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La vera fonte del potere è la conoscenza

di Francesco Lamendola - 16/05/2020

La vera fonte del potere è la conoscenza

Fonte: Accademia nuova Italia

Nella fase storica in cui ci troviamo a vivere si sta verificando una formidabile concentrazione del potere. Il potere si sta concentrando in pochissime mani e si sta concentrando nel senso che ogni sua forma, quella politica, quella economica e finanziaria, quella scientifica e tecnologica, quella mediatica, quella culturale, si stanno coagulando in una sola realtà, gestita dalle stesse persone e secondo una strategia perfettamente sincronizzata. Mai prima d’ora era stato possibile vedere e quasi toccare con mano ciò che vediamo e tocchiamo con mano in questo momento storico: che il potere, il vero potere, è per sua natura integrato, e perciò totale; che chi non ne controlla ogni aspetto, non ha in mano il potere vero, ma un potere apparente; e chi dispone del potere effettivo è capace di esercitare un controllo totale, sia in senso orizzontale, su tutti gli abitanti del pianeta, sia in senso verticale, su ogni aspetto della loro mente, della loro sensibilità, della loro immaginazione. Solo qualcuno si sottrae a tale potere, perché ha sviluppato un sistema di difese eccezionale; ma per quanto si possa difendere sul piano mentale e spirituale, finirà per soccombere sul piano materiale, perché la perdita del lavoro, la povertà, l’impossibilità di mantenere la propria famiglia sono realtà concrete, di fronte alle quali non esistono espedienti o scappatoie. E quando diciamo che il cuore del potere è la conoscenza, non ci riferiamo a una conoscenza generica, ma a una serie di conoscenze assai precise e concrete, il cui possesso fa la differenza rispetto a chi non ne dispone. Possedere informazioni precise e concrete nei diversi ambiti della vita sociale, finanza, economia, medicina, chimica, biologia, ingegneria, ecc., significa essere in grado di esercitare un potere sugli altri, sprovvisti di tali informazioni. Come ha potuto, George Soros, realizzare un profitto netto di oltre un miliardo di dollari, trasferendo tale immensa ricchezza dai titoli italiani e britannici alle sue tasche, e costringendo la lira italiana e la sterlina inglese a uscire dallo SME, nel Mercoledì Nero del 16 settembre 1992? Perché aveva le informazioni che lo hanno messo in grado si speculare sulla lira e sulla sterlina, vendendo allo scoperto, tramite il suo fondo Quantum, dieci miliardi di dollari, e causando una perdita di valore della lira sul dollaro stimata attorno al 30%. E come può adesso Bill Gates presentarsi come il salvatore dalla pandemia, mediante l’offerta dei vaccini prodotti nei laboratori di Big Pharma, da lui in gran parte controllati? Perché possiede somme così ingenti da potersi muovere nell’ambito della ricerca scientifica praticamente in condizioni di monopolio, e così da essere l’unico ad aver voce in capitolo quando si parla di pandemie e di possibili rimedi. Beninteso, lui sa benissimo che non c’è alcuna pandemia e che, se anche ci fosse, non esiste alcun vaccino, per la semplice ragione che il Covid -19 muta rapidamente e del resto, come ha affermato anche il Premio Nobel per la Medicina Luc Montagnier, nel giro di poco tempo decadrà da solo. Quindi non c’è bisogno di alcun vaccino: ma se uno controlla gran parte dell’industria farmaceutica mondiale, e se controlla indirettamente anche gran parte dei mass-media, i quali ci ripetono che è in atto una gravissima pandemia e che solo un vaccino ci può salvare, allora la mancanza d’informazioni da parte degli altri, e il monopolio della conoscenza (e sia pure di una gigantesca menzogna) da parte sua, fanno la differenza fra chi ha il potere e intende usarlo con la massima spregiudicatezza, e chi non ce l’ha, e