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Il giorno nero del libero pensiero

di Fabrizio Loschi - 09/05/2019

Il giorno nero del libero pensiero

Fonte: Fabrizio Loschi

Mi sono nutrito tutta la vita di "cattivi maestri" che mi hanno tenuto compagnia nella mia solitudine intellettuale. I liberi pensatori sono in fondo i miei amici più veri; quelli che non mi hanno mai tradito. Io, mai tesserato di alcun partito o movimento sono sopravissuto alla dietrologia delle ideologie morenti, al fanatismo degli sconfitti, all'ortodossia della riconoscibilità, alle moine della borghesia mutante. Io non appartengo a nessuno e mi arrogo il diritto di dirlo a voce alta e fiera.
Mi pregio, oggi, in questo squallido accadente, di avere relazioni e profonde amicizie con persone provenienti da esperienze umane diversissime e tra loro spesso antagoniste. Queste persone, cervelli, macchine pensanti sono oggi merce rara, e mio è il privilegio di dividere la tavola con loro ad ogni occasione possibile. Nella mia giovinezza anarchica sono riuscito a farmi pestare sia dai camerati che dai compagni, ma era l'onda lunga del '77 bolognese e il punk, con la sua spinta iconoclasta non aveva vita facile. Appartengo alla classe operaia che in paradiso non è mai andata, perché era troppo occupata a cercarsi un lavoro; spesso durissimo, sempre di basso livello. Mi sono illuso che i tempi dello squadrismo, degli agguati sotto casa, dei, fossero finiti; mi sbagliavo.
Quando con alcuni amici ho fondato I LIBRI DA BRUCIARE abbiamo scelto volutamente una provocazione, sapendo che sul rogo potevamo finire noi per primi.
Dai tempi di DEMOCRATURA sono perfettamente consapevole di cosa significhi essere contro il pensiero unico e potrei raccontare cosa vuol dire essere forzatamente fraintesi. È così triste oggi dover ricordare a tutti che il pensiero si combatte solo con il pensiero e l'esempio etico.
La censura è solo l'ultima arma spuntata di una dittatura decadente che, travestita da democrazia, ha fatto coriandoli dei principi democratici sui quali dice di ergersi.
Non c'è nulla di politicamente corretto nel politicamente corretto. Il politicamente corretto è solo la maschera giusta per l'ambiguità dei vigliacchi.
Queste poche righe amarissime le dedico ovviamente ad Altaforte Edizioni e alle persone che vi operano.
Io non allineato
Io mai collaborazionista
Io che non vi conosco, io che non sono sempre daccordo con voi, io vi sono vicino con tutto il mio rispetto.

Fabrizio Loschi, editore (I LIBRI DA BRUCIARE)