La lastra di De Luca
di Massimo Gramellini - 25/10/2020
Fonte: Corriere della Sera
Perché Vincenzo De Luca ha deciso di mostrare la lastra dei polmoni di un trentasettenne ricoverato al Cotugno di Napoli con il Covid? Al di là del buongusto (la prossima volta mostrerà la tac di un trauma cranico per scoraggiare gli incidenti stradali?), come mai ha voluto trasformare un caso abbastanza eccezionale in una storia emblematica? Immagino che De Luca lo abbia fatto per spaventare i suoi amministrati più giovani, ritenendo la paura il migliore antidoto contro il diffondersi del contagio. L’idea che i popoli si governino trattandoli come sudditi - anziché sforzarsi di renderli cittadini consapevoli - raccoglie molti estimatori e, pur senza condividerla, non mi permetto di giudicarla. Però De Luca non è un corsivista, né un parroco o uno psicanalista. De Luca è un presidente di Regione, e il compito istituzionale dei presidenti non consiste nello spaventare i cittadini, ma nel far funzionare gli ospedali, dotandoli dei posti di terapia intensiva che in questi mesi di tregua si sarebbero potuti e dovuti allestire, magari nel tempo dedicato a mostrare lastre e minacciare l’uso di lanciafiamme in tv.
Invece, dopo appena due settimane di recrudescenza del virus, gli ospedali della Campania sono già in affanno, e De Luca invoca il lockdown perché per sua stessa ammissione non è in grado di gestire le conseguenze prevedibili della crisi sanitaria. Quando un problema diventa troppo complicato, molti politici preferiscono rimuoverlo, chiudendolo in casa.