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L’Iran è disconnesso dal sistema SWIFT: cosa ancora ci si può aspettare?

di Valentik Katasonov - 16/11/2018

L’Iran è disconnesso dal sistema SWIFT: cosa ancora ci si può aspettare?

Fonte: Comedonchisciotte

Se la Russia sarà la prossima, quanto è pronta alla disconnessione?

Il 5 novembre è entrata in vigore una nuova serie di sanzioni economiche contro l’Iran da parte di Washington. Include il blocco delle riserve internazionali di Teheran, il divieto dell’uso dei porti iraniani e l’esportazione di petrolio iraniano. Ha avuto luogo anche la disconnessione delle organizzazioni finanziarie iraniane dal sistema di trasferimento delle comunicazioni di pagamento SWIFT.

L’Iran ci è abituato: le prime sanzioni anti-Iran di Washington sono state imposte quasi quattro decenni fa, nel 1979. Per quasi quattro decenni, non c’è stato un giorno in cui le sanzioni siano state revocate per intero. Nel 2015, dopo la firma di un accordo multilaterale sul programma nucleare iraniano, è iniziata una riduzione graduale delle sanzioni, ma non è stata completata (in particolare, tutte le riserve internazionali dell’Iran bloccate non sono state scongelate). E ora, a causa del ritiro degli Stati Uniti da questo accordo, è iniziato un nuovo ciclo di sanzioni.

Voglio soffermarmi su una sanzione come il blocco del sistema SWIFT. Il blocco comprende le operazioni di 70 organizzazioni finanziarie iraniane, incluse le 14 maggiori banche del Paese. Questo è il secondo blocco nella storia delle sanzioni economiche statunitensi contro l’Iran (il primo è stato nel 2012). Questa sanzione è una delle più dure ed è stata in vigore fino al 2016.

Il sistema SWIFT non è sotto la giurisdizione americana, è governato da una società cooperativa registrata in Belgio. I membri della società e gli utenti sono istituzioni finanziarie della maggior parte dei Paesi del mondo. Ad oggi, oltre 10.800 tra le più grandi organizzazioni (principalmente bancarie) in più di 200 Paesi sono collegate a SWIFT. Washington ha dovuto fare molti sforzi per assicurare che la società bloccasse le operazioni dell’Iran. Si è dovuto agire attraverso gli organi direttivi dell’UE e le autorità del Belgio, che hanno dato l’ordine finale per il blocco.

Quando nel maggio 2018, il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha reso pubblico il suo ultimatum sull’Iran, è stato accolto con ostilità non solo a Teheran. Sono contrari in modo categorico l’Europa e altri Paesi, con i quali in Iran si sono iniziati a strutturare scambi e relazioni economiche, dopo la stipula dell’accordo sul nucleare. Inoltre, la società SWIFT ha ripetutamente affermato che è fuori dalla politica, che non rischierà la sua reputazione e non si accingerà a disconnettere nuovamente l’Iran dal sistema. Ma no! Si è dovuto procedere.

Di conseguenza, in estate l’Europa ha dichiarato che avrebbe urgentemente creato un sistema SWIFT alternativo sotto il pieno controllo di Bruxelles. Il Ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas ha annunciato, ad agosto, che erano iniziate le proposte di creazione di sistemi di pagamento indipendenti in Europa. Questa affermazione era alquanto strana, poiché il sistema esistente è generalmente sotto la giurisdizione europea. E se verrà creato il sistema SWIFT-2, dov’è la garanzia che anche questo non “cederà” sotto la pressione di Washington?

Dopo il discorso di Heiko Maas, alcuni dettagli sono apparsi sui media. Gli Europei hanno concordato di creare una struttura speciale (special purpose vehicle, SPV) per eludere le sanzioni anti-Iran, attraverso la quale sarebbero effettuati pagamenti per operazioni di esportazione-importazione. Il Ministro degli Esteri della UE, Federica Mogherini, insieme al Ministro degli Esteri iraniano Javad Zarif, il 24 settembre ha annunciato la creazione di una SPV. Secondo Mogherini, il piano per creare una SPV “significherà che gli Stati membri dell’UE creeranno un’entità legale per facilitare transazioni finanziarie legittime con l’Iran, e ciò consentirà alle compagnie europee di continuare a commerciare con l’Iran”, nonostante l’opposizione degli Stati Uniti. La nuova struttura di intermediazione finanziaria multinazionale, creata dai Paesi europei, si occuperà delle società interessate alle transazioni con le controparti iraniane. Tali transazioni, presumibilmente in euro e sterline inglesi, non saranno trasparenti per le autorità americane. Le aziende europee che hanno a che fare con un mediatore governativo, non possono essere tecnicamente accusate da Trump di aver violato le sanzioni statunitensi.

Il Segretario di Stato americano Mike Pompeo ha immediatamente risposto all’iniziativa dell’Unione Europea. Ha dichiarato che la creazione di una struttura speciale per eludere le sanzioni è “una delle soluzioni più controproducenti che si possono immaginare dal punto di vista della sicurezza globale e regionale”.

