alla rete nell’Ucraina occidentale. A quanto pare tutte le strutture colpite sono militari o energetiche o industrie belliche, nessun edificio civile è un obiettivo. È arrivata quindi la risposta alle continue provocazioni di Zelensky, si sono inverate le parole di Putin di un mese fa quando diceva «siamo piuttosto moderati nel rispondere a questi attacchi, ma solo per il momento». Ora il presidente Putin fa sapere che «se gli attacchi terroristici ucraini sul territorio russo continueranno, la nostra risposta sarà dura e corrisponderà al livello della minaccia».
Bene, saranno contenti quelli della escalation, quelli che finora baldanzosamente hanno soffiato sul fuoco di una crisi che non nasce il 24 febbraio, ma principalmente si fregano le mani gli americani, anche se ultimamente lasciano trapelare alcuni segnali di “distensione”. Americani che hanno trovato negli europei dei servitori che dir sciocchi è una carezza, non rendendosi questi conto che alla fine della giostra l’Europa (insieme all’Ucraina) è la vittima sacrificale della sporca partita giocata dagli Usa, e che questa super potenza in declino (ma sempre più aggressiva) trae notevoli vantaggi – economici e geopolitici – da questo scenario di crisi.
Lo dice chiaro e tondo l’ex capo di stato maggiore dell’esercito americano, il generale Jack Keane. «Abbiamo investito briciole in Ucraina – solo 66 mld quest’anno. Questo è l’1,1% del budget, ma otteniamo vantaggi sproporzionati. Washington è stata in grado di fare la cosa principale: creare un serio rivale per Mosca ai confini con la Russia, che avrebbe dovuto impedire alla leadership russa di perseguire una politica di influenza nell’Europa orientale, specialmente nei paesi dell’ex Urss. Pertanto, un tale investimento negli ucraini, che stanno combattendo la Russia nell’interesse degli Stati Uniti, è molto redditizio». Ripeto: Stanno combattendo la Russia negli interessi degli Stati Uniti. Più chiaro di così!
Ecco perché è sempre più importante dissociarsi dalla politica collaborazionista con gli americani, ci porteranno nell’inferno. Ecco perché bisogna agitare con forza la parola d’ordine del ritiro delle sanzioni alla Russia, della fine di qualsiasi “aiuto” (armi, finanziamenti, tecnologica, logistica, uomini) al governo presieduto da quello spaccone d’attore filo nazista ben ammaestrato di Zelensly, del ripristino dei normali rapporti commerciali – diplomatici e politici – con la Russia, dalla quale per noi non è arrivata mai nessuna minaccia se non materie prime a prezzi vantaggiosi (non come il gas americano che ci viene a costare dieci volte tanto). Ecco perché bisognare far sentire la nostra voce di veri oppositori (non come quella dell’opportunista Conte che, dopo aver votato tutti i pacchetti di sanzioni e di invio di armi, ora finge di volersi opporsi). Diamoci una mossa: sabato 15 ottobre alle 17 appuntamento a piazza SS. Apostoli, Roma. Manifestazione promossa da Italia Sovrana e Popolare.
[Foto: in fiamme la centrale termica di Leopoli]