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Il Green New Deal non può essere qualcosa di simile al New Deal

di Samuel Miller McDonald - 07/06/2019

Il Green New Deal non può essere qualcosa di simile al New Deal

Fonte: Come Don Chisciotte

I cambiamenti climatici richiedono un piano molto più ambizioso di quello messo in opera durante la Grande Depressione. Chiedono addirittura di rivedere alcuni successi di Franklin Delano Roosevelt.

Il decennio compreso tra il 1929 ed 1939 fu un vero inferno. La Grande Depressione aveva sconvolto il paese, lasciando 15 milioni di americani senza lavoro, un tasso del 25% di disoccupazione. La produzione industriale ridotta della metà, migliaia di banche fallite che azzeravano i risparmi dei clienti. Quando riguardiamo quel periodo rivediamo lunghe code di persone in attesa di un po’ di zuppa alle mense popolari e famiglie di immigrati in preda alla disperazione. Ciò che non vediamo sono le decine di migliaia di persone che si tolsero la vita, causando un picco assoluto di suicidi.

In risposta a tutto ciò il presidente Franklin Delano Roosevelt (FDR) propose il piano più ambizioso di ripresa economica che il paese avesse mai conosciuto. Entro sei anni i sessanta programmi del New Deal avevano toccato ogni angolo della società, dato impiego a 11 milioni di americani e aiutato sei milioni di agricoltori. Una crisi di ampiezza incredibile era stata risolta, ed il capitalismo si poteva considerare salvo.

I Democratici, inclusi Alexandria Ocasio-Cortez sperano di replicare il successo del New Deal attraverso un piano pensato per una catastrofe diversa: il riscaldamento globale. Il Green New Deal, lo dice il nome stesso, promette una trasformazione economica in grande scala in grado di modificare ogni aspetto della società. E qui si dovrebbero fermare i paragoni col New Deal. La crisi legata ai cambiamenti climatici è molto più vasta rispetto alla Grande Depressione, dato che lo stesso destino dell’uomo viene messo in discussione. Peggio: la crisi è continuamente accresciuta da ciò che il New Deal aiutò a salvare: il capitalismo dei combustibili fossili. Per questo motivo, piuttosto che imitare il suo predecessore, il Green New Deal deve disfare molte delle conquiste precedenti.

La crisi climatica ha raggiunto una situazione ormai disperata. Finora ha dato inizio alla sesta estinzione di massa mondiale e a dannosi circoli viziosi del clima. L’economia sta bruciando gas serra dieci volte maggiori rispetto ai vulcani che diedero inizio alle più grandi estinzioni di massa del pianeta, il tardo Permiano (anche conosciuto come la Grande Moria). Nella peggiore delle ipotesi il pianeta ne uscirebbe spoglio di quasi tutte le forme di vita, Homo Sapiens compreso. Ovviamente senza citare gli innumerevoli collassi di sistema che un tale tipo di evento causerebbe, rendendo la Grande Depressione molto simile ad un Mite Disagio.

L’economia industriale degli USA si basa, esattamente come un secolo fa, sul consumo di combustibili fossili. Energia fossile circola nelle vene della rete di trasporti, negli edifici, nelle infrastrutture e nelle catene mondiali di rifornimenti. Ci porta il cibo in tavola. Una ragione di tutto questo? Il New Deal.

I programmi di FDR non solo resero il capitalismo industriale e finanziario socialmente stabile; gli hanno messo il turbo lasciando le situazioni di monopolio intatte, fondando il sistema di autostrade interstatali, espandendo l’edilizia suburbana condizionata all’uso delle auto, incentivando i consumi, moltiplicando i viaggi aerei, accelerando l’estrazione meccanizzata e intensificando manifatture mangia-risorse.

Dire che un ragionevole Green New Deal debba porre fine a tutto questo e trovare alternative valide non è frutto di ideologia. E’ un fatto acclarato. E’ opinione diffusa in ambito scientifico che, per limitare il riscaldamento a 2° Celsius, le nazioni maggiormente responsabili di questo fenomeno debbano avere emissioni zero per il 2050, quindi bisogna che tutte le industrie inizino a ridurre drasticamente le emissioni fossili già da subito. Per raggiungere questo scopo il Green New Deal dovrà assomigliare poco al New Deal e molto alla rivoluzione industriale che ha permesso di cambiare radicalmente i modi in cui vengono prodotte e distribuite tutte le merci, e costruire interamente nuovi settori mentre vengono smantellati quelli vecchi. Dato che le emergenze climatiche sposteranno centinaia di milioni di persone, avremo la possibilità di ricostruire le città e cambiarne i modelli realizzativi.

Ciò richiederà non solo prodezze amministrative e tecnologiche mai messe in opera precedentemente, ma la capacità di superare ostacoli molto maggiori di quanto il New Deal si trovò a dover affrontare. L’industria dei combustibili fossili sta mettendo soldi e potere politico dietro a soluzioni misere o ad una aperta resistenza, e altri attori sicuramente si aggiungeranno alla battaglia: latifondi, industria aerospaziale, automobilistica e del legname, edilizia, e-commerce e militari. I sostenitori dovranno vedersela con potenti lobby e super finanziatori, e potrebbero trovarsi anche a combattere contro i sindacati che rappresentano i lavoratori in quelle industrie.

E’ confortante immaginare che ciò di cui abbiamo bisogno per salvare l’umanità sia il New Deal 2.0, ovvero copiare qualcosa che gli USA sono già stati capaci di fare. Possiamo collegare dei pannelli solari alla rete elettrica lasciando che l’economia si tracanni tutto. Possiamo usare il biodiesel per alimentare i trattori e mantenere la stessa produttività in agricoltura. Possiamo sintetizzare carburanti a basso impatto per alimentare i mezzi militari del maggiore consumatore di energia mondiale. Possiamo sostituire i motori endotermici con motori elettrici e far circolare solo veicolo elettrici.

Possiamo fare tutto questo, ma non servirà a salvarci. Le risorse necessarie a mantenere la nostra attuale produzione semplicemente non esistono in questo pianeta. Non c’è abbastanza terra per sostenere la produzione agricola; a questo ritmo la terra sarà impoverita entro pochi decenni condannando ingenti masse alla morte per fame. Non esiste abbastanza cobalto, litio e altre risorse per realizzare trasporti elettrici di questa portata; la domanda ha già superato le disponibilità di questi minerali nonostante i veicoli elettrici rappresentino solo il 2% del mercato. Non ci sono abbastanza pesci per continuare con l’attuale intensità di pesca e virtualmente ogni pescheria al mondo è destinata a chiudere. Non esistono abbastanza foreste vergini per continuare la deforestazione all’attuale ritmo di 60 campi da calcio distrutti ogni minuto con dozzine di specie estinte ogni giorno.

Ma tutto questo va ancora bene. Ci offre, caso più unico che raro, l’opportunità di costruire un’economia più felice, più sana di quella che ci sta facendo dannare oggi.

Per raggiungere questo risultato dobbiamo innanzitutto avere una visione chiara delle sfide da affrontare. Ovviamente nessuna legge potrà mai sistemare tutto. Ciò di cui il Green New Deal ha bisogno è iniziare a definire le condizioni politiche e culturali attraverso le quali la transizione diventa possibile, e farlo entro due elezioni presidenziali. Non è esattamente chiaro a cosa dovrebbe assomigliare, dato che i sistemi umani non hanno mai prodotto qualcosa del genere. Sicuramente è qualcosa che non può essere descritto nella sola risoluzione Ocasio-Cortez.

Ciò di cui possiamo essere sicuri è che il Green New Deal necessario a riformare l’economia fin dalle fondamenta e salvare il pianeta non assomiglierà al New Deal. Il nostro compito è molto più arduo e ampio rispetto a vincere la Grande Depressione, o anche una perdurante Seconda Guerra Mondiale. Chiamiamola “Green New Deal” se vogliamo oppure, che diamine, perché non un “Green Dream” (Sogno Verde)? Dobbiamo prima interiorizzare queste sfide prima di iniziare a immaginare e quindi realizzare soluzioni che siano all’altezza della situazione. Dopo tutto l’obiezione al Green New Deal tanto dei Democratici che dei Repubblicani è che si tratti di un programma troppo ambizioso. Si dovranno rendere conto (e in fretta) che non lo è più di tanto.

 

Samuel Miller McDonald studia politiche energetiche e climatiche alla Oxford University.

Fonte:https://newrepublic.com/

Link: https://newrepublic.com/article/153996/green-new-deal-cant-anything-like-new-deal

Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da TONGUESSY