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I botti di capodanno e l'animalismo

di Simone Torresani - 04/01/2017

I botti di capodanno e l'animalismo

Fonte: Il giornale del Ribelle

Negli ultimi giorni ha preso piede, sui social network, una petizione partita da ENPA e WWF che chiede al governo di abolire i botti di Capodanno. Le motivazioni? Inquinano l'aria e soprattutto mettono sotto stress gli animali domestici (cani e gatti in primis), nuocendo largamente alla loro salute. Diciamo che delle due motivazioni, quella che va per la maggiore è la seconda. Appoggiandosi stavolta ad un animalismo infantile e paradossalmente irrispettoso per gli animali stessi, in quanto li antropomorfizza e li spoglia della loro natura, la cultura dominante "2.0" compie un nuovo passo avanti nella demolizione dell'uomo stesso, dei suoi riti, tradizioni, in una politica di incredibile "prevenzione del conflitto" che genera a sua volta una moltiplicazione esponenziale, nel lungo termine, del conflitto stesso. Si punta a creare una società di idioti, di castrati, di Farinelli gorgoglianti stronzate, di "ocolinghi"-per usare un termine della Neolingua orwelliana (ocolingo è colui che parla ma in realtà starnazza come le oche).

 

Qualcuno penserà che siamo "ultras del botto". Nulla di più sbagliato. Premesso che lo scrivente quasi mai ha maneggiato botti, ci rendiamo benissimo conto che l'abuso (l'abuso, non l'uso!) di petardi e materiale pirico, unito ad uno scarso senso civico e alla presenza sul "mercato clandestino" di prodotti non conformi e pericolosi sono una vera e propria emergenza sociale, con un bilancio umano non indifferente. Il problema andrebbe affrontato con una giusta dose di prevenzione, informazione, educazione civica e repressione. Essere contro botti e fuochi artificiali di Capodanno solo perché "stressano" i cani di casa è quantomeno assurdo, perché così ragionando dovremmo, allora, per "absurdum" cancellare ogni fonte di rumore: anche le sirene delle autoambulanze e i temporali spaventano i cani. Per le prime, magari in un prossimo futuro sempre più politicamente corretto e "pet friendly" qualcuno potrà trovare una soluzione, per i secondi la vediamo dura, in quanto nessuna politica del "volemose bene" ha la forza di modificare le leggi della fisica atmosferica e della termodinamica. La verità è che, come fece notare l'antropologa Ida Magli, ci stiamo sempre più femminilizzando. Non solo: stiamo distruggendo giorno dopo giorno tutto il lato orgiastico, ludico, bacchico e incanalatore innocuo delle pulsioni umane, che proprio nei riti orgiastici quali, ad esempio, il Carnevale e le festività di Capodanno(solo per citarne un paio) hanno, fin dalla notte dei tempi, e questo le antiche società preindustriali ben lo sapevano, lo scopo di far sfogare entro i giusti binari tutta la rabbia, l'energia, la vitalità esuberante e gli istinti difficilmente controllabili in occasioni predeterminate: una valvola di sfogo salutare, atta ad evitare che le pressioni quotidiane facessero saltare troppi coperchi. I botti di Capodanno sono pericolosi? Qualche innocuo mortaretto maneggiato a distanza con cautela, sicuramente no, altri che sono vere e proprie mezze bombe criminali sì. È che noi, non essendo ormai più abituati a pensare, stiamo perdendo pure la facoltà del discernimento. Curioso che i nipotini dei maestri del Sessantotto, quelli del "proibito proibire", si trovino a vivere in un contesto sociale cento volte più repressivo di quello dei loro padri o nonni. Ormai è proibito tutto: esporre striscioni "offensivi", tamburi e megafoni negli stadi, dare un salutare sculaccione a un bambino indisciplinato e pestifero, persino dire che sì, forse la famiglia naturale è quella composta da uomo e donna. Ora, ciliegina sulla torta, si fanno petizioni per mettere fuorilegge fuochi e petardi il 31 dicembre. Stressano cani e gatti. Avanti così: per qualche psicologo canino che resterà a spasso per mancanza di casi, i loro colleghi degli umani incrementeranno il lavoro. Per qualche irresponsabile che si fa male (con la consapevolezza di essersela cercata...) avremo incrementi di devianza sociale. È la modernità, bellezza!