Le due ecologie
di Guido Dalla Casa - 13/10/2025
Fonte: Guido Dalla Casa
Un nuovo paradigma
Secondo una definizione espressa dal noto fisico-filosofo Fritjof Capra (nel libro Il punto di svolta), il mondo occidentale si trova in una fase di transizione:
- da un paradigma denominato “cartesiano-newtoniano” (nato attorno al Sei-Settecento e ancora in forte maggioranza), dove vi è una netta separazione fra mente e materia, quest’ultima costituita da tante piccole componenti puramente meccaniche che interagiscono fra loro;
- a un paradigma chiamato “sistemico-olistico”, iniziato con la fisica quantistica nella prima metà del secolo scorso, in cui scompare la divisione fra mente e materia e l’universale non è in alcun modo divisibile in parti (“Tutto è Uno”).
Recentemente sono stati distinti da qualcuno tre paradigmi: Signore – Macchina – Campo.
-Il paradigma Signore era in auge in Occidente fino al Sei-Settecento: tutto veniva attribuito a un Dio esterno al mondo (“Signore”) che agisce ovunque e si interessa praticamente solo degli umani.
-Il paradigma Macchina è quello in auge ancora oggi e corrisponde al paradigma cartesiano-newtoniano di Capra e quindi al paradigma scientifico vigente, quello divulgato e di maggioranza.
-Il paradigma Campo corrisponde in gran parte al paradigma “sistemico-olistico”. Nel paradigma Campo, la realtà è un campo di coscienza di cui tutti facciamo parte, con gli altri esseri senzienti. In realtà si tratta di una riscoperta: un Campo come quello era descritto negli antichi testi Vedici già 5000 anni fa ed è la visione del mondo di molte culture native da 100.000 anni e forse più.
L’Oceano ha tante onde, che vanno e vengono, come gli esseri senzienti, ma l’Oceano è l’unica Realtà. La materia, da sola, è un’illusione dell’Occidente.
Due Ecologie
Seguirò le definizioni del filosofo norvegese Arne Naess come specificate nell’articolo The Shallow and the Deep (1973), dove vengono distinte:
- una “ecologia di superficie” che recepisce le idee correnti in materia, cioè la necessità di evitare gli inquinamenti e salvare “ad isole” gli ecosistemi e le specie animali e vegetali, in quanto utili all’uomo;
- una “ecologia profonda” che intacca profondamente il concetto di progresso e le idee-guida della civiltà industriale, che hanno portato all’attuale modo di vivere.
Per l’ecologia di superficie il problema ecologico si riduce ad una migliore gestione dell’ambiente in vista del benessere o della salute dell’umanità. È un approccio che non esce dall’antropocentrismo e soprattutto non intacca la concezione di fondo dominante nella civiltà industriale. L’ecologia profonda, invece, si richiama ad una visione biocentrica (l’uomo è solo una specie animale, sia pure con una sua specificità, nel cosmo) o ecocentrica (l’uomo fa parte dell’Ecosfera e la nostra specie non è particolarmente privilegiata). Quindi non è sufficiente, per quanto sia parzialmente utile, ridurre l’inquinamento e conservare alcune isole di natura, occorre mettere in discussione l’intera cultura dominante, in particolare il modello industrialista che è profondamente antiecologico, perché sta distruggendo la Terra e la biodiversità biologica e culturale.
Si noti che l’ecologia profonda non è nata nella seconda metà del Novecento dalla riflessione di filosofi e naturalisti, ma era presente, forse in modo non completamente cosciente, da migliaia di anni in tante culture animiste e orientali.
In sintesi, i punti essenziali dell’Ecologia Profonda sono:
- Il valore “in sé” di tutte le entità naturali, NON in funzione umana;
- La posizione dell’uomo in Natura come specie animale, parte di un Tutto, che è più della somma delle parti. L’Ecosfera (la Terra) è un Organismo di cui facciamo parte come cellule;
- Il diritto ad una vita degna e all’autorealizzazione di tutti gli esseri senzienti (animali – piante esseri collettivi – ecosistemi - Gaia);
- La visione sistemica-olistica con la quale possono essere esaminati la Terra e tutti i suoi sottosistemi;
- La sacralità e spiritualità immanenti nella Natura.
Nell’Ecologia Profonda Il PRIMO VALORE deve essere la buona salute dell’Ecosfera, da cui consegue la buona salute dei suoi componenti.
