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La Teologia Politica della Colpa Bianca: Trump come minaccia alla narrazione del dopoguerra in UE

di Tom Sunic - 20/12/2020

La Teologia Politica della Colpa Bianca: Trump come minaccia alla narrazione del dopoguerra in UE

Fonte: Comedonchisciotte

Il periodo post-elezioni presidenziali che si sta svolgendo negli Stati Uniti sta avendo un grande impatto sulla classe politica europea. Storicamente non è una novità. Ogni politico in Europa sa che ogni grande cambiamento politico negli Stati Uniti è destinato ad avere, già dal giorno dopo, un effetto sulle sue decisioni politiche e, probabilmente, a determinare la longevità della sua carriera. Questa modalità di “scimmiottamento” pro-americano, obbligatoria tra i politici europei, è in vigore dal 1945.

Non deve quindi sorprendere che i media mainstream in Europa, assecondati dagli alti papaveri dell’UE, con la timidissima eccezione di Polonia, Ungheria e Slovenia, stiano andando a rimorchio dei media statunitensi in uno sforzo congiunto per sradicare Trump e la sua eredità. La classe politica tedesca, con la Cancelliera Merkel al vertice del sistema UE, è in prima linea in questo scimmmiottamento anti-Trump a favore di Biden.

La buona notizia per alcuni – e probabilmente cattiva per altri – è che sia negli Stati Uniti che in Europa c’è un crescente divario tra i governanti e i governati, con buone probabilità che gli uni si mettano contro gli altri, con disordini civili che diventano uno scenario molto probabile – indipendentemente da Trump o Biden. Non solo i partiti nazionalisti di ogni ordine e grado in Europa, ma sempre più cittadini medi, anche a causa delle bizzarre e mutevoli norme di confinamento Covid19 , sono sempre più sospettosi nei confronti dei decreti del Sistema, non accettando più a priori i valori della tolleranza e di un futuro multiculturale. A molti in Europa piacciono le parole di Trump – più per definizione che per la loro conoscenza del funzionamento del sistema elettorale americano.

Va sottolineato che Trump era, ed è tuttora, l’eccezione americana alle regole del sistema liberale globale del dopoguerra. Prevedibilmente, le esternazioni di Trump contro i media mainstream e la loro immagine speculare, il Deep State, non quadra affatto con la narrativa liberale o comunista, antifascista e postcoloniale del dopoguerra, cui tutti gli europei e gli americani bianchi sono stati sottoposti dal 1945. Al contrario dell’America, tuttavia, le nazioni europee hanno un margine di manovra politica molto ridotto, dovuto in gran parte al loro passato coloniale, autoritario, totalitario e antiliberale. Di conseguenza, i politici europei conservatori e nazionalisti possono solo compensare il peso del loro passato e sfuggire all’ossessiva parola tappabocca “fascismo” attraverso un atteggiamento da penitenti e costanti sermoni di auto-flagellazione sulle colpe dell’uomo bianco. Questo comportamento autolesionista si traduce oggi in una massiccia importazione di giovani migranti extraeuropei, con tutta l’Europa che sta rapidamente diventando un gigantesco ospizio di bianchi pentiti.

La masochistica mentalità dell’uomo bianco può essere direttamente ricondotta alla teologia politica post-Auschwitz, studiata non solo come deterrente per la Germania sconfitta, ma anche come un segnale d’allarme per gli ex vincitori degli Stati Uniti e del Regno Unito. Tenendo questo in mente, in questa fase ogni timido avallo di politiche simili a quelle di Trump da parte di un qualsiasi pezzo grosso dell’UE comporta il rischio di essere accusato di simpatie fasciste o revisioniste. Per la sua carriera è il bacio della morte.

Per cogliere la cortigianeria dei leader europei nei confronti del Sistema, ma chiamiamolo per nome, il “Deep State”, lo stato sotterraneo incistato nella costa orientale degli Stati Uniti, bisogna sempre inserire le cose in una prospettiva storica più ampia. Con le sue osservazioni critiche sui media mainstream e la sua retorica anti-immigrazione, Trump ha seriamente danneggiato la narrativa del Sistema e lungo il percorso ha sollevato, senza nemmeno rendersene conto, alcune inquietanti domande sulla legittimità dell’Ordine Mondiale istituito all’indomani della Seconda Guerra Mondiale.

In Europa il Sistema – cioè il Deep State – ha il suo principale sbocco in Germania. Essendo il cuore dell’Europa, la Germania dopo il 1945 fu pre-impostata per servire come modello per tutti i futuri Stati membri dell’UE. Oggi il governo tedesco funziona quindi come il portavoce più rumoroso della retorica anti-Trump e pro-Biden. Dato il processo nevrotico di costruzione dello Stato nazionale tedesco nel dopoguerra, tale comportamento penitente è comprensibile. La Germania è stata progettata come un nuovo brillante esempio in Europa di un’ingegneria sociale e razziale multiculturale di successo degli Alleati-Antifa, che ha generato ormai centinaia di migliaia di politici e accademici auto-censurati, servili e penitenti, tutti mortalmente spaventati dal fatto che la benché minima espressione di dissenso possa portare alla loro sparizione dalla scena pubblica. Nella politica quotidiana contemporanea, i politici e gli accademici tedeschi devono quindi essere costantemente in allerta e devono sforzarsi, metaforicamente parlando, di essere più cattolici del Papa (attualmente ci vuole molto poco, n.d.t.), vale a dire, più americani di Biden che Biden e la sua stessa banda. Lo stesso vale per tutti i politici europei non tedeschi, anche se in misura minore.

Le parole tossiche fascismo e razzismo servono oggi come strumento ideale di autocensura in Germania, spiegando anche perché la Germania sia stata negli ultimi decenni, e in particolare nell’ultimo, la più fervente sostenitrice di una politica multiculturale autodistruttiva che si manifesta nella sua costante importazione di migranti extraeuropei.

Un altro esempio dell’auto-negazione della Germania: proprio di recente il ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas, nella tipica modalità di espiazione preventiva tedesca, e al fine di contrastare le speculazioni che la Germania potrebbe un giorno allontanarsi dal Nuovo Ordine Mondiale incorporato nel secondo dopoguerra, ha rilasciato la seguente dichiarazione: “Estirperò il veleno dell’estrema destra dalla nostra democrazia. “(Ich will gegen rechtsextremes Gift für unsere Demokratie vorgehen).

Una tale dimostrazione di espiazione tedesca ed europea è il naturale e logico risultato del processo di lavaggio del cervello praticato dagli Alleati che si sta verificando nei media e nell’istruzione superiore, non solo in Oriente, ma anche in Occidente, dal 1945. Quindi, se Trump continua ad accusare i media mainstream e il Deep State di disonestà politica a base di giornalismo parziale, anche nel trattare un’elezione rubata, inevitabilmente si pone la questione di quanto sia stato veritiero, o meglio, quanto sia stato falso l’intero Sistema e la sua narrazione storica negli ultimi settant’anni. Trump è stata una minaccia per l’intera narrativa dell’Occidente del dopoguerra.

Il defunto dissidente e scrittore russo anticomunista Alexander Solzhenitsyn scrisse molto tempo fa “non dovremmo vivere la menzogna comunista“. Ebbene, il tempo sembra essere maturo per sollevare la stessa questione sulla menzogna del sistema liberale.

 

Link: https://www.unz.com/article/the-political-theology-of-white-guilt-trump-as-a-threat-to-the-eus-post-wwii-narrative/

 

Scelto e tradotto da Arrigo de Angeli per ComeDonChisciotte