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La propaganda di guerra scatena la "sensibilità" popolare

di Antonio Catalano - 03/03/2022

La propaganda di guerra scatena la "sensibilità" popolare

Fonte: Antonio Catalano

Non c’è da meravigliarsi, purtroppo e così, e nemmeno serve scomodare Carlo Marx che diceva che l’ideologia dominante è quella della classe dominante, bastano le semplici parole dello storico Franco Cardini, il quale, con la calma dei forti, fa presente che non ci sono bambini che si stringono ai loro peluche o vecchiette che attraversano la strada soltanto a Kiev, quando «bombardavamo Belgrado non ce li hanno fatti vedere». Stiamo assistendo in diretta al coinvolgimento popolare da parte della propaganda di guerra sotto le insegne Nato/Usa: ed ecco che sorgono iniziative di ogni tipo per manifestare solidarietà all’Ucraina. Bandierine ucraine che accompagnano profili sui social, dirigenti scolastici che organizzano iniziative a favore delle popolazioni ucraine eccetera eccetera. Non è una mobilitazione delle coscienze contro la guerra, perché se così fosse la prima cosa da fare sarebbe impedire che il nostro governo condividesse le sanzioni e spedisse armi e militari. Le manifestazioni, e la sensibilità suscitata ad arte, non sono contro la guerra, sono a favore dell’Ucraina, (ma si badi bene, non dell’Ucraina in generale, ma di “questa” Ucraina); non si rivolgono al nostro governo per ricordargli che nella costituzione c’è scritto che l’Italia ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. Non serve a niente, il padrone a stelle e strisce (che quando interviene con i suoi eserciti fa terra bruciato) ha squillato la tromba e (quasi) tutti a battere i tacchi e accettare la consegna della difesa non della pace, ma di questa Ucraina. In prima fila vediamo quelli che odiano Putin perché fascista, “dimenticando” che Zelensky ha alle sue dipendenze nazisti dichiarati. Ma vale la pena spiegarglielo? Non vale la pena. Tempo fa domandavo a un mio (ex) amico, di quelli di sinistra che si sentono buoni perché ispirati dal “Bene”: ma perché odi Putin? La risposta fu sconcertante: perché è per lo stato-nazione! Ora appoggia il nazionalismo del golpista Zelenzy! Ieri ho pubblicato sempre qui un video sulla strage commessa a Odessa nel maggio 2014 da squadre armate naziste protette dal governo golpista di Kiev (vedetelo!); ma quelle morti, quella tragedia non colpisce la sensibilità di chi oggi si fa promotore di iniziative di solidarietà… con la Nato. Non la colpisce perché non la conoscono, e se pure la conoscessero la liquiderebbero come propaganda russa. Altrimenti non si spiegherebbe perché la “sensibilità” non è scattata per le violenze subite da interi popoli (Afghanistan, Iraq, Yemen, Libia, Siria solo per citarne alcuni). È utile osservare come la manifestazione delle “coscienze” si ottiene non grazie alla forza della realtà, ma grazie alla forza della penetrazione attraverso tutti i canali della cosiddetta informazione, sostenuta da chi scende in piazza con idee politiche ben precise. E sotto questa pressione continua che cresce l’onda emotiva popolare. Non scoraggiatevi, ma è così che funziona. E bisognerà stare attenti, diventerà sempre più arduo difendere certe posizioni, perché se va avanti così non saranno solo i direttori d’orchestra russi a essere interdetti, toccherà anche a noi che esprimiamo posizioni critiche e non ingaggiate (come già succede in qualche paese europeo che addirittura incarcera chi osa contrastare la verità ufficiale). E tutto questo per difendere il popolo ucraino? Ma state buoni! Solo per difendere il “diritto” americano a usare l’Europa come gli è più funzionale, a mettere basi Nato ovunque per terrorizzare i popoli, che non devono domandarsi perché il gas lo dobbiamo comprare da loro pagandolo il doppio e andare così incontro al collasso economico e sociale.