Il baratro
di Vincenzo Costa - 21/09/2025
Fonte: Vincenzo Costa
Io credo che si possa concordare sul fatto che la pochezza di questo governo sia chiara anche alla maggior parte degli elettori del centro-destra. Che Salvini sia imbarazzante lo capiscono tutti, che la gente di FdI sia un misto di ignoranza e volgarità non bisogna essere aquile per capirlo.
Ma proprio questo dovrebbe costringere a porsi la domanda: perché comunque gli elettori (i pochi che votano e quelli che non votano) scelgono questo governo oppure scelgono di stare in disparte?
Secondo me questa è la domanda cruciale che non ci si vuole porre.
Perché la risposta sarebbe ovvia: pensano che gli altri sarebbero peggio.
Perché temono la Schlein, Conte e Fratoianni più delle cavallette e della peste.
Ma non direi solo i leaders. Perché quella cultura non morde più il reale.
E' solo un insieme di stereotipi oramai. Parlano, anche i migliori, come se fossimo nel 1789. E quell'epoca si è chiusa.
C'è un nuovo sentire, vago, indistinto, puramente oppositivo e privo di progettualità, che non può e non potrà manifestarsi e produrre forme organizzative, non potrà diventare cultura, perché il mondo accademico, i media, l'editoria, i giornali sono ciò che determina la circolazione delle idee, che permette ai modi di sentire di prendere forma, e può anche funzionare da blocco.
Il blocco non è tuttavia senza un prezzo: scava il baratro tra cultura ufficiale e mondi della vita.
Si può usare tutta la retorica che si vuole, ma bisogna essere vecchi cretini per pensare di poter colmare il baratro con quella.