L’ecologia superficiale è antropocentrica, cioé incentrata sull’uomo. Essa considera gli esseri umani al di sopra o al di fuori della Natura, come fonte di tutti i valori, e assegna alla Natura soltanto un valore strumentale, o di ‘utilizzo’. L’ecologia profonda non separa gli esseri umani – né ogni altra cosa – dall’ambiente naturale. Essa non vede il mondo come una serie di oggetti separati, ma come una rete di fenomeni che sono fondamentalmente interconnessi e interdipendenti. L’ecologia profonda riconosce il valore intrinseco di tutti gli esseri viventi e considera gli esseri umani semplicemente come un filo particolare nella trama della vita (Fritjof Capra – La scienza della Vita).
Mentre nell’ecologia di superficie la Terra va rispettata perché è di tutte le generazioni presenti e future, nell’ecologia profonda la specie umana non è depositaria né proprietaria di alcunchè. Questa idea ricorda la risposta di Nuvola Rossa agli invasori europei che volevano comprare la parte migliore del territorio Lakota: “La terra è del Grande Spirito; non si può vendere né comprare”. E’ un peccato non conoscere le lingue amerindiane, perché probabilmente il significato reale era “la terra è il Grande Spirito (Wakan Tanka)”. Naturalmente gli europei se la presero con la violenza.
L’Ecologia Profonda non è una specie di “ritorno alle origini” o una visione del mondo nostalgica, anche se è presente in molte culture umane e tradizioni spirituali antiche, ma si basa soprattutto sulle conoscenze che derivano da alcune tendenze della scienza moderna, che non sono ancora riuscite a diventare “maggioranza” perché richiedono un deciso cambio di paradigma, molto lontano da quello cartesiano-newtoniano della scienza meccanicista oggi ancora imperante. Si tratta di una visione del mondo che ha solide basi in alcune tendenze del pensiero scientifico-filosofico attuale: la Fisica Quantistica, la Biologia, l’Evoluzione, le Scienze Naturali, la Dinamica dei Sistemi, gli studi sulla Mente, l’Ecopsicologia, le ricerche sulla mente degli altri animali e dei vegetali.
Secondo la fisica quantistica, l’”osservazione” fa parte del sistema, essendo una biforcazione-instabilità nel sistema stesso: la mente è onnipresente nei fenomeni naturali. E’ forse superfluo ricordare che la mente non comporta necessariamente la coscienza, ma questo non ci turba per niente dopo un secolo di psicoanalisi. E’ impossibile distinguere lo spirito dalla materia: senza l’aspetto “mentale”, non c’è altro che una fantomatica onda di probabilità, e forse neanche quella.
E’ evidente che si può parlare di mente associata al sistema totale, ovvero a tutta la Biosfera: abbiamo così ritrovato l’idea di Gaia già teorizzata da alcuni scienziati (Lovelock, Margulis, Sheldrake) e il Grande Spirito di molti animisti. La distinzione fra mondo energetico-materiale, al servizio della nostra specie, e mondo mentale-psichico-spirituale, che era considerato - nella cultura occidentale - come esclusiva umana, si è dissolta. Qui siamo molto lontani anche dall’idea che la mente sia soltanto “il prodotto” di un sistema nervoso centrale.
Da questo quadro rinasce una concezione antichissima e un tempo assai diffusa: l’animismo. Una forma di “mente” deve essere ovunque, è insita nell’universale, la distinzione fra spirito e materia cade completamente. Tornano alla memoria lo spirito dell’albero, della Terra, del fiume, del bisonte. Comunque, anche presso di noi, possiamo notare che l’animismo è spontaneo nei bambini: sono i condizionamenti culturali che lo cancellano.
Ma la mentalità corrente e il mondo ufficiale restano su una posizione “ottocentesca”, quella di un universo meccanico in cui solo l’essere umano, dotato di mente-anima, ha diritto a considerazione morale!
Psiche e Natura
Lo Psicoanimismo, o cura della psiche immersi nella Natura, e l’Ecologia Profonda si sostengono a vicenda, sono complementari.
Nonostante la concezione razionale che ne abbiamo oggi, la Natura continua a essere un’attrazione per molti, perché è intimamente legata all’inconscio, è (o ha) un Inconscio Ecologico, estensione dell’inconscio collettivo di Jung. Una passeggiata nei boschi o sulle montagne è un toccasana in tante occasioni, perché queste entità naturali richiamano la profondità della nostra psiche. Fermarsi a contemplare un maestoso albero significa riempirsi della sua energia. Più entriamo in luoghi completamente naturali, più entriamo dentro noi stessi, come accade con lo sciamanesimo e i metodi di cura di tanti popoli nativi.
Anche l’approccio psicoanimistico nasce dallo studio incrociato di varie discipline: oltre alla psicoanalisi, ci sono riferimenti alla gestalt, all’ecologia, alla teoria della complessità, alla fisica quantistica, ma la sua diffusione richiede soprattutto un cambiamento di paradigma culturale.
Gli incontri di psicoanimismo si tengono in boschi, parchi naturali, presso i torrenti. Lo psicoanimista, alla pari dello sciamano, deve conoscere i luoghi adatti alla cura dell’anima, che devono essere particolarmente propizi alla manifestazione degli spiriti della Natura con cui si dovrà entrare in contatto.
Solo come esempio, in generale i “popoli dei boschi” hanno sempre considerato l’esistenza di esseri come gli elfi, che per l’Occidente “razionale e moderno” sono frutto di “sciocche superstizioni dei primitivi”(!). Da considerazioni scientifiche-filosofiche molto recenti, sappiamo che i sistemi complessi sono dotati di mente (Prigogine, Bateson, Minati, e altri), quindi non si capisce perché non possiamo chiamare elfi questi esseri collettivi e non-materiali costituiti dai complessi ecosistemici presenti nelle foreste, formati da animali-piante-humus con rapporti simbiotici molto reali.
Conclusioni
Un vero cambiamento di paradigma richiede tempi molto lunghi: anche nei miei ricordi personali, ha richiesto più di 40 anni, molti libri e molta montagna, per passare dal sottofondo degli studi di Ingegneria (Cartesio e Newton imperanti – paradigma Macchina – Ecologia di superficie) a una visione del mondo di tipo Campo (Naess, Capra, Bateson, ma anche Hillmann e Jung - Ecologia Profonda). Un cambio generalizzato e collettivo richiede tempi ancora più lunghi, come dimostra l’estrema lentezza con la quale l’Occidente si sta portando verso una visione del mondo consona con le nuove conoscenze della fisica quantistica.
Attualmente sulla Terra gli umani sono oltre 8 miliardi e aumentano di circa 100 milioni all’anno, scompaiono 100.000 Kmq di foreste all’anno, l’anidride carbonica aumenta di 3 ppm all’anno, si estinguono 30-40 specie al giorno, la biodiversità si degrada a vista, il consumo di territorio fa registrare cifre vertiginose, il disagio psichico umano cresce di anno in anno: tutto questo avanza con un andamento matematico di tipo esponenziale. Palesemente questi fenomeni, conseguenze inevitabili della filosofia dominante in Occidente e perciò della crescita economica, non possono continuare ancora a lungo. Quindi la Natura deve cercare di guarire dal suo male, facendo terminare quella forma del pensiero che ha invaso tutto il mondo e lo sta distruggendo. Occorre partire da altre basi e quindi abbandonare completamente: la competizione economica, la globalizzazione, la crescita, il mercato e la corsa ai consumi, con riferimento anche al numero di umani e ai beni materiali. E’ accettabile soltanto uno sviluppo di tipo spirituale-culturale. Se invece si mantengono le premesse attuali, i problemi del mondo sono chiaramente insolubili; e quindi…ci penserà la Terra.
Il filone di pensiero che abbiamo seguìto ci dà la speranza di ritrovarci in un mondo che riscopre lo spirito dell’albero, della palude, del torrente.
Come accennato, l’attuale situazione “del mondo e della psiche” è molto grave, ma ci può essere qualche piccola constatazione positiva, come ad esempio:
Gli sciamani siberiani sono ancora là, presso il lago Bajkal, malgrado 70 anni di durissime persecuzioni da parte del “materialismo storico”! Quell’Impero è crollato come una pera marcia, ma loro sono ancora là…a cercare contatti con la Natura, di cui sanno di fare parte intimamente. Per tanti anni l’Occidente sembrava “diviso in due”, ma in realtà era più che mai lo stesso, antropocentrismo e materialismo erano ben presenti in entrambe le due finte parti che si erano messe in competizione. Entrambe si erano autoproclamate “il progresso” e facevano a gara per distruggere la Natura, cioè l’Organismo cui apparteniamo come un tipo di cellule. Ancora oggi qualcuno ci crede davvero. Anche la metà dell’Occidente che crede di “avere vinto” (quella competitiva-aggressiva–schiava del mercato) si è proclamata “padrona del mondo”, ma probabilmente ne ha per poco: non si può continuare a distruggere l’Organismo cui si appartiene…e crescere all’infinito!
Per finire, una citazione:
Noi consideriamo l’anima come la cosa più importante e più misteriosa di tutte.
(Un eschimese Iglulik a Knud Rasmussen – dal libro L’uomo e l’Invisibile di Jean Servier)
Per approfondimenti:
G. Dalla Casa – L’Ecologia Profonda. Lineamenti per una nuova visione del mondo – Ed. Mimesis, 2011
A. Fratini – Psiche e Natura. Fondamenti dell’approccio psicoanimistico – Ed. Zephyro, 2012
(Guido Dalla Casa)
Ottobre 2025