La propaganda di guerra israeliana sui social network
di Thierry Meyssan - 14/10/2025
Fonte: Giubbe rosse
La propaganda israeliana (הַסְבָּרָה – hasbara) è stata raramente prerogativa dei governi israeliani. È prevalentemente opera di associazioni, in parte finanziate dall’esecutivo, portatrici di peculiari ideologie: non rispondono delle loro azioni al popolo israeliano, ma esclusivamente ai loro sponsor, tra cui i governi di Tel Aviv. All’insaputa dei cittadini, l’autoproclamata «più grande democrazia del Medio Oriente» finanzia operazioni profondamente antidemocratiche.
L’instabilità cronica, nonché la consuetudine di nominare i direttori centrali dei ministeri in base a criteri politici piuttosto che di competenza, hanno offuscato l’immagine di Israele sin dalla sua fondazione. Diversi poteri trasmettono messaggi divergenti [1]. Alla fine è stata istituita un’autorità per la «diplomazia pubblica», la propaganda appunto, diventata oltremodo segreta.
Prima della fondazione di Israele il termine hasbara significava per la diaspora esprimere una posizione. Con il tempo è diventato sinonimo di propaganda.
Nel 1974, al termine della guerra di Yom Kippur, il primo ministro Yitzhak Rabin istituì il ministero dell’Informazione, affidato al generale Aharon Yariv [2], che però si dimise sette mesi dopo per dedicarsi alla creazione di un prestigioso think tank, il Centro Jaffee di studi strategici. Un nuovo ministero fu istituito solo nel 2006, denominato ministero degli Affari strategici e della Hasbara (ora ministero degli Affari strategici e della Diplomazia pubblica); ministero che non ha sito web e non fa propaganda, diventato però famoso nel 2015 per la campagna contro «i fenomeni di delegittimazione e boicottaggio contro Israele», cioè contro il movimento Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS). Questo ministero, molto discreto, ha istituito una propria ארגון לא ממשלתי המאורגן על ידי הממשלה (organizzazione non governativa organizzata dal governo) (sic), la Kela Shlomo (Fionda di Salomone), in seguito denominata Concerto e infine Voices of Israel, guidata dal colonnello Yossi Kuperwasser, dagli ambasciatori Dore Gold e Ron Prosor e dalla brigadiera Sima Vaknin Gill, ex direttrice della censura militare. Kela Shlomo ha fatto spiare da diverse società (Black Cube, Psy-Group e Cyber Shield [3]) i militanti di BDS [4].
Negli ultimi anni, circa 200 milioni di dollari, cioè quattro quinti del budget del ministero degli Affari strategici e della Diplomazia pubblica, sono stati versati annualmente all’Institute for the Study of Global Antisemitism and Policy (ISGAP). L’attuale ministro Ron Dermer, in carica dal 2022, è stato consigliere di Natan Sharansky, di cui ha curato il libro The Case for Democracy: the Power of Freedom to Overcome Tyranny and Terror (Il caso della democrazia: il potere della libertà di superare tirannia e terrore). Nel 2023 Netanyahu gli affidò un piano per ridurre al minimo la popolazione palestinese di Gaza [5].
Sharansky [foto di copertina] è presidente dell’ISGAP. È un sionista revisionista ucraino, discepolo di un’altro ucraino, Vladimir Jabotinsky. Svolse un ruolo centrale nella lotta all’Unione Sovietica. Fu il principale referente degli straussiani del senatore Henry M. Jackson; emigrò negli Stati Uniti, fu decorato con la Medaglia del Congresso da Ronald Reagan; tornato in Israele divenne ministro sotto il generale Ariel Sharon. Nel 2001 fondò One Jerusalem, associazione che si batte per il riconoscimento di Gerusalemme come capitale dello Stato ebraico (non già dello Stato palestinese). Oggi è a capo dell’ISGAP e, in tale veste, supervisiona quasi tutta l’hasbara.
L’hasbara ha vinto molte battaglie. La più recente commissionata dall’ISGAP è stata la campagna di audizioni dei rettori delle università al Congresso degli Stati Uniti, che ha portato a diverse dimissioni e sanzioni contro le associazioni filopalestinesi.
Ciononostante non può non sorprendere l’inefficacia delle campagne internazionali dell’hasbara contro l’antisemitismo. A ottant’anni dalla fondazione dello Stato di Israele, il problema non solo non è risolto, ma è addirittura peggiorato [6]. Nello stesso periodo machismo, omofobia e razzismo si sono invece notevolmente ridimensionati. È dunque lecito pensare che l’antisemitismo sia uno strumento usato dalle autorità israeliane per far pressione sulla popolazione. Non dimentichiamo che i sionisti revisionisti hanno utilizzato l’antisemitismo per promuovere la propria causa in seno alla diaspora.
Secondo YNetGlobal, Netanyahu ha lanciato una campagna per assumere il controllo dei social network e influenzare gli under 25. È il Progetto 545 [8]. È stata affidata ad Havas Media Network, società di proprietà di Yannick Bolloré, figlio di Vincent Bolloré e marito di Chloé Bouygues. La società ha assegnato a Clock Tower X LLC un contratto da sei milioni di dollari per «fornire sevizi di comunicazione strategica, di pianificazione, nonché mediatici a sostegno dell’impegno assunto da Havas nei confronti dello Stato di Israele di sviluppare e realizzare una campagna nazionale negli Stati Uniti per combattere l’antisemitismo». Clock Tower è la società che Brad Parscale ha fondato dopo aver lasciato l’équipe di campagna elettorale di Donald Trump.