può solamente rassegnarsi a subirlo. Il capolavoro è quello di far sì che chi è sprovvisto del potere sia lui stesso a chiedere esattamente ciò che vuole chi ha il potere: in questo caso, di essere vaccinato. Ma se il vaccino non esiste, allora cos’è che verrà iniettato nel sangue delle persone, facendolo passare per il miracoloso vaccino contro il Covid-19? Non lo sappiamo, nessuno lo sa; possiamo solo fare delle ipotesi, una più inquietante dell’altra. Ecco di nuovo la differenza fra chi ha le informazioni e chi non le ha. In questo caso, chi ha le informazioni ha anche il potere di servirsene per piegare tutti gli altri al proprio disegno e al proprio interesse: le due cose sono collegate, perché il potere delle conoscenza dà luogo al potere di spenderle a proprio vantaggio e, viceversa, chi ha il potere di agire sull’immaginario della gente, ad esempio diffondendo false informazioni, ha anche il potere di tenere per sé le informazioni veritiere. In conclusione, non è necessario che le informazioni siano vere, basta che siano detenute da qualcuno che le considera alla stregua di un monopolio e che le usa per accrescere il proprio potere. Viviamo nella cultura del relativismo: non importa se le cose sono vere oppure false, ciò che conta è che quanto viene ripetuto da tutti finisce per diventare “vero”, mentre ciò che non viene detto, o che viene detto da pochi, appare falso. Chi ha le informazioni, se è un tecnico, tende a metterle a disposizione di chi lo paga meglio o di chi lo fa sentire al sicuro entro un sistema di garanzie: e così si spiegano le diecimila firme di “scienziati” contro l’affermazione di Montagnier, che il virus del Covid-19 è stato modificato nei laboratori di Wuhan. Quando si tratta di sceglier fra la verità e lo stare al caldo dentro il sistema che assicura stipendi e prestigio sociale, ben pochi scelgono di subire il freddo, l’isolamento e la denigrazione professionale e personale. Le informazioni viaggiano sulle gambe di chi le possiede: e se chi le possiede è un mercenario, anche le informazioni diventano merce da vendere e comprare. Ora, chi possiede il potere finanziario le compra e poi ne fa l’uso che vuole. È questa la ragione del ritardo tecnologico degli ultimi decenni: la tecnologia di certi settori, ad esempio dei trasporti, o della produzione industriale, potrebbe essere molto più avanzata di come è attualmente, ma ciò andrebbe contro gli interessi di chi ha il potere finanziario. Pertanto solo la tecnologia che serve quegli interessi e che garantisce loro il massimo profitto immediato, come la tecnologia informatica e satellitare, riceve un costante impulso, grazie ai continui investimenti nella ricerca. E ciò spiega perché lo sviluppo tecnico e industriale sembra rispondere a una strategia sincronizzata: la spiegazione è che non sembra soltanto, ma realmente risponde a una tale strategia. E ciò spiega anche perché una nuova generazione di prodotti tecnologici deve sostituire quella precedente, anche se il pubblico non ne vede la necessità o la convenienza, semmai ne sospetta i possibili rischi. È il caso del sistema chiamato 5G: il sistema attualmente in uso per la telefonia mobile, il 4G, va benissimo, però qualcuno ha deciso che bisogna cambiarlo, anche se ciò comporta il taglio di milioni di alberi ed effetti non ancora verificati sulla salute umana. È chiaro che, se la democrazia in cui viviamo fosse effettiva e non una misera facciata, a questo punto i governi, o la magistratura, o le associazioni dei consumatori, insorgerebbero e porrebbero la domanda: perché lasciare il certo per l’incerto, se ciò che oggi esiste risponde perfettamente alla nostre necessità? Per quale motivo, e a vantaggio di quali interessi, si vuole obbligare la popolazione mondiale a servirsi di un nuovo tipo di tecnologia per la rete mobile?

