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La coincidenza delle catastrofi

di Maurizio Murelli - 23/06/2022

La coincidenza delle catastrofi

Fonte: Maurizio Murelli

Chi conosce le mie riflessioni ben sa che da molto tempo vado preconizzando l’avvento di un’epoca in cui si sarebbe dovuto vivere nel pieno di devastanti catastrofi. Credo di aver cominciato a parlarne due anni fa. Da ultimo, a inizio anno, ho cominciato a segnalare che, secondo me, tra luglio e l’inizio dell’autunno queste catastrofi si sarebbero ben palesate e moltiplicate approssimandosi al culmine della loro potenza.
A teorizzare la “coincidenza delle catastrofi” in termini scientifici fu negli anni Cinquanta il matematico René Thom, teoria che poi ha influenzato diversi pensatori e io, vent’anni fa, mi ritrovai a parlarne con Guillaume Faye che la teoria l’aveva elaborata a suo modo. In seguito il tema è stato al centro di conversazioni con altri pensatori, da ultimo Aleksandr Dugin. Con chiunque abbia affrontato il tema, la convinzione dell’ineluttabilità dell’avvento di un epoca in cui diverse catastrofi si sarebbero date coincidete appuntamento veniva data per certa.
Ora pare proprio che ci siamo:
Guerra;
Siccità;
Crisi economica;
Crisi alimentare;
Crisi ambientale;
Crisi energetica;
Immigrazioni;
Pandemie;
etc.
Si palesano catastrofi mentre il nichilismo avanza, la coesione sociale sfarina, la povertà dilaga, il tipo umano codardo si moltiplica assurgendo a modello cui rifarsi, le élite governative mondiali e nazionali neutralizzano le istanze popolari fortificando la dittatura liberale chiamandola democrazia del futuro.
Spesso gli scienziati per cercare risposte e soluzioni ai grandi temi usano il microscopio. Osservano il microcosmo per spiegarsi il macrocosmo. Facendo qualcosa di simile per cercare la causa della febbre che ha preso il mondo a tutti i livelli, l’analista può osservare quel che accade in Italia e, nel farlo, tra le tante cose che subito può rilevare è proprio la presenza estesa e virale  del codardo. Non c’è miglior fertilizzante per alcune delle catastrofi palesatesi, che l’umano potrebbe affrontare, del codardo. Il codardo lo vediamo imperversare nelle istituzioni, in Parlamento e nei media. Il codardo ha come prima attitudine quella del conformismo, cioè il conformarsi ai desiderata del più forte, il subordinarsi a colui che gli può garantire carriera, prebende, vita agiata e comoda, salvarlo dal combattimento. Il codardo di suo ha già la schiena spezzata, un’anima che è una discarica per i rifiuti più nauseabondi: in pratica è già “storto” dalla nascita. Il codardo l’abbiamo visto ieri in Parlamento prendere la ribalta, lo vediamo oggi come imbonitore imperversare sulla stampa. Per quanto ho cercato non ho trovato uno che è uno (o una che è una) sottrarsi al conformismo, alla narrazione atlantista (che si fa di giorno in giorno più bellicosa e provocatrice), venir meno ai diktat concettuali del Grande Fratello.
Il sociale. Il sociale è devastato, narcotizzato, apatico, incapace di generare avanguardie ribelli… (se solo penso a cosa accadeva negli anni Settanta mi rendo perfettamente conto della vastità del cimitero in cui viviamo) e la domanda da porsi è: maturando le catastrofi il sociale reagirà o si adeguerà? Riuscirà il sociale a generare un tipo umano che vada alla resa dei conti con il codardo e se ne liberi (almeno tenti di liberarsi)?
Ognuno si dia le risposte più consoni rispetto alla propria cultura e al proprio pensiero, ma nel contempo si prepari a vivere una fase veramente devastante: non c’è scampo alle catastrofi che incombono.