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La Russia sta perdendo... oltre 10mila soldati ucraini accerchiati

di Davide Malacaria - 31/10/2025

La Russia sta perdendo... oltre 10mila soldati ucraini accerchiati

Fonte: Piccole note

L’accerchiamento delle forze ucraine a Kupjansk e Pokrovsk (Krasnoarmijsk per i russi) stride con la propaganda di ritorno sulle magnifiche sorti e progressive di Kiev riguardo lo sviluppo della guerra, refrain che era stato abbandonato per evidente infondatezza e che ha ripreso vigore negli ultimi tempi, con i media tornati a battere sul tema che la Russia non ha le risorse per continuare a combattere e che la sua economia sarebbe prossima al collasso.

Tali fandonie, che esasperano certe difficoltà che pure esistono ma sono gestibili da Mosca sia ora che in futuro (peraltro incomparabili con quelle di Kiev e della Ue), servono ad alimentare le fiamme del conflitto, a tenere alta la barra della contesa, per evitare di ammettere che la guerra è persa e che la strage diuturna dei fanti ucraini è stata ed è del tutto inutile, da cui la doppia responsabilità di quanti hanno mandato all’aria le trattative pure intercorse in questi anni.

L’altra corbelleria sulle prospettive della guerra, anch’essa tornata in auge di recente, è che i russi sono in palese difficoltà, come evidenzierebbe il fatto che avanzano molto lentamente. Ancora non hanno capito, o l’hanno capito e vogliono nasconderlo all’opinione pubblica, che questa è una guerra di logoramento, come la Prima guerra mondiale, dove l’avanzamento del fronte conta poco o nulla.

Russia’s Battlefield Woes in Ukraine

Tutto sta a distruggere quante più risorse possibili del nemico, cosa che sta accadendo e che sfibra il fronte avversario fino a creare varchi nei quali far incuneare le proprie forze per circondare un massivo agglomerato di forze nemiche, che presto saranno costrette a cedere (a meno che siano costrette a farsi uccidere inutilmente dai loro comandanti).

È esattamente quello che è accaduto a Kupjansk e Pokrovsk, dove oltre 10mila soldati sono bloccati in due blocchi distinti, impossibilitati a ricevere rifornimenti, rinforzi e a fare quelle rotazioni di personale che permettono a un esercito di evitare di logorarsi.

Dal momento che il mainstream occidentale ha sempre minimizzato le vittorie russe, Putin ha chiesto ai giornalisti stranieri di verificare sul campo quanto comunicato dai suoi comandanti sull’accerchiamento, ordinando al suo esercito una pausa negli attacchi, così che la verifica possa effettuarsi senza rischi. Qualcuno invierà cronisti? Vedremo.

Intanto, le forze ucraine devono affrontare un ulteriore problema: i giovani stanno scappando dal Paese dopo l’introduzione della legge che gli ha aperto finalmente le frontiere. Un vero e proprio esodo, soprattutto di giovani ricchi che possono più agevolmente espatriare: da agosto sono 100mila (The Telegraph).

Almost 100,000 young men flee Ukraine in two months

Un fenomeno di massa che sta suscitando reazioni, soprattutto in Germania e Polonia, che iniziano a stancarsi degli ucraini ai quali hanno dato rifugio. Icastico il titolo dell’European conservative: “Dalla compassione alla tensione“.

Già, la compassione è durata poco, ora domina il fastidio e l’irritazione per i tanti ucraini che in tal modo evitano la prima linea (The new voice of Ukraine) e che invece dovrebbero fare il loro dovere e andare a farsi uccidere per la maggior gloria dei “volenterosi” (cioè Keir Starmer & c.).

Tale esodo si unisce alle sempre più massive diserzioni: “15-18 mila persone al mese”, come riporta Strana, con un picco a settembre, ultimo mese registrato. In precedenza, “un deputato della Verkhovna Rada [il parlamento di Kiev ndr] aveva dichiarato che circa 300.000 membri delle Forze armate ucraine avevano disertato o erano scomparsi senza permesso e che 1,5 milioni di coscritti non avevano aggiornato i propri dati nel TCC”, il registro dei richiami alla leva.

One and a half million men did not update their data in the TCC, and about 300,000 deserted or went AWOL.

Si ricordi anche che ad agosto un sondaggio Gallup segnalò che 7 ucraini su 10, il 69%, vogliono i negoziati con la Russia. Eppure, a Kiev – e si comprende dato che non è una democrazia – e nelle cosiddette democrazie nostrane – e si comprende meno – tale straripante maggioranza non è neanche presa in considerazione.

Così il sondaggio estivo è stato presto cancellato dal novero delle notizie da riferire, dando spazio piuttosto ai fantomatici piani di pace europei, stilati perché risultino inaccettabili da Mosca, così che la guerra possa proseguire.