Secondo un sondaggio condotto negli Stati Uniti per conto di Israele, il 47% degli americani pensa che le Forze di Difesa Israeliane (FDI) stiano commettendo un genocidio.
L’idea portante del governo israeliano è quella di influire sulle risposte delle intelligenze artificiali attraverso la creazione di molti account sui social network, che forniranno la narrazione di cui ChatGPT e concorrenti si alimenteranno.
Progetto 545, come detto, è il nome in codice di questa operazione, finanziata per il 2025 con 545 milioni di shekel (145 milioni di dollari). Di conseguenza è stato rescisso il contratto di Israele con SKDKnickerbocker, società di comunicazione legata al Partito Democratico statunitense.
Secondo Responsable Statecraft, la rete di influencer cui Netanyahu ha fatto allusione nel suo discorso al Consolato generale di Israele a New York, sarebbe stata formata da Bridges Partners, la società di Yair Levi e Uri Steinberg. La campagna, intitolata Esther Project, è già costata 900 mila dollari. Si ritiene che in questo periodo 14-18 influencer abbiano pubblicato 75-90 post. I costi sono a carico del ministero degli Esteri israeliano.
Tre influencer sono stati identificati:
– Lizzy Savetsky, eminente paladina di Israele, attiva in rete dall’inizio della guerra;
– Ari Ackerman, uomo d’affari, nipote del magnate israeliano-statunitense Meshulam Riklis;
– Zach Sage Fox, creatore informatico.
Quanto a Uri Steinberg, è ex funzionario del ministero del Turismo israeliano. Lavora per l’ISGAP di Sharansky.
Un documento fiscale mostra le spese generali di Bridges Partners [9].
La giornalista Candace Owens — che ha riferito le rivelazioni di Xavier Poussard sulla vera identità di Brigitte Macron — ha pubblicato degli screenshot di Charlie Kirk dai quali risulta che i suoi finanziamenti erano stati tagliati ed era stato minacciato due giorni prima di essere assassinato [10]. Ebbene, Kirk aveva appena preso posizione contro i massacri a Gaza.
Durante il discorso a New York, Netanyahu ha dichiarato: «Il più importante acquisto in corso è… TikTok. Il numero uno. E spero vada in porto perché potrebbe essere cruciale. E l’altro acquisto? X. Dobbiamo parlare con Elon [Musk]. Non è un nemico. È un amico. Sì, dovremmo parlare con lui. Se riusciremo a ottenere queste due cose, otterremo molto. Dobbiamo combattere la battaglia, dare direttive al popolo ebraico e ai nostri amici non ebrei».
La miliardaria Safra Catz è diventata vicepresidente esecutivo di Oracle, la società di Larry Ellison, acquisendo il 25 settembre il 45% del social network TikTok. Nell’occasione ha dichiarato: «Dobbiamo integrare nella cultura americana amore e rispetto per Israele». Oracle immagazzinerà i dati degli utilizzatori statunitensi di TikTok nei suoi computer cloud.
Contemporaneamente, il ministero degli Esteri israeliano ha creato la società Show Faith by Work, che è registrato come agente straniero d’influenza negli Stati Uniti [11]. In questo caso l’obiettivo e diffondere a tutti i cristiani sionisti statunitensi la versione ufficiale dell’attacco del 7 Ottobre nonché messaggi contro l’esistenza di uno Stato palestinese. È stato stanziato un budget di 3,2 milioni di dollari, compreso il noleggio di un caravan per proiettare filmati di propaganda durante i raduni cristiani.
- [1] «Public diplomacy in army boots: the chronic failure of Israel’s Hasbara», Gal Hadari & Asaf Turgeman, Hasbara, Israel Affairs, 24:3, 482-499 (2018), DOI : 10.1080/13537121.2018.1455374.
- [2] Israel’s Public Diplomacy. The Problems of Hasbara, 1966–1975, Jonathan Cumming, Rowman & Littelfield (2016).
- [3] «Spying on Linda Sarsour: Israeli Firm Compiled BDS Dossier for Adelson-funded U.S. Group Battling Her Campus Appearances», Uri Blau, Haaretz, May 28, 2018.
- [4] «BDS is a dirty business. Those who battle it on Israel’s behalf must stay clean», David Horovitz, The Times of Israel, June 17, 2018.
- [5] «Netanyahu’s Goal for Gaza: “Thin” Population “to a Minimum”», Ryan Grim, The Intercept, December 3, 2023.
- [6] Acting Propaganda: Viewpoints from Israel, Ron Schleifer & Jessica Snapper, Sussex Aacademic Press (2015).
- [7] « @MiddleEastEye », X, September 27, 2025.
- [8] «Report: Israel to spend over half a billion shekels turning ChatGPT into public diplomacy tool», Daniel Edelson & Raphael Kahan, YNetGlobal, October 6, 2025.
- [9] «NSD/FARA Registration Unit», September 26, 2025.
- [10] «Turning Point USA responds: Yes, The Text Messages Are Real» Candace Owens Ep 249, YouTube, October 7, 2025.
- [11] «Israel wants to hire Chris Pratt and Steph Curr», Nick Cleveland-Stout, Responsible Statecraft, October 07, 2025.