L'abisso davanti a noi
di Pier Battista Pizzaballa - 17/06/2025
Fonte: Pier Battista Pizzaballa
IL MEDIO ORIENTE BRUCIA E IL MONDO TREMA: L’ABISSO DAVANTI A NOI
L’attacco di Israele contro l’Iran, che ha colpito siti nucleari e installazioni militari, segnando l’eliminazione — stando alle fonti — del Capo di Stato maggiore iraniano e della guida dei Pasdaran, rappresenta una drammatica escalation dagli esiti potenzialmente catastrofici.
Non siamo più di fronte a schermaglie diplomatiche o a operazioni clandestine mirate: questa è una dichiarazione di guerra. E la risposta di Teheran non si è fatta attendere. Oltre cento droni sono stati lanciati verso Israele in segno di rappresaglia.
Siamo entrati in un territorio ignoto, pericolosamente vicino a un conflitto regionale totale, con implicazioni mondiali. Le parole del presidente Donald Trump — «Gli Ayatollah non possono avere l’atomica» — suonano come un’eco di una retorica ormai familiare, ma oggi assumono un tono sinistro, quasi compiaciuto, in un momento in cui il mondo dovrebbe alzare le mani al cielo implorando prudenza e saggezza, non gettare benzina sul fuoco.
È impossibile non essere profondamente preoccupati. L’attacco israeliano, per quanto possa essere stato motivato da timori legittimi per la sicurezza nazionale, ha aperto una breccia di incalcolabili conseguenze. Il rischio è che si inneschi un effetto domino, in cui attori regionali e internazionali saranno costretti a prendere posizione, gettando il Medio Oriente — e con esso l’intero ordine globale — in un turbine di sangue e destabilizzazione.
C’è di più. Il bersaglio diretto di siti nucleari iraniani solleva una domanda agghiacciante: quanto ci separa ormai da un uso reale dell’arma atomica, o quanto meno da un incidente nucleare? Un attacco a impianti del genere, se non accuratamente contenuto, potrebbe provocare fuoriuscite radioattive, innescare ulteriori atti disperati, persino spingere l’Iran ad accelerare — non rallentare — la corsa al nucleare militare.
La comunità internazionale si trova davanti a un bivio storico. Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU, l’Unione Europea, la Russia, la Cina e gli Stati Uniti devono agire immediatamente, non con dichiarazioni vuote ma con iniziative concrete: cessate il fuoco, canali di mediazione, delegazioni diplomatiche, presidi umanitari. Non possiamo assistere impotenti a una crisi che potrebbe sfociare in una guerra regionale con armi di distruzione di massa sullo sfondo.
Chi crede che questo conflitto non ci riguardi, si illude. Il mercato energetico globale reagirà con furia, il terrorismo internazionale troverà nuova linfa, e l’ondata di profughi e instabilità sociale supererà ogni precedente.
E non è retorica dire che si rischia una guerra mondiale.
Serve, oggi più che mai, coraggio politico e lucidità morale. Serve che i leader smettano di rincorrere consensi interni e inizino a pensare come statisti. Perché il mondo è sull’orlo del baratro. E il tempo per tirarlo indietro sta per scadere.
Cardinale Pier Battista Pizzaballa