La Russia ha mostrato immediatamente interesse per la creazione di una struttura speciale e ha espresso la volontà di aderire al progetto. “Questa sarà una via d’uscita e una risposta alle restrizioni che gli Stati Uniti introducono, sia per le imprese che per le istituzioni finanziarie regolate nella valuta statunitense”, ha detto il 5 ottobre il Primo Vice Primo Ministro, il Ministro delle Finanze Anton Siluanov. Tuttavia, la Banca Centrale della Federazione Russa non ha ancora ricevuto l’invito ad aderire alla controparte europea del sistema di pagamento SWIFT. Come si è scoperto un po’ più tardi, non c’era nulla a cui aderire. Alla fine di ottobre, è stato reso chiaro che il piano della creazione della SPV non sarebbe stato realizzato. I media hanno detto: nessun Paese dell’UE ha accettato di collocare sotto la sua giurisdizione la struttura speciale per eludere le restrizioni nei confronti di Teheran.

Le imprese europee hanno reagito con molta mestizia alla decisione di Washington di bloccare le operazioni con il sistema SWIFT dell’Iran, e al fallimento dei tentativi di Bruxelles nell’organizzare il sistema SWIFT-2. L’agenzia di stampa Bloomberg ha diffuso una dichiarazione del 9 ottobre di Thilo Brodtmann, Direttore esecutivo del VDMA (Verband Deutscher Maschinen- und Anlagenbau),secondo il quale la federazione è preoccupata che la Russia possa essere il prossimo Paese, dopo dell’Iran,che verrà disconnesso dal sistema internazionale di trasmissione dei dati interbancari. “Oggi tocca all’Iran, domani alla Russia e poi alla Cina?”, ha detto il capo del VDMA, il quale ha affermato che circa 3.200 ditte che hanno stipulato transazioni internazionali, compresa la Russia, potrebbero subire una crisi a causa della decisione di SWIFT.

La dichiarazione di Thilo Brodtman fa ancora riflettere: quanto è probabile che la Russia venga disconnessa dal sistema SWIFT? Quali potrebbero essere le conseguenze per la Russia? Quanto è pronta la Russia alla disconnessione?

La probabilità che la Russia venga disconnessa da SWIFT non è così minimale. Un’opzione del genere, come il blocco del sistema SWIFT, è nei piani del Dipartimento del Tesoro statunitense. Prendo atto che per la prima volta per Washington è stato più difficile scardinare la leadership della società SWIFT; per la seconda volta non c’è stata quasi opposizione. Quindi, se lo desiderasse, Washington sarà in grado di giungere al blocco della Russia. Ci sarà anche un effetto collaterale negativo per gli Stati Uniti, ma mi sembra che Washington abbia smesso di contabilizzare le conseguenze di alcune delle sue azioni.

A Mosca hanno iniziato dal 2014 a prepararsi alla disconnessione dal sistema SWIFT. Ha avuto inizio la creazione di un’alternativa russa a SWIFT, chiamata SPFS (Система передачи финансовых сообщений – Sistema di trasferimento delle comunicazioni finanziarie). Dalla fine del 2016 è iniziata l’implementazione graduale. Tuttavia, per il momento, il SPFS è dedicato quasi esclusivamente agli addebiti e ai pagamenti che avvengono tra le organizzazioni russe, ovvero, i rischi di disconnessione del sistema SWIFT per il mercato interno sono ridotti. I rischi associati al servizio di pagamenti internazionali rimangono elevati. Sono stati fatti tentativi per rendere l’SPFS un sistema internazionale. Il Primo Vicepresidente della Banca Centrale della Federazione Russa, Olga Skorobogatova, nel maggio 2018, affermava che la Banca di Russia stava valutando la possibilità di connettere i non residenti all’SPFS. Tecnicamente, le aziende e le banche non residenti possono connettersi al sistema russo già ora; sono in corso negoziati con le banche centrali straniere.

I piani della Banca Centrale, che sovrintende all’SPFS, sono tali che, nella prima fase, perseguono la transizione alla messa in servizio, da parte di questo sistema, di società e banche dei Paesi limitrofi, in primo luogo dell’Unione Economica Eurasiatica. Nella seconda fase, è previsto di trasformare l’SPFS in un analogo del sistema SWIFT per essere a servizio dei pagamenti della Russia con i Paesi membri del BRICS. Tra gli altri Stati, potenziali partecipanti al SPFS, la Banca di Russia nomina Iran e Turchia. Tuttavia, l’espansione della portata internazionale dell’SPFS dovrebbe avvenire rapidamente. Altrimenti, le perdite economiche della Russia saranno enormi, le transazioni del commercio estero potrebbero essere bloccate o estremamente difficili (lo scambio commerciale con l’estero russo per il 2017 è stato di 584 miliardi di dollari, pari a quasi il 37% del PIL).

P.S. Un’ulteriore protezione dal blocco del sistema SWIFT per la Russia potrebbe essere un uso più ampio dei sistemi di scambio commerciale (accordi sui beni di scambio). Qui torna utile l’esperienza dell’Iran, che ha già fatto uso del meccanismo dello scambio commerciale.Presumibilmente, nel prossimo futuro, una parte significativa del commercio russo-iraniano sarà effettuata sulla base dello scambio commerciale, cioè senza l’uso di valuta. Mosca sta anche discutendo la possibilità di un più ampio uso di sistemi di scambio, nel commercio con partner come la Cina e la Turchia.

Fonte: www.fondsk.ru

Link: https://www.fondsk.ru/news/2018/11/11/iran-otkluchen-ot-sistemy-svift-chto-dalshe-47101.html

Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da NICKAL88