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L’oro di Bankitalia alla Patria, ma quello all’estero che fine fa?

di Fabrizio Pezzani - 21/12/2025

L’oro di Bankitalia alla Patria, ma quello all’estero che fine fa?

Fonte: Fabrizio Pezzani

Il recente dibattito sull’oro di Bankitalia alla patria ha sollevato ampie discussioni che hanno tuttavia toccato solo una parte del problema dell’oro del suo valore e della sua contropartita rispetto alla moneta cartacea-fiat che sta inondando i mercati con un deprezzamento continuo rispetto all’oro ma non è stato sempre così.
Il ruolo dell’oro negli scambi e come elemento fiduciario di un’economia è sempre stato forte e spesso nelle crisi economiche o in periodi di guerra si è fatto ricorso al deposito d’oro come controvalore reale di un paese . Nella grande depressione il presidente Roosevelt nel 1933 emise l’ordine esecutivo 6102 che obbligava gli americani a consegnare l’oro in cambio di dollari cartacei con pesante multe per chi non lo avesse fatto compresa la galera ma poi il governo svalutò del 41% il dollaro aumentando il prezzo dell’oro da 20,67 a 35$ l’oncia ; fu un terribile esproprio ai danni dei cittadini che venivano da un periodo terribile .
La svolta nel rapporto dollaro-oro avvenne nel 1944 con la definizione del principio del “ gold axchange standard “ che obbligava e vincolava alla stampa di una quantità definita di monete rispetto ad una definita quantità di oro – 36$ ogni oncia d’oro - ; per capire le variazioni del valore dell’oro e della carta moneta oggi un’oncia d’oro vale quasi 4000$. Il sistema determinò una forte stabilità nei cambi e contribuì al rilancio dell’economia  nel  dopoguerra .
Poi nel 1971 Nixon dichiarò la fine di quel sistema affermando che gli Usa potevano stampare moneta all’infinito dando al dollaro la qualifica di moneta di scambio preminente nel mondo occidentale ; la creazione del petrodollaro nel 1973 e nello stesso anno del sistema Swift incardinarono il dollaro come moneta prima negli scambi contribuendo a svalutare le monete degli altri paesi come il nostro che furono travolti da un’ondata inflattiva devastante . L’inflazione salì al 20% e contribuì a creare il monetarismo infinito senza corrispettivi reali che ci sta soffocando ed allora il ritorno all’oro sembra una via di fuga così si ritorna a parlare di una forma di ritorno all’oro come possibile contropartita  , l’oro ridiventa importante in presenza di una carta moneta infinita che rischia di perdere valore .
Gli stati con più riserve di oro sono gli USA – 8133 tonn.- Germania – 3359 ton.- Italia 2452 ton.-  Francia 2452 ton.- Russia 2298 ton .- Cina 1948 ton.- ma le reali consistenze non sembrano essere certe perché sia la Cina che la Russia hanno continuato in questi anni ad acquistare oro e le riserve di Fort Knox sono sempre un mistero.
E’ importante saperlo perché il 43% del nostro oro è presso gli Stati Uniti – Fort Knox e FED - , il 5,76% in Gran Bretagna ed il 6,09 % in Svizzera ed è necessario capire la sua reale consistenza ed il suo reale valore.
Gli ultimi audit sull’oro rinchiuso a Fort Knox risalgono al 1953 ed al 1974 poi più niente e questo ha sollevato critiche e domande sulla reale consistenza dell’oro e sul suo valore perché   per molto tempo si è discusso sul tema senza riscontri , l’oro spesso immagazzinato nel deposito non era sempre puro ma in forma coin -bar cioè il 90 % in oro ed il 10% in rame con una significativa perdita di valore .
Ora i dubbi sono legittimi per sapere se i reali lingotti italiano barrati come da sempre Bankitalia ci sono ancora o non sono stati sostituiti da altri ; le truffe sull’oro sono diffuse e talora il tungsteno che ha lo stesso peso specifico dell’oro viene scambiato per oro anche se è solo ricoperto .
La Germania ha cominciato a chiedere indietro il suo oro in parte allarmata dalla presidenza Trump che diventa difficile capire in considerazione della sua presa di posizione nei confronti dell’Europa accusata di approfittarsi della copertura bellica degli Usa questo potrebbe spingerlo a posizioni di intransigenza e di ricopertura delle spese fatte a favore della UE ? Al riguardo la CDU ha chiesto al cancelliere Mertz di mettere all’ordine del giorno il ritorno dell’oro tedesco in patria essendo cadute le motivazioni che al tempo avevano spinto alla collocazione dell’oro negli Usa dove la Germania ha 1236 tonnellate di oro che rappresentano il 37 % dell’oro tedesco sempre meno di noi che in Usa abbiamo il 43% del nostro.
Ora non sembra fuori luogo la richiesta di procedere al rimpatrio del nostro oro fiduciosi di trovarlo ma la difficoltà di capire cosa ci sia a Fort Knox aumenta l’istanza di un suo rientro porta a fare le seguenti domande:
-Quanto oro possiede realmente il governo Usa e la sua purezza ?
-E’ gravato da oneri, locato , scambiato , ipotecato?
-E’ stato dato in pegno come garanzia di posizioni debitorie?
-Chi è l’effettivo proprietario e chi lo custodisce ?
E’ giusto affermare che l’oro italiano è a disposizione del suo popolo ma anche quello all’estero deve fare lo stesso percorso e forse una proposta al CDM in merito a questa situazione non sarebbe pellegrina.