Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Le eredità parallele e inaspettate di Marx e Nietzsche

Le eredità parallele e inaspettate di Marx e Nietzsche

di Marcello Veneziani - 10/11/2025

Le eredità parallele e inaspettate di Marx e Nietzsche

Fonte: Huffington post

Viva Veneziani. Voglio iniziare così, poiché Marcello, se non esistesse, bisognerebbe inventarlo: per intelligenza, spirito critico, sobrietà, scrittura incantevole, profondità d’analisi. È sempre stato dentro pur restando fuori, è sempre stato nel mondo pur non essendo del mondo. Ogni nuovo libro è un incontro di stimolazione, di piacere, di benessere psico-fisico, di crescita esistenziale.
Con “Nietzsche e Marx si davano la mano. Vita, intrecci e pensiero dei due profeti che sconvolsero il mondo”, edito da Marsilio, li ha fatti incontrare per restituirci la grandezza e la complessità del primo e del secondo. Se è vero che i maestri sono senza eredi in un’epoca che li cancella, come ha sostenuto in un altro magnifico libro, cancellare Nietzsche e Marx non è possibile. Troppo forte, intensa e coinvolgente la luce che continuano a emanare. C’è chi ne è rimasto accecato. Veneziani no. Lui ha lucidità e portato etico e, per quanto abbia frequentato l’abisso, dall’abisso non si è lasciato risucchiare.

 

a cura di Davide d’Alessandro

 

Ritieni Marx il filosofo che più ha inciso nella storia mondiale e nel pensiero politico moderno, ma che mi dici della sostanza di tale incidenza?

Il marxismo è stata una magnifica speranza, un grande ideale e un formidabile carburante del pensiero che si fa azione, ma nel suo tradursi in storia, in politica, in potere è stato una catastrofe, un tradimento dei popoli e un’insopportabile oppressione. Il seme maligno che lo predisponeva a quel fallimento era nella pretesa volontà di abolire la realtà, che è già annunciata in Marx. E di sacrificare il mondo reale al mondo nuovo futuro.

Affermi che Nietzsche è il pensatore più letto, citato ed effigiato nel nostro tempo. Non è stato anche il più frainteso o, peggio, tradito? Se sì, per colpa di chi?

Sì, è vero, Nietzsche ha avuto molti traduttori-traditori del suo pensiero ma direi soprattutto per colpa sua. Nietzsche ha disseminato i suoi scritti, soprattutto gli ultimi, di frasi, aforismi e crudeltà che tolti dal contesto del suo pensiero sono stati facili alibi per quei tradimenti. E lo sono ancora. Spezzoni di volontà di potenza, di superuomo, di anticristo e frammenti sparsi possono giustificare fatti, modelli e regimi estranei al suo modo di pensare.

Come ti è venuto in mente di farli incontrare “per fatal combinazion”?

Perché non riusciremo mai a capire il mondo da cui proveniamo e il tempo in cui viviamo se non riflettiamo sulla loro relazione, sia conflittuale che convergente. Sono i pensatori che più hanno lasciato traccia a livello sociale, politico, morale ed esistenziale. E tentativi di ibridarli o di innestare l’uno nell’altro non sono mancati. Viviamo sulla loro scia. Il mio è un racconto sui loro possibili e reali incontri. O incroci pericolosi.

Ha prodotto più conseguenze, positive o negative, la “liberazione dalla religione” di Marx o il “Dio è morto” di Nietzsche?

Entrambi sono stati specchi di una catastrofe, più che annunci di una liberazione. Con Dio è crollato un mondo, una civiltà, un sistema di valori e di rapporti; l’alienazione denunciata da Marx ha allargato i suoi effetti oltre la religione, ormai tramontata, per investire la nostra vita; e il nichilismo annunciato da Nietzsche è andato ben oltre la morte di Dio, fino a farsi sostituzione dell’umano e del reale, della civiltà e della natura.

“Pensatori col martello”, “smascheratori”, Paul Ricoeur li ha definiti “maestri del sospetto”, aggiungendo anche Freud. Perché al loro tavolo non hai convocato anche il fondatore della psicoanalisi?

Altro tempo, altri linguaggi e altri orizzonti; ci sono punti di contatto ma non sono una linea continua. Si può arrivare a concepire il marx-freudismo e incontrare su quella strada Reich o Marcuse, ma la psicoanalisi va per un’altra via. Nietzsche, poi, ha fecondato più Jung che Freud, anzi Jung si separò da Freud studiando e scrivendo di Nietzsche.

Perché Nietzsche ammirava Mazzini e Marx lo detestava?

Il giudizio di Nietzsche nasceva da un memorabile e affabile incontro in viaggio con l’esule italiano, un’ammirazione per l’uomo più che per il suo pensiero. Marx invece lo considerava un annacquatore cristiano-borghese della rivoluzione e del movimento operaio. Lo definisce Teopompo. E anche Mazzini, pur riconoscendo la potenza della mente di Marx, non lo amava affatto.

Marx e Nietzsche si differenziano, tra sociale ed esistenziale, e si intrecciano. Il tuo modo di vivere e pensare è affine al secondo, al quale hai dedicato un bellissimo libro. Quando lo hai scelto?

Nietzsche-Zarathustra fu la passione dei miei anni più giovanili. Il mio primo articolo fu dedicato a lui, e a vent’anni avevo già letto tutto di lui. Lessi Nietzsche per piacere, Marx per dovere, per conoscere il pensiero dominante e avverso; studiavo filosofia a Bari dove dominava l’école barisienne marxista ed io inserivo nei programmi testi di Nietzsche, di Jünger, di Weil e di Gentile per bilanciare i testi marxisti.

Il destino segna la loro grande differenza. Puoi spiegare i motivi ai lettori di Huffpost che si apprestano a leggere il tuo libro?

Tutto il pensiero di Marx è una rivolta contro il destino assegnato, contro le condizioni reali di vita e i rapporti sociali ed economici, la natura data e la tradizione in cui siamo nati. Il pensiero di Nietzsche è una rivolta contro il proprio tempo ma alla fine il suo messaggio è l’Amor fati, l’accettazione eroica, tragica e gioiosa del destino e del nostro tramonto. Divieni ciò che sei, non diventare ciò che non puoi essere.

Chiudi il libro con pagine significative sulla loro eredità. Che cosa hanno lasciato e che cosa ne hanno fatto del lascito i presunti eredi?

Ci sono eredità sommerse e impensate e ci sono eredità controverse: il nuovo proletariato saranno i flussi migratori, al posto del movimento operaio sarà il movimento femminista a capeggiare la rivoluzione, al posto del padronato sarà il patriarcato il nemico da abbattere, al posto dell’uguaglianza prevarrà la difesa delle diversità? Questo potrebbe essere un nuovo marxismo. E a proposito di Nietzsche, che relazione c’è tra il superuomo e superman, tra l’oltreuomo e il transumano, la mutazione genetica, l’intelligenza artificiale? La volontà di potenza si esprime oggi nel primato della tecnica? Quanto pesa oggi Dioniso nelle trasgressioni presenti? Insomma, eredità insospettate di Marx e di Nietzsche possono ancora annidarsi nel nostro futuro-presente.