Uno stato di guerra permanente
di Riccardo Paccosi - 13/06/2025
Fonte: Riccardo Paccosi
L'era della "escalation controllata", destinata a sfuggire al controllo
Anche il conflitto iraniano-israeliano in corso, rientra in quel paradigma di "escalation controllata" al quale abbiamo finora assistito in altri teatri di guerra.
Una volta iniziati i bombardamenti israeliani, infatti, gli americani hanno immediatamente chiamato gli iraniani comunicando loro di non stare partecipando all'attacco e quindi esortando/intimando la Repubblica Islamica a non colpire per rappresaglia le basi americane in Medioriente.
Anche ammesso e non concesso che riesca a reggere nel tempo, quello dell'escalation controllata è uno strumento volto a costruire uno stato di guerra senza fine.
Per Trump, si tratta oggi del secondo fallimento della sua politica "pacifista". Falliti i negoziati russo-ucraini, stessa sorte è toccata a quelli iraniano-statunitensi.
.
Il punto è che non può esserci pace per il semplice motivo che, a meno che non cessi di esistere come entità geopolitica, l'Occidente non reca oggi alcuna visione del futuro che non sia quella della guerra. Infatti...
1) I tre i teatri di guerra principali - conflitto russo-ucraino, fronteggiamento statunitense-cinese intorno a Taiwan e conflitto israelo-palestinese - sono stati pianificati e decisi unilateralmente dall'Occidente nei casi dell'Ucraina e Taiwan mentre, nel caso del Medioriente, il fronte atlantista ha promosso e avallato il piano estremista della "Grande Israele", il quale può essere perseguito solo mettendo a ferro e fuoco l'intero Mediterraneo.
2) Bloomberg ha divulgato la bozza del documento finale che verrà licenziato dal vertice NATO del 24-25 giugno, ove è scritto che la Russia rappresenta una minaccia e che tutti i membri dovranno portare le spese militari al 5% del PIL nei prossimi sette anni.
3) Gli Stati Uniti - grazie a Trump durante il suo primo mandato - sono usciti dai trattati internazionali ABM, INF e Cieli Aperti volti a limitare la proliferazione di armi nucleari. L'ultimo trattato ancora in vigore, il New Start, scadrà a gennaio 2026 e non c'è ragione di credere che verrà rinnovato.
4) In questa situazione di Legge della Giungla Internazionale, grandi potenze come la Cina nonché diverse potenze intermedie, non potranno fare altro che impegnarsi a ottenere e/o incrementare un forte e competitivo arsenale atomico finalizzato alla deterrenza.
.
Messe le cose in questi termini, quello che si prospetta è uno stato di guerra permanente e generalizzato che duri almeno fino al 2030, con tutto ciò che ne consegue sul piano dell'impoverimento della popolazione e della dissoluzione dei diritti democratici.
In alternativa allo stato d'eccezione bellico della durata minima d'un decennio, all'orizzonte ci sono altre tre possibilità dall'esito certamente più rapido:
1) Una vittoria della linea "pacifista" di Trump sul piano diplomatico e sul piano dei rapporti di forza interni agli Stati Uniti. Questa è però un'opzione sulla quale, alla luce degli ultimi sviluppi, risulta sempre più difficile riporre fiducia.
2) Il progetto di first strike nucleare contro la Russia, caldeggiato principalmente dalla Gran Bretagna. La partecipazione britannica ai bombardamenti ucraini del primo giugno, infatti, serviva a dimostrare - ancorché solo simbolicamente - che la Russia potrebbe subire un first strike senza riuscire a reagire. E non va dimenticato come, nel 2015, anche sui media mainstream giunse la notizia della scoperta, da parte dei russi, di un piano di first strike operatviamente predisposto dagli inglesi.
3) Il collasso dell'Occidente come entità geopolitica a guida anglosassione, grazie alla per ora poco probabile ma comunque sempre possibile seconda guerra civile americana, nonché grazie a una nuova Primavera dei Popoli in Europa, che rovesci i vari Starmer, Merz e Von der Leyen. Ma quest'ultima ipotesi - dato un contesto in cui non riesce a formarsi neppure uno straccio di coordinamento internazionale fra i movimenti contro la guerra dei vari paesi - risulta al momento fantapolitica.
…