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Il conflitto israelo-palestinese? “Noi lo abbiamo dimenticato, non gli arabi”

di Massimo D'Alema - 19/08/2020

Il conflitto israelo-palestinese? “Noi lo abbiamo dimenticato, non gli arabi”

Fonte: Firtonline

Massimo D'Alema commenta con Maddalena Tulanti gli scenari del quadrante mediorientale

L’ex premier Massimo D’Alema è tornato a commentare gli scenari complessi del quadrante mediorientale sulla rivista “Firstonline.info”, intervistato da Maddalena Tulanti. Alla domanda sul conflitto israeliano palestinese ha risposto così:

“Noi lo abbiamo dimenticato, ma non gli arabi. Resta nel loro sentimento ed è una delle fonti di ostilità verso l’Occidente. Sentimento fra l’altro fondato. Il fatto è che sono accaduti avvenimenti che hanno cambiato completamente la geopolitica nella regione e nel mondo occidentale. Da una parte i conflitti esplosi nel mondo arabo, la guerra civile in Siria, la guerra nello Yemen, il conflitto crescente  tra i paesi del Golfo e l’Iran, hanno spostato il focus. Innanzitutto quello degli arabi. I sauditi hanno cercato un rapporto con Israele in chiave anti-Iran. Cosa mai avvenuta prima. C’era sempre stata più o meno un’alleanza del mondo arabo a sostegno dei palestinesi e oggi non c’è più.  Poi c’è stato un secondo elemento, ed è stato la crescita dell’islamismo che ha creato in Occidente un crescente  sentimento anti-islamico. E di fronte alla minaccia islamica c’è stato un avvicinamento tra il fondamentalismo cristiano, in particolare  protestante, soprattutto negli Usa, e il mondo ebraico. Ne è nata una sorta di fronte comune fra fondamentalismo cristiano e fondamentalismo ebraico in chiave anti islamica. Non solo negli Usa, ma anche in altri Paesi occidentali, una parte del mondo ebraico si è schierato con la destra. E prima non era così. Il mondo ebraico era generalmente schierato a sinistra, anche per la Memoria, per le persecuzioni antisemite che hanno avuto una forte matrice di destra nella cultura e tradizione europea, anche americana. Si sono aperte così faglie culturali molto profonde e i palestinesi alla fine si sono trovati ad essere isolati dentro il mondo arabo mentre hanno perduto il sostegno di una parte importante delle opinioni pubbliche del mondo occidentale”.

I palestinesi sono dunque “più isolati” del recente passato. E sul “che fare” l’esponente del socialismo europeo aggiunge:

“Di questi cambiamenti ha approfittato la destra israeliana con la sua politica sostanzialmente liquidatoria della questione palestinese. Una politica che ha avuto l’opposizione di una minoranza democratica in Israele in forme perfino drammatiche. Come l’appello di Yeoshua, il più grande scrittore e intellettuale israeliano, che ha chiesto all’Europa di boicottare il suo Paese perché si sta distruggendo il sogno di Israele democratico trasformandolo in un Sudafrica prima di Mandela, con cittadini di serie A, gli ebrei, quelli di serie B, gli arabi israeliani, e poi quelli di serie C, i palestinesi, che vivono sotto occupazione militare, privi di qualsiasi diritto, civile, di proprietà, e perfino del diritto alla sicurezza come dimostrano le tante vittime civili. L’Europa in questi ultimi mesi ha espresso una forte opposizione al progetto di annessione dei Territori, di Gerusalemme, della valle del Giordano. Anche se la capacità di iniziativa europea è bloccata dal veto pro Israele che viene dalla destra più radicale. E’ paradossale che il principale punto di appoggio in Europa di Israele sia Orban. Il progetto ora è fermo perché persino Netanyahu, anche per le sue vicende personali interne, non ha avuto il coraggio di portarlo avanti. Ma non si vede come l’idea di uno Stato palestinese possa prendere consistenza senza una svolta radicale nella politica israeliana di cui non ci sono segni. Tanto che il vero tema di cui parlano i palestinesi oggi è se abbia senso tenere in piedi l’Autorità palestinese, e se ormai non debbano accettare uno scenario sudafricano. Cominciando cioè a lottare per i loro diritti in un regime di occupazione militare. A questo si aggiunge un dato. Siamo noi cittadini europei che manteniamo i palestinesi economicamente sollevando Israele dall’obbligo di provvedere alle popolazioni dei territori occupati dal suo esercito. Non so fino a quando. A un certo punto gli europei potrebbero dire, scusate ma perché dobbiamo pagare noi?”.