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Il tempo delle deleghe è finito

di Andrea Zhok - 08/02/2022

Il tempo delle deleghe è finito

Fonte: Andrea Zhok

Da decenni quando la politica entra in paralisi afasica, cosa che le succede sempre più spesso, ci si rifugia nelle alchimie della legge elettorale.
Di volta in volta le leggi elettorali in Italia si decidono a seconda di quali sono le prospettive delle forze attualmente presenti in parlamento, e anche questa volta non fa eccezione.
Si potrebbe dunque evitare di perdere tempo in simili dibattiti, che in concreto non terranno affatto conto di questioni di principio o di merito, ma solo di opportunismo.
Se però proprio si vuole discutere in termini di principio e merito, allora a mio avviso dopo trent'anni di pensose discussioni sulle virtù taumaturgiche dei sistemi elettorali si devono ammettere un paio di conclusioni elementari.
La prima è che nessuna legge elettorale migliora la qualità né della politica, né del governo. La "stabilità" dei governi maggioritari ha fatto rimpiangere l'"instabilità" della Prima Repubblica, che già di suo era un circo di nani e ballerine.
In seconda battuta, però, se vogliamo guardare alle questioni di principio, dobbiamo vedere come esse hanno anche effetti pratici, nel lungo periodo.
Di principio un parlamento in una democrazia è tenuto a dare una fotografia il più precisa possibile degli orientamenti politici del paese. Dunque, al netto di tutte le supercazzole sulla "governabilità", l'unico modello elettorale pienamente e indiscutibilmente legittimato (e legittimante) è un proporzionale senza soglie di sbarramento.
Che questo possa condurre all'ingresso in parlamento di forze minori è qualcosa che dà molto fastidio a chi della democrazia farebbe volentieri a meno, ma di per sé sarebbe soltanto un bene per il paese; un paese sempre più irrigidito in strutture partitiche che ricevono sempre minore legittimazione da un elettorato che non si sente rappresentato.
Il maggioritario finisce semplicemente per replicare lo stantio, ammuffito bipolarismo CDX-CSX, che non rispecchia da tempo il sentire di gran parte della cittadinanza.
Questo porterà a "governi di coalizione"?
E dov'è il problema?
Le grandi coalizioni che tenzonano in un maggioritario sono mai state altro che coalizioni? Hanno evitato mediazioni e compromessi? Mediazioni e compromessi possono essere fatti bene o fatti male, ma di per sé non rappresentano niente di sbagliato.
Chi viene eletto ha il compito di trovare forme per governare con altri. Il compromesso e la mediazione in politica c'è sempre, anche all'interno di ciascuna forza politica, per quanto minuscola.
Chi non vuole compromessi e mediazioni deleghi tutto ad un novello Faraone, e non se ne parla più.
Chi dice che il proporzionale è funzionale alla permanenza dello status quo semplicemente sbaglia. E' molto più funzionale agli attuali equilibri stagnanti un maggioritario, che cristallizza il paese in un bipolarismo fittizio e non rappresentativo.
Certo, maggioritario o proporzionale, se guardiamo alle forze che già sono in Parlamento viene solo da accendersi la pipa con la tessera elettorale, ma non bisogna ragionare con le forze che già esistono. Un sistema proporzionale senza sbarramenti consente un qualche ricambio politico, mentre il maggioritario, come abbiamo ampiamente visto, tende a creare due blocconi amorfi, eterni e intercambiabili.
Detto questo, dobbiamo tutti capire che il tempo delle deleghe è finito. Sperare di poter limitare il proprio attivismo democratico al barrare una crocetta, per passare il resto del quinquennio a imprecare o mugugnare non è più un'opzione percorribile.