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L’ultima battaglia è già iniziata

di Francesco Lamendola - 25/08/2019

L’ultima battaglia è già iniziata

Fonte: Accademia nuova Italia

Da quando il mito del benessere è entrato nelle nostre case e ha stravolto il nostro modo di vivere, proiettandoci interamente verso noi stessi, verso le cose da possedere e non più verso Dio da adorare, abbiamo incominciato a perdere la guerra: esito scontato, dal momento che ci siamo perfino scordati che c’è una guerra in corso. È l’eterna guerra del Bene contro il Male, della verità contro la menzogna, della grazia contro il peccato: guerra che i nostri progenitori sapevano benissimo di dover combattere, perché di fronte ad essa nessuno può considerarsi neutrale e rimanere in disparte. Il senso del dovere, lo spirito di sacrificio, l’amore a Dio, alla patria e alla famiglia, l’abnegazione verso le generazioni future che si esplica nella procreazione e nella cura dei bambini (serit arbores, quae alteri saeculo prosint, come insegnava già Cicerone) nascevano da questa consapevolezza. Il cristianesimo l’ha portata al grado più elevato e più perfetto: proclamando l’uomo figlio prediletto di Dio, e annunciando la lieta novella di Dio che si fa uomo per il riscatto dei suoi figli, ha dato la massima evidenza al senso di questa battaglia, che ha per posta il nostro destino eterno. Ma la civiltà moderna, nata in opposizione a Cristo, ha voluto spegnere questa consapevolezza e, ispirata dal diavolo, sostituirla con un crasso edonismo materialista. La fiaccola è stata posta sotto il maggio, in modo che non illuminasse più la vita degli uomini; e a completare quest’opera sinistra è stata, negli ultimi decenni, proprio la Chiesa, la quale, pur fra alti e bassi, per quasi duemila anni aveva tenuto alta la fiamma e illuminato la via, secondo l’insegnamento e il mandato ricevuto da Gesù Cristo. Negando esplicitamente l’esistenza del diavolo, per bocca del generale dei gesuiti, Sosa Abascal, la Chiesa si è fatta una contro-chiesa d’ispirazione satanica; ispirazione confermata con atti e con parole innumerevoli dal falso papa Bergoglio e dalla sua corte di malvagi satelliti. Come dimenticare quelle sue terribili parole: Gesù si è fatto serpente, Gesù si è fatto diavolo? E come scusare il silenzio di chi doveva parlare, l’ignavia di chi doveva capire, la viltà e la piaggeria di chi doveva ribellarsi davanti a uno scandalo così inaudito, così satanico, dato alle anime per trascinarle nella confusione e nell’errore?

Come cattolici, siamo inescusabili: abbiamo sempre saputo che la vita sulla terra è una milizia, e che siamo in trincea contro un nemico; abbiamo sempre saputo che prima o poi sarebbe giunta l’ora della battaglia suprema. Se ora ci siamo lasciati sorprendere, è stato per nostra colpa e per aver addomesticato il senso delle Scritture, per aver banalizzato il Sacrificio di Gesù Cristo, che si rinnova nel Mistero Eucaristico. È ben per questo che un clero malvagio e infedele ha svuotato di senso il rito della Messa; ed è per questo che il pontefice massone Paolo VI ha abolito la liturgia di Pio V e l’ha sostituita con una liturgia massonica e modernista, dove il Sacrificio Eucaristico sfuma nei termini vaghi di una cena protestante, di una commemorazione, mentre il protagonista della cerimonia diventa, tacitamente o anche esplicitamente, l’assemblea del popolo e non più il Signore Gesù: tanto che davanti a Lui, come insegna il falso papa argentino, non occorre neppure inginocchiarsi (mentre è cosa buona e giusta prostrarsi fino a terra davanti a degli esseri umani). Gli indegni e blasfemi abusi liturgici degli ultimi anni, i balletti pagani davanti all’altare, le scandalose omelie inneggianti alla perversione e al peccato, o trasformate in comizi politici a favore della sinistra e contro chi difende i valori cristiani, la contraffazione dei paramenti sacri con simboli mondani o esplicitamente perversi, come le sciarpe arcobaleno, non sono che la logica conseguenza di questa aberrazione, partita da un circolo di prelati massoni come Annibale Bugnini e da teologi modernisti come Walter Kasper. Ma tutto questo dovevamo saperlo, dovevamo aspettarlo, dacché abbiamo voluto scordarci che la vita terrena è una guerra e che l’ultima battaglia, prima o poi, sarebbe arrivata. Léon Bloy diceva, assai giustamente, che quando voleva conoscere le ultime notizie, non leggeva i giornali, ma le lettere di San Paolo e l’Apocalisse. E a proposito di san Paolo, rileggiamo la Lettera agli Efesini, 6, 12:

 

La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti.

