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Lettera a un fanatico

di Guido Dalla Casa - 28/01/2024

Lettera a un fanatico

Fonte: Guido Dalla Casa

Caro materialista,

  so che sei sempre sicuro di te, che non hai dubbi sulla tua visione del mondo, ma vedo che spesso neghi anche quello che hai appena visto e constatato di persona, per non dover modificare le tue certezze. Non solo neghi quello che contrasta con la tua visione del mondo, ma deridi chi non la pensa come te. Insomma sei un fanatico.

  Ti proclami “moderno” perché “credi solo in quello che vedi”. Peccato solo che il tuo materialismo viene visto come una religione, anche se non te ne accorgi e non vuoi ammetterlo. Sei un “razionale”, non si scherza. Credi nella “Scienza”, senza accorgerti che le scienze sono tante e che la tua trae origine da dogmi intoccabili, come quelli che il complesso energia-materia sia costante da sempre e che le leggi della Natura restino invariate da sempre e per sempre. Hai fatto qualche esperimento da un secolo ed estrapoli il tutto all’infinito…senza motivo. Poi pensi che la mente venga solo dal cervello e che la memoria e l’ereditarietà biologica abbiano strettamente bisogno di riscontri materiali, oppure…non esistono. Se vedi un amico guarito con una medicina “non ufficiale”, dici che è impossibile e piuttosto …ti rifiuti di guarire: ti tieni il dolore, non vuoi neppure provare, perché le tue certezze sono veramente granitiche.

  Davanti a un fenomeno che contraddice le tue certezze, lo neghi a qualunque costo, perché “è impossibile”, anche se l’hai appena visto. I divulgatori televisivi del sistema ti hanno sempre dato ragione, ti hanno confortato, quindi vai tranquillo. Cosa è questa mente? Ma è solo una secrezione del cervello! I fenomeni che smentiscono questa certezza sono soltanto illusioni!

  Per te il gatto di Schroedinger è un piccolo felino miagolante che si lecca i baffi dopo la pappa che gli ha portato un signore austriaco. Pensi che un giovanotto sull’isola di Helgoland si sia divertito a prendere un vento “indeterminato” sul Mare del Nord, per respirare meglio. Per te i sistemi complessi sono un quiz della Settimana Enigmistica, il tempo non può essere altro che qualcosa che va sempre verso il futuro per riempirci di progresso: è là, indipendente da tutto il resto. C’è poi quel filosofo di 2000 anni fa che parlava di vacuità solo perché non conosceva gli atomi e le molecole, le “palline” che costituiscono il mondo. Sei convinto che ben presto qualcuno rimetterà al suo posto la sana “oggettività del mondo”, quella che ci ha portato “così avanti”, in grado di convincere quei pochi recalcitranti primitivi che non vogliono capire e ancora resistono al fascino delle catene di montaggio e ai piaceri del proletariato. Ti fidi soltanto di ciò che è riproducibile, tutto il resto sono “residui del mondo magico”, “smanie del passato”, tu sei “un positivo”, perbacco.

  Neghi senza appello le coincidenze significative, anche se le vedi, le spieghi tutte con una parola: il caso, anche se magari trovi una probabilità su un miliardo. Ti aiuta l’inglese: random; c’è anche stocastico, parola abbastanza misteriosa per venirti in aiuto.

  Non ce la fai ad accettare qualcosa che sia fuori dall’idea che l’Universo è una Grande Macchina (magari con l’optional del Creatore esterno). Chiami “misticismo” tutte le idee che non rientrano in questo tuo paradigma, confortato dalla maggioranza (o così credi).

  Ridi dei “primitivi” sciamani siberiani, che però sono ancora là, nella taiga, dopo 70 anni di durissime persecuzioni da parte del materialismo ufficiale.

Sei commovente quanto inventi strampalate spiegazioni “logiche” a fatti di questo tipo:

- le larve delle anguille ritrovano il fiume (che non hanno mai visto) da cui sono partiti i loro genitori, dopo un viaggio di 4-5000 kilometri dal Mar dei Sargassi;

- le tartarughe marine tornano proprio alla spiaggia dove sono nate per deporvi le uova dopo aver vagato nell’Oceano per migliaia di km;

- gli uccelli migratori ritrovano il loro nido dopo viaggi lunghