L'altra faccia della medesima moneta
di Vincenzo Costa - 26/05/2025
Fonte: Vincenzo Costa
Il declino del centro destra può essere rapido o lento, ma è inevitabile. Non per il fascismo, ma perché non rappresenta alcuna istanza di cambiamento. Come il centro sinistra ha deluso gli elettori di sinistra così il centrodestra ha deluso quelli di destra.
Ha problemi che non può risolvere, non ha una classe dirigente con un progetto per il paese. Quasi tutti sono privi di cultura, di capacità di analisi, e chi ha queste capacità esprime interessi precisi, riconoscibili. Lo si vede nella politica nazionale, lo si avverte nelle realtà locali.
In Lombardia, nonostante un fiume di denaro, le prestazioni sanitarie sono davvero misere. La sanità serve più per fare arricchire che per dare servizi ai cittadini.
Il centrodestra ha trasformato la difesa della tradizione e dei valori conservatori in una macchietta. Un pessimo servizio, che trasforma cose serie in barzellette.
La famiglia tradizionale non può essere difesa dalla famiglia Adams.
Non sono riusciti ad avere egemonia culturale perché hanno difeso e difendono una classe politica impresentabile, la Santanche vale per tutti. Ma poi il familismo più bieco.
Hanno creduto che la cultura fosse una sciocchezza della sinistra, che alla fine conta il potere e le clientele. E non è più così.
La difesa della sovranità si è risolta in un servilismo imbarazzante, che fa vergognare chiunque abbia a cuore questo paese.
Il silenzio su Gaza, anzi la complicità, ha reso inguardabile la stessa Meloni. La ha privata di autorevolezza.
Sono infinite gocce, che portano ciò che resta dell'elettorato votante a cambiare prospettiva, in maniera più o meno disperata.
Il processo è inesorabile: non sono stati capaci di costruire egemonia, e la storia non dà le occasioni per più volte. Hanno avuto un'occasione e l'hanno sprecata.
Inizierà un passaggio obbligato: il centro sinistra tornerà a governare, prima il territorio poi il paese.
Sarà un altro disastro, ma almeno gli antifascisti estetici non avranno più un giocattolo con cui trastullarsi per nascondere la loro mancanza di progetto e anche di idealità.
Qualche amico, di quelli che stimo e che pensano, dice che sarà una ruota continua, da questi a quelli, poi di nuovo i primi e così via all'infinito.
Un infinito passare dalla famiglia fratoianni e dal PD a Fratelli di Italia, cosmetica, senza che cambi niente.
Può essere, ma io penso si stia esaurendo un combustibile essenziale: la credibilità.
La Meloni ha perso ogni credibilità. La perderà ogni giorno che passa.
Il centro sinistra l'ha persa ma ci sono quelli che non hanno niente da proporre al paese tranne l'antifascismo e l'antiqualcosa (l'antiberkuscinismo, la destra becera) che ancora si muovono. Basteranno a riportare al governo il centro sinistra.
Si può prevedere quello che farà, dall'esercito europeo alla riforma delle pensioni, alla richiesta di sacrifici.
I sacrifici tra poco li dovrà chiedere del resto chiunque sia al governo. Il PNRR è soprattutto un prestito che dovremo iniziare a restituire.
Ognuno darà la colpa all'altra.
Ma io credo che la crisi sistemica si allargherà.
Ogni mossa per bloccarla aumenterà le criticità.
Il 7% di aumento per la sanità sarà dimenticato in fretta.
Il resto sarebbe una lista inutile: però le urla scomposte di alcuni amici cesseranno. Senza la destra perderanno il giocattolo da attaccare, dovranno dire che cosa vogliono per la scuola, la sanità, l'università, vedremo le decisioni su Gaza, sulla pace.
Io penso che faranno un disastro, e la crisi di credibilità si radicalizzerà.
La meloni, se la guardiamo da un punto di vista sistemico, e' ancora un modo per risolvere una crisi di credibilità e di struttura con le risorse interne al sistema. Ma ha fallito.
Ma stiamo bruciando tutte le risorse interne. Non abbiamo rappresentanti apicali autorevoli, o che rappresentano l'unità del paese. Sono divisivi Anche loro, e questo non è un giudizio, è una descrizione sociologica.
Stiamo bruciando tutte le risorse interne per reagire a una crisi crescente.
Bisogna rassegnarsi: Forse non ci sono cambiamenti epocali senza una crisi devastante.
Resta indeciso se questa verrà prima dall'interno o dall'esterno. O in tutti e due i modi. Ma che verrà, che è già in cammino, su questo io penso non ci siano dubbi.