 

Chiaro, è chiaro; oppure no? Se ora ci stiamo lasciando sorprendere, la colpa è interamente nostra: le Scritture ci hanno sempre messi in guardia. Ma la verità è che noi, da un pezzo, nelle profondità della nostra anima, avevamo smesso di essere cristiani; siamo diventati dei pagani, o meglio dei pagani verniciati (malamente) da cristiani e da cattolici. Ciò che si insegna nei seminari e nelle facoltà teologiche è ormai così aberrante, che i suoi frutti sono le parole diaboliche di Sosa Abascal e di Bergoglio, di Paglia, di Kasper, eccetera. E ciò che si insegna al catechismo, ai bambini e ai ragazzini avviati alla Prima Comunione e alla Cresima, è talmente inconsistente, talmente confuso, che il risultato sono i “cristiani LGBT” e gli invertiti che pretendono il “matrimonio” in chiesa, con la benedizione di Dio. Non lo chiedono, lo pretendono: ed è giusto, una volta che si sia accolto il principio della sovranità popolare e della maggioranza democratica, cioè una vola che si sia spodestato Cristo Re dal suo trono, per sostituirlo con la venerazione dell’uomo stesso. Il male che hanno fatto e continuano a fare alla coscienza dei fedeli sacerdoti come James Martin e teologi come Enzo Bianchi è immenso, incalcolabile; e il fatto che i loro sciagurati insegnamenti trovino la più ampia cassa di risonanza sui mass-media cattolici indica chiaramente che ormai la sinagoga di Satana si è sostituita, pezzo per pezzo, seminario per seminario, diocesi per diocesi, parrocchia per parrocchia, alla vera Chiesa di Gesù Cristo. La quale non è scomparsa del tutto – ciò non avverrà mai, stante l’infallibile promessa del Signore medesimo – ma è talmente oscurata, emarginata, rifiutata, ostracizzata, che a stento ne si può intravede, qua e là, la presenza; mentre trionfano i falsi preti, i falsi vescovi e i falsi cardinali, sostenuti da un falso popolo di Dio.

Ora, l’ultima battaglia che si sta preparando, e che anzi è già cominciata, ci sorprende anche in un altro senso: perché essa non avviene nelle forme che noi ci saremmo aspettati, se pure ce l’aspettavamo, ma in forme totalmente diverse, che ci trovano particolarmente impreparati. Non abbiamo meditato a sufficienza le parole di san Paolo, la nostra battaglia non è contro creature fatte di sangue e di carne; abbiamo sottovalutato la componente diabolica e gli inganni d cui si serve colui che è maestro supremo dell’inganno. Ciò che vogliamo dire è che a scatenare l’offensiva finale del Male contro il Bene non sono solamente uomini, uomini “normali”, ma uomini diabolicamente ispirati e perciò dotati di tutte le astuzie, le tecnologie, le tattiche suggerite loro dall’infernale maestro. La posta in gioco del loro assalto non è solo la nostra anima immortale, ma anche la nostra condizione antropologica. Essi - e ci riferiamo a quei pochissimi super-oligarchi, padroni di quasi tutta la ricchezza mondiale, che stanno dietro le quinte del potere politico ed economico, e dei quali abbiamo già tante volte parlato – hanno messo a punto tecniche di manipolazione cerebrale e di inserimento di microchip nel corpo umano, da film dell’orrore, e già le stanno sperimentando concretamente. Vi sono indizi del fatto che stanno creando un esercito di individui mentalmente telecomandati, che possiamo chiamare, per capirci, “candidati della Manciuria” (dal titolo del film di Jontahan Demme del 2004, tratto dal romanzo di Richard Condon). Alcuni suicidi e omicidi razionalmente inspiegabili sono probabilmente il frutto di questi esprimenti. Qualcuno ricorda, tanto per fare un esempio, gli attentati del 22 luglio 2011 in Norvegia, nei quali un solo individuo, Anders Breivik, uccise 77 persone (secondo altre fonti, 93) e ne ferì 2 o 300? L’obiettivo principale di costui, presentato dai media come un fanatico di estrema destra, era un campo di giovani del Partito Laburista Norvegese che si teneva sull’isola di Utoya. Ci sono molte cose strane in quella vicenda, molti aspetti che non tornano, molte incongruenze e coincidenze, e molti interrogativi senza risposta. Ci limitiamo a segnalare un fatto che è stato trascurato da tutti i giornali e telegiornali, ma che non è sfuggito all’ottimo Maurizio Blondet: quattro giorni prima della strage, il 18 luglio 2011, il governo norvegese aveva reso esplicita la sua volontà di riconoscere l’indipendenza dello Stato di Palestina, e tre giorni prima, il 19 luglio, il leader del movimento giovanile laburista  norvegese (A.U.F.), Eskil Pedersen, aveva dichiarato ufficialmente: È giunto il momento di attivare misure più severe contro Israele… Noi della Gioventù laburista vogliamo un embargo economico unilaterale della Norvegia contro Israele. Parole chiare, molto chiare, non è vero? Forse troppo. E che dire del fatto che Breivik, questo fanatico di estrema destra, fosse un ultra sostenitore di Israele? Significativamente, non se l’è presa con qualche moschea o con qualche comunità islamica, ma coi suoi connazionali del partito che intendeva assumere una politica più energica per costringere Israele a riconoscere lo Stato palestinese. A questi punto, saremo ancora più espliciti: Anders Breivik era per caso un candidato manciuriano? La sua mente era telecomandata da qualcuno?

Quante stragi degli ultimi anni, o decenni, hanno una matrice altrettanto ambigua e sono state compiute da soggetti altrettanto “strani”? Tuttavia, la cosa più strana di tutte è la facilità con cui una singola persona (o pochissime persone, come nel caso dell’11 settembre 2001 negli Stati Uniti) riesce a eludere tutti i sistemi di sicurezza, a beffare tutti i servizi segreti, e a provocare il massimo dei morti, del dolore e dello spavento, nei tempi e nei luoghi più sensibili alle vicende geopolitiche in corso. Tre anni prima delle stragi di Oslo e di Utoya, la BBC aveva lasciato il pubblico a bocca aperta mostrando in diretta il tentato – e inspiegabile  suicidio, in diretta, di due sorelle gemelle svedesi, su un’autostrada britannica. Prima l’una, poi l’altra, benché trattenute da uomini e donne della polizia, si sono slanciate in mezzo alla carreggiata e sono state investite in pieno da un grosso camion che stava sopraggiungendo a velocità sostenuta. Inspiegabilmente, non sono morte sul colpo, anzi una delle due si è presto rialzata e ha impegnato gli agenti un vero corpo a corpo, riuscendo per un momento a divincolarsi e a fuggire, per essere poi riacciuffata e condotta in ospedale, come sua sorella. Il tutto si può vedere in un filmato in lingua inglese, postato sul sito https://sebirblu.blogspot.com/. Fin da allora ci fu chi ipotizzò che il comportamento delle due giovani donne fosse il frutto di una manipolazione cerebrale operata dai servizi segreti americani, a scopo di esperimento, per vedere quanto efficaci fossero gli ordini impartiti mentalmente a distanza a un individuo “preparato” in precedenza, in questo caso per verificare se l’istinto di sopravvivenza possa riemergere e inibire un comando suicida. Se è così, l’esperimento è perfettamente riuscito: neppure un grappolo di agenti addestrati è riuscito a trattenere Erika e Sabina Eriksson, le due gemelle che volevano darsi la morte sotto le ruote di un camion. Ora, il caso particolare dei candidati manciù è solo una delle numerose varianti diaboliche di una scienza impazzita, ebbra di potere e pronta a prostituirsi davanti a qualsiasi padrone, una scienza che non si ferma davanti a nulla e che è ben decisa a trasformare un certo numero di esseri umani in burattini telecomandati, o a sostituirli con dei cyborg e degli androidi, o con ibridi creati in laboratorio mescolando geni di specie diverse, umana e animale. Questa, purtroppo, non è fantascienza: è l’Isola del dottor Moreau preconizzata da Herbert G. Wells, e divenuta realtà.

Perciò la battaglia finale è già incominciata, e noi non sappiamo neppure quali siano i volti dei nemici che la stanno sferrando contro di noi e contro le nostre anime. In gioco c’è qualcosa di ancor più prezioso della nostra vita presente: c’è il nostro destino eterno. Quest’ultima battaglia è anche l’ultima tentazione. La tentazione di adorare l’uomo, di adorare la scienza, di adorare il potere, di adorare il denaro e di rifiutare definitivamente e irrevocabilmente l’Amore di Dio. Questa è anche l’ultima chiamata; e noi siamo del tutto impreparati, sia materialmente che spiritualmente. Una cosa sola è certa: che dietro i volti, spesso ben dissimulati, dei mille nemici della Verità, dei mille maestri di frode e di menzogna, c’è in definitiva un volto solo, quello ghignante e repellente dell’antico avversario. È lui che tesse le fila della trama, è da lui che parte la direzione strategica: gli altri non sono che pedine, attori secondari o semplici comparse. Perfino i padroni occulti del mondo, gli oligarchi finanziari, per non parlare degli scienziati che si prestano a orribili esprimenti contro l’uomo, sono solamente strumenti dei quali si serve e che ricompenserà nel modo che gli è congeniale, se pure non lo sta già facendo. Non ci si mette impunemente a disposizione delle forze del Male: c’è un prezzo da pagare, dopo i successi apparenti, ed è il prezzo più alto di tutti. Quanto a noi, badiamo a non lasciarci ingannare e a conservare chiara la mente, e l’anima pura. Dobbiamo pregare e avere coraggio. Con la grazia di Dio, possiamo ancora vincere; senza di Lui o addirittura contro di Lui tutto è perduto. Non c’è più spazio per le ambiguità: il tempo è scaduto. È qui, adesso.