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Le guerre spaziali di Trump e le "bufale" satellitari

di Alberto Negri - 01/09/2019

Le guerre spaziali di Trump e le "bufale" satellitari

Fonte: Alberto Negri

Mentre Trump diffondeva con un tweet le immagini classificate delll'esplosione di un missile iraniano, la Casa Bianca annunciava il nuovo "Us Space command", un comando militare spaziale. E’ singolare che a criticare Trump sia stato James Clapper: fu lui, nel 2003 capo della National Geospatial Intelligence Agency, a costruire la "bufala" Iraq

Sollevandosi con un missile sopra le faccende italiane e l’appassionante gioco delle poltrone di governo, si scopre che Trump ha lanciato la sua offensiva spaziale. Il presidente americano ha postato un tweet con un’immagine classificata dell’esplosione in una base iraniana di un missile destinato al lancio di un satellite civile affermando “che gli Stati Uniti sono dispiaciuti e non c’entrano nulla nell’incidente”. Dati i precedenti si tratta di una chiara provocazione per dimostrare a Teheran che l’America è in grado di individuare in qualunque momento cosa accade nelle istallazioni della repubblica islamica. Le interpretazioni sono diverse. Secondo alcuni è un messaggio che Trump lancia agli iraniani per tenerli a bada e da una parte vuole rassicurare l’amico israeliano Netanyahu, che si era molto preoccupato di un possibile incontro tra Trump e il ministro degli Esteri iraniano Zarif invitato da Macron al G-7. Secondo altri Trump intende far capire che gli Stati Uniti potrebbero aprire un negoziato sull’accordo nucleare del 2015 stracciato proprio da Trump.
Negli Usa c’è una polemica proprio sul fatto che un presidente americano non dovrebbe diffondere immagini riservate dell’intelligence. In passato il segreto era stato tolto da John Kennedy per mostrare i missili sovietici a Cuba e da George Bush junior quando nel 2003 fece vedere le foto degli impianti delle armi di distruzione di massa irachene. Si tratta come sappiamo della “madre di tutte le bufale” o fake news per giustificare l’attacco a Saddam Hussein nel 2003: in Iraq le armi di distruzione di massa erano stata già eliminate al 100 per cento.
E’ singolare che oggi a criticare Trump sia stato l’ex capo della Nsa James Clapper: fu proprio lui, allora capo della National Geospatial Intelligence Agency, a costruire con i satelliti le prove false per l’attacco all’Iraq e a darle al segretario di Stato Powell per mostrarle in una riunione dell’Onu: era la famosa “pistola fumante” che non fu mai trovata.
Ma in questa ennesima vicenda con Trump protagonista c’è anche dell’altro. E’ stata appena annunciata l’istituzione dello Us Space command, un comando militare che si occuperà di controllo spaziale e operazioni satellitari. In una cerimonia alla Casa Bianca il presidente Trump ha spiegato che la minaccia alla sicurezza dei satelliti americani richiede un corpo speciale in grado di garantire che i satelliti, sia per usi militari che per usi civili, siano protetti da eventuali attacchi e manomissioni di paesi nemici (Russia e Cina in primis) e che il dominio degli Stati Uniti nello spazio non sia mai messo a repentaglio. L’America darà filo da torcere “a tutti quelli che vogliono danneggiare gli Stati Uniti e sfidarci nello spazio”, ha detto Trump.
La Cina ha già dimostrato di poter colpire i satelliti con dei missili e la Russia ha dichiarato di voler costruire un arsenale di armi per la guerra nello spazio. Anche gli Stati Uniti, secondo la Secure World Foundation, hanno testato armi capaci di distruggere satelliti nemici.
Il comando spaziale di fresca istituzione è propedeutico alla creazione di una vera e propria forza militare dello spazio, la Us Space force, sesto ramo dell’esercito sotto le dipendenze dall’aeronautica. La Us Space Force avrebbe il compito di “organizzare e addestrare i combattenti a supporto della missione dello Space command”. Tuttavia per questo nuovo corpo militare occorre l’approvazione del Congresso. E intanto Trump ha cominciato le sue guerre spaziali con un tweet ambiguo e forse pure pericoloso per la sicurezza americana: da oggi tutti sappiamo, anche se non avevamo dubbi, che gli Usa possono individuare dallo spazio qualunque attività di nemici e amici. Nulla di tutto questo naturalmente turba i nostri politici che fanno finta di non avere le basi americane in Sicilia destinate alle attività belliche americane. Da destra a sinistra, passando per il centro, sono consapevoli di essere a sovranità limitata, liberi però di fare l’eccitante gioco delle poltrone.