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Le parole della russofobia

di Antonio Cartalano - 24/03/2022

Le parole della russofobia

Fonte: Antonio Cartalano

Come per saziare la sua orrida fame ogni anno bisognava dare in pasto al Minotauro sette fanciulli e sette fanciulle ateniesi, così la russofobia occidentale dà in pasto alla sua opinione pubblica parole unicamente pensate per farle credere che il popolo russo sia solo suddita plebe. Così capita che il capo di stato di questo popolo che, ricordiamolo, abita un territorio 57 volte più grande di quello italico, non sia mai presentato come il presidente della repubblica russa ma di volta in volta come lo zar, l’imperatore, l’autocrate, il despota e ora addirittura come l’ennesima replica di Hitler; così come i grandi uomini di affari russi siano regolarmente definiti oligarchi.
Un mese fa “Micromega” invitava a considerare come sia profondamente errato parlare di Putin come dell’uomo solo al comando quando invece egli è un abile mediatore di interessi spesso contrastanti, provenienti dall’establishment politico e militare, dai potentati economici e da quegli stessi servizi segreti in cui si è formato. E comunque, piaccia o non piaccia, eletto da oltre il 70% della popolazione russa. Tanto per stare dalle nostre parti, e per usare lo stesso metro, l’oligarca Draghi da quanti?
Se volessimo applicare lo stesso codice linguistico alla libera America, be’ allora altro che autocrati e oligarchi… ma ci pensa Hollywood a purificarli come magnanimi benefattori e filantropi. Nella “democrazia” (metto le virgolette perché ormai si tratta di una parola svuotata di qualsiasi significato sostanziale) americana vi è un sistema politico gestito da una ristrettissima élite fondata sulla ricchezza e radicata nelle grandi famiglie. Un mio pregiudizio?  
Nel 2014 fu pubblicato uno studio condotto da ricercatori dell’Università di Princeton e Northwestern nel quale si rivelava il “vero” sistema politico degli Stati Uniti. «Dietro un’apparente democrazia si nasconde il governo di pochi che se ne infischiano delle scelte della gente.» Quindi un sistema in cui non si rappresentano gli interessi dei cittadini, ma governato da una oligarchia di ricchi e potenti.  I ricercatori Martin Gilens e Benjamin I. Page condussero il loro studio (“Testing Theories of American Politics: Elites, Interest Groups, and Average Citizens”, pubblicato sul Telegraph) analizzando i dati tratti da oltre 1.800 diverse iniziative politiche tra 1981 e il 2002, deducendone che gli Stati Uniti sono nelle mani di coloro che controllano anche il sistema economico e orientano le direzioni del paese, indipendentemente o anche contro la volontà della maggioranza degli elettori.
«Il punto centrale che emerge dalla nostra ricerca è che le élite economiche e i gruppi organizzati che rappresentano gli interessi commerciali hanno un impatto sostanziale e indipendente sulla politica del governo degli Stati Uniti – scrivono nel report Gilens e Page – mentre i gruppi di interesse della massa e dei cittadini medi hanno poca o nessuna influenza". In altre parole, il governo americano adotta politiche che favoriscono lobby e interessi particolari, “infischiandosene” dei cittadini. «Quando la maggioranza dei cittadini non è d’accordo con le élite economiche e/o con gli interesse delle lobby, generalmente perdono», spiegano i ricercatori. Lo studio concludeva che negli Usa le politiche «tendono a inclinarsi verso i desideri delle aziende e delle associazioni imprenditoriali e professionali».
La rivista “Forbes” ogni anno stila una lista delle persone più ricche del mondo, tra queste abbiamo Jeff Bezos (Amazon), Elon Musk (Tesla), Bill Gates (Microsoft), Mark Zuckerberg (Facebook), Larry Page (Google), e poi gli storici Rockefeller, Rotschild, Soros eccetera.