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"Israele ha il coraggio di fare il lavoro sporco per tutti noi attaccando l'Iran": l'oscenità dell'Occidente

di Antonio Catalano - 18/06/2025

"Israele ha il coraggio di fare il lavoro sporco per tutti noi attaccando l'Iran": l'oscenità dell'Occidente

Fonte: Antonio Catalano

Il vecchio ordine è saltato, pensare che si arrivasse a un nuovo ordine, multipolare, per via diplomatica e pacifica, frutto di accordo tra le parti, la realtà mostra che era solamente una speranza, una pia speranza.
Non ho la pretesa di azzardarmi in complicate analisi geopolitiche, non ne sono in grado, mi attengo a quel che leggo, vedo e sento, il tutto filtrato dalla mia “visione” delle cose.
Mai come in questo periodo mi rendo conto del fatto che il nostro Occidente sia diventato il luogo osceno della storia, e per osceno intendo ciò che è fuori della scena, ovvero impresentabile. Il nostro Occidente è diventato quanto mai osceno. Ma agli occhi di chi? Forte è l’impressione che sia osceno agli occhi del mondo che non sia il famoso “giardino fiorito” di cui tempo fa (ottobre 2022) parlava l’Alto rappresentante Ue per la politica estera Josep Borrell.
Aveva detto proprio così. L’Europa è un giardino abitato da persone privilegiate circondato dalla giungla dalla quale occorre difendersi. Dove per Europa bisogna intendere anche Paesi come Usa, Canada, Australia, Giappone, Israele. Quello che per convenzione definiamo Occidente Politico.
Un Occidente gravido di arroganza, superbia, ipocrisia, che, al massimo, finge di provare empatia per i poveri bambini massacrati nella Striscia di Gaza, ma poi, spente le telecamere, e l’ipocrita ritualità dell’esternazione di bontà a buon mercato, dichiara tronfio al G7 di ieri che «Israele ha il diritto di difendersi», e bisogna dare «sostegno alla sicurezza di Israele».
Con Trump che rassicura, in perfetto stile mafioso, di «sapere esattamente dove si trova Ali Khamenei», «ma non lo elimineremo, almeno per ora», «ma la nostra pazienza sta per finire»; con il cancelliere tedesco Merz il quale informa che la «Germania sta valutando la partecipazione alla campagna militare di Israele contro l’Iran»; con gli altri… lasciamo perdere, comunque al fianco dell’Unica Democrazia in Medio Oriente.
Qui da noi, per comprendere l’essenza del pensiero sionista, bisogna leggere e ascoltare Franco Bechis, direttore di Libero. C’è da riconoscere che Bechis non è ipocrita, non ciurla nel manico, non usa infatti mezze parole per sostenere il genocida Netanyahu.
Salvini si abbevera a Bechis, così come buona parte del cosiddetto centro destra. Ma il Riformista non è da meno, un altro sionista doc, che di fronte al timido invito di Schlein a «riprendere gli sforzi diplomatici e scongiurare un allargamento della guerra dalle conseguenze incalcolabili», strepita che la segretaria del Pd è dalla parte degli ayatollah. Ma quando mai!
Poi ci sono i sionisti dal cuore d’oro come Gad Lerner, quello che dal palco romano del Campo largo del 7 giugno a sostegno di Gaza rivendicava con orgoglio di essere sionista. Come se il sionismo non fosse l’ideologia suprematista dello stato che sta infliggendo l’orribile tragedia al popolo palestinese. Lerner esprime sentimenti di compassione per le vittime palestinesi, ma non bisogna usare le parole a vanvera dice, lì non c’è nessun genocidio, c’è solo la vigliacca violenza dei terroristi di Hamas e un governo che forse esagera un po’.
È un genocidio perché Israele vuole cancellare la presenza dei palestinesi dalla loro antica patria, cancellazione che procede per stragi e “pressioni” perché vadano “altrove”.
Ma Israele non si muove da sola, lei sta lavorando per tutto l’Occidente Politico. E bisogna dare atto a Israele di farlo con coerente determinazione, senza infingimenti o ipocrisie che dettano lacrime umanitarie a favore di telecamera.
E questo non lo dice il sottoscritto, ma il cancelliere tedesco Merz. Il quale dichiara, senza giri di parole, che «Israele ha il coraggio di fare il lavoro sporco per tutti noi attaccando l’Iran, il cui potere ha portato morte e distruzione nel mondo». Truce. Ma ci aiuta a comprendere, quindi a decidere da che parte stare.
Intanto questo dispotico, suprematista, superbo, arrogante Occidente si appresta a difendere, ovviamente contro le discriminazioni, a Budapest il prossimo 28 giugno, l’oscena rappresentazione dell’orgoglio gay, quell’istituzione che serve unicamente per sfondare le difese di società che rifiutano l’omologazione pretesa dai cantori del “giardino fiorito”: se vuoi essere dei nostri devi farti portatore della nostra idea di libertà, devi lasciare sfilare un gay pride.
E succede che questi “esportatori” dei valori occidentali, camuffati da sostenitori della non discriminazione, trovandosi in missione a Tel Aviv, proprio nei giorni in cui l’Iran ha cominciato a rispondere pan per focaccia, abbiano dovuto scappare nei bunker. Così l’associazione Arci gay rivolge un appello accorato alle istituzioni italiane «per l’attivazione di un ponte umanitario urgente volto a garantire l’evacuazione sicura da Israele di tutte le persone Lgbtqia+ rimaste bloccate nel Paese». Senza parole.
Un Occidente insopportabilmente arrogante, presuntuoso e violento. Osceno