Il vivente non è mai banale: qualche spunto di riflessione
di Fabrizio Fratus - 10/10/2025
Fonte: Il Talebano
Quando si parla dei primi esseri viventi sulla Terra, spesso si usa il termine “organismi semplici”. È un’espressione che suona rassicurante, quasi ingenua: come se la vita, agli inizi, fosse una sorta di esperimento elementare, un abbozzo biologico in attesa di diventare “qualcosa di più”. Ma la scienza, oggi, ci obbliga a rivedere questa idea. I reperti fossili più antichi finora conosciuti, risalenti a circa 3,5 miliardi di anni fa, mostrano la presenza di cianobatteri, organismi capaci di fotosintesi. Queste minuscole cellule, che hanno popolato gli oceani primordiali, sono state le vere artefici della trasformazione dell’atmosfera terrestre: producendo ossigeno. Eppure, definirli “semplici” è un grave errore di prospettiva. Anche il più elementare dei batteri, quello con appena 400 o 500 geni, rappresenta un sistema di una complessità che nessuna macchina umana ha mai eguagliato. Un paragone può aiutare a capirlo: nemmeno un missile aerospaziale, con le sue migliaia di componenti interconnessi, si avvicina alla precisione e all’autonomia di un batterio vivente. Dentro un batterio opera un vero e proprio laboratorio automatico: sistemi di trascrizione del DNA, di replicazione, di controllo di qualità, di riparazione dei danni, e un’intera rete di macchine molecolari che si autoregolano e cooperano con una precisione straordinaria. È come se ogni cellula fosse una piccola industria autosufficiente, capace di leggere, copiare, modificare e trasmettere informazioni vitali. I cianobatteri, in particolare, sono stati un miracolo biochimico. Non solo trasformavano la luce solare in energia, ma gestivano processi di ossidoriduzione estremamente complessi, fondamentali per la produzione di ossigeno. Da quella che noi chiamiamo “semplice fotosintesi” dipende oggi l’intera biosfera. La loro esistenza ci costringe a un cambio di paradigma: la semplicità biologica non esiste. Esistono livelli di organizzazione che la nostra mente tende a sottovalutare solo perché invisibili. Ma dietro ogni cellula batterica si nasconde un’intelligenza strutturale, una logica interna, una capacità di autogestione che nessun sistema artificiale, né biologico sintetico né meccanico, è ancora riuscito a replicare.In un’epoca in cui l’uomo crede di poter “creare la vita” in laboratorio, la lezione dei cianobatteri resta attuale: il vivente non è mai banale, e ciò che chiamiamo semplice è, in realtà, l’espressione più pura della complessità naturale.