Abbiamo dunque sfatato l’idea che per esercitare un grande potere sia sufficiente disporre di molto denaro. Il denaro non è tutto, anche se indubbiamente permette di aprire moltissime porte. Può anche acquisire molte conoscenze: ma vi sono delle conoscenze che non è così facile procurarsi, anche se si dispone di larghi mezzi finanziari. In effetti, una conoscenza è tanto più facilmente accessibile mediante il denaro quanto minore è il suo valore specifico. Per le conoscenze più importanti vale lo stesso principio che presiede alla stima delle opere d’arte: quanto meno un’opera è riproducibile, tanto maggiore sarà il suo valore intrinseco, e viceversa. Un orefice che realizzi un gioiello squisito e perfetto con delle pietre preziose tagliate secondo una tecnica raffinatissima, ha creato un pezzo unico di valore inestimabile; ma se di quel gioiello fosse relativamente facile fare delle copie, il suo valore scenderebbe di molto, perché potrebbero circolare diversi esemplari dello stesso gioiello. Così, le conoscenze che tutti possono acquisire con facilità hanno poco valore; ne hanno uno grandissimo, invece, le informazioni che sono in pochi a possedere, perché sono costate lunghi anni di ricerche e chi le custodisce ha le sue ragioni per non divulgarle. L’idea della pietra filosofale, capace di trasformare i metalli vili in oro, e quella dell’elisir dell’eterna giovinezza, rientrano in questo tipo di conoscenze rare e preziose. Si trattava di ricerche che venivano condotte sulla scorta di tradizioni molto antiche e nelle quali venivano messe in campo le informazioni raccolte e sperimentate da generazioni di studiosi nel corso di secoli. Al pubblico moderno viene detto che si trattava di ricerche chimeriche che non sono mai approdate a nulla; tuttavia, se è vero che il valore intrinseco di una conoscenza dipende dalla sua unicità, e quindi dalla sua segretezza, è intuibile che chi ha speso tempo, denaro e fatica per condurre simili ricerche, farà di tutto per impedire che i loro risultati trapelino all’esterno, ma al contrario userà ogni mezzo per conservarne il possesso esclusivo, a dispetto del progredire e del democratizzarsi della ricerca scientifica. Del resto, il pubblico ignora quanti punti di contatto vi siano fra la scienza moderna e talune ricerche condotte dagli alchimisti, dagli occultisti e dagli esoteristi dei tempi passati; ma sta di fatto che tali convergenze esistono. Gli stessi scienziati generalmente le ignorano, perché la loro prospettiva è riduzionista e materialista, e quindi sfuggono loro delle connessioni che sarebbero evidenti, se la loro visuale non fosse limitata da un pesante armamentario ideologico che impedisce loro di vedere, o di considerare, ciò che non rientra nei loro schemi mentali precostituiti. Ad ogni modo, nessuno ha saputo spiegare come lo scultore Giuseppe Sanmartino abbia realizzato il suo Cristo velato che sembra non una statua di marmo, ma un corpo reale; o come abbia costruito le sue impressionanti macchine anatomiche il principe di Sansevero, Raimondo di Sangro; oppure ancora in che modo un uomo solo, Edward Leedskalnin, oltretutto di corporatura assai minuta, abbia saputo edificare un pittoresco edificio di grandi dimensioni, il Coral Castle di Homestead, in Florida, con le sue mani, oltretutto senza ricorrere a macchinari, o, almeno, senza che l’uso di essi sia mai stato provato. In ciascuno di questi casi sono state utilizzate delle conoscenze segrete che farebbero pensare alla magia, se non si sapesse che esistono forze naturali la cui comprensione si tramanda in una cerchia estremamente ristretta di persone, o che furono smarrite perché chi le aveva studiate e comprese volle portare con sé il proprio segreto nella tomba. A tale categoria sembrano appartenere il cosiddetto pozzo dell’isola di Oak, nella Nuova Scozia, oppure, su un altro versante, l’ultimo teorema del matematico Pierre de Femat, sul quale esiste addirittura una letteratura. Ma gli studiosi di occultismo sanno che una quantità di antiche conoscenze, partendo dalla civiltà egiziana e compresi i misteri legati alle Piramidi, non è andata perduta, ma si è tramandata segretamente per mezzo di piccoli gruppi iniziatici. Un’altra teoria sostiene che alcune conoscenze tecnologiche moderne sono in realtà il frutto d’una trasmissione d’informazioni da parte di creature extraterrestri, il che riguarda soprattutto la tecnologia militare, ma anche speculazioni inerenti la fisica quantistica, come i viaggi nel tempo o il cosiddetto teletrasporto (vedi l’Esperimento Philadelphia), acquisite segretamente da alcuni governi mediante un patto inconfessabile stipulato con le creature non umane. Tutto questo farà certamente sorridere più di qualcuno, il quale si starà chiedendo se non ci siamo fatti prendere la mano da teorie dal sapore fantascientifico. Il punto è che non conta ciò che pensiamo noi di queste cose, ma ciò che ne pensano loro, i Padroni Universali, come li chiamava Giulietto Chiesa, ossia i membri della ristrettissima éite massonica e finanziaria che possiede i tre quarti delle ricchezze terrestri e controlla, direttamente o indirettamente, gran parte della politica, della scienza, della tecnica, della sanità, della cultura a livello mondiale. E qui torniamo a Bill Gates e ai suoi vaccini, a Soros e alle sue “intuizioni” di borsa, e alla oggettiva convergenza fra il grande capitale finanziario e le conoscenze strategiche che sorreggono e implementano la ricchezza e il potere di tale minuscola e spregiudicata élite. Se e fino a dove i suoi membri credano all’occultismo e alla magia nera è una questione aperta; è un fatto, però, che mostrano di credervi, perché praticano riti segreti (come nel caso delle riunioni internazionali nel Bosco Boemo, presso Sonoma, in California) e si dedicano a ricerche di tipo esoterico e iniziatico. Nel Complotto Stargate, Lynn Picknett e Clive Prince ipotizzano che sia in atto un tentativo di ripristinare il potere delle nove maggiori divinità del Pantheon egiziano. Anche se alcune di queste teorie sono assai fantasiose, altre si basano su documentazioni serie e lasciano intravedere un fatto: che i Padroni Universali uniscono le più avanzate conoscenze tecno-scientifiche ad altre assai antiche, un tempo appannaggio di alchimisti e occultisti, in una cornice complessiva che coinvolge il satanismo, in quanto il loro progetto di dominio totale sull’umanità scaturisce da pulsioni negative come l’avidità, la crudeltà, la cupidigia di potere, che essi pongono sotto la “protezione” del Male. I sacrifici umani praticati nei riti satanici hanno uno scopo pratico, oltre che simbolico, in quanto essi sanno che nel sangue vi sono delle proprietà energetiche suscettibili di moltiplicare la forza e la longevità dei celebranti. In questa cornice, le norme “sanitarie” per il Covid-19 che impongono una distanza di scurezza fra le persone, potrebbero anche avere lo scopo di bloccare il flusso di energie positive, per sostituirle con quelle negative generate dalla solitudine, dalla paura e dal sospetto. Come diceva uno dei (cattivi) maestri della modernità, Francis Bacon: sapere è potere. E chi ha certe informazioni, le tiene per sé...