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Il sovranismo di cartone

di Antonio Catalano - 13/03/2024

Il sovranismo di cartone

Fonte: Antonio Catalano

Il bacio di Biden sul capo della Meloni è un’immagine insieme patetica ed emblematica, che da sola rende l’idea dell’attuale posizione italiana nell’ambito atlantico. Il bacio suggella l’investitura della scuderia americana alla “sovranista” Meloni di una “libertà” di manovra all’interno di uno spazio geografico nel quale gli Usa vogliono rafforzare la propria posizione.
Ce lo conferma Carlo Pelanda, che sul tema scrive un interessante articolo sulla “Verità” di ieri (domenica 10 marzo). L’analista geostrategico Pelanda è un atlantista, ma di quelli che vorrebbero assegnare all’Europa un ruolo più decisivo, diciamo da comprimario, perché l’Occidente possa continuare ad essere pilastro del mondo. L’Italia, scrive Pelanda, da decenni ha un interesse fondamentale nell’area mediterranea, ma mentre nel passato questo interesse veniva praticato cercando un’autonomia in deroga ai vincoli di alleanza ora il governo Meloni cerca di pilotare le sue alleanze (G7, Nato e Ue) verso un maggior investimento per stabilizzare Mediterraneo e Africa. Il “Piano Mattei” come strumento di stabilizzazione dell’intero Mediterraneo costiero e profondo.
Piano Mattei? La Meloni è andata al governo promettendo una politica internazionale ispirata a Enrico Mattei, a conferma dell’intenzione di muoversi sul piano della sovranità nazionale. Ma i passi compiuti dall’attuale Presidente del Consiglio in politica estera mostrano tutt’altro, abbiamo l’evidenza di una torsione atlantista come da tempo non si vedeva.
Ricordiamo che il fondatore dell’Eni pagò con la vita la sua dinamicità sul versante della costruzione di accordi diretti con i produttori di gas e petrolio per favorire l’autonomia energetica nazionale, scavalcando le grandi compagnie estere dell’epoca. Motivo per cui il suo aereo precipitò nelle campagne di Bascapè il 27 ottobre del 1962 per via di una bomba piazzata a bordo, come sentenziava il magistrato Pavia Vincenzo Calia, titolare dell’inchiesta avviata nel 1994 e conclusa nel 2003.
Del tutto strumentale quindi il richiamo a Mattei, che serve – come scrive lo stesso Pelanda – da foglia di fico di un attivismo tutto giocato nel perimetro degli interessi americani: sostegno da primo della classe a Zelensky, impegno nel contenimento della Cina (abbandono della partecipazione al progetto cinese della “Via della Seta”), relazione privilegiata con la Germania entro l’Ue e, aggiungiamo noi, pieno sostegno alla politica genocida di Israele. Eccoci spiegato il paternalistico bacio di Biden sul capo della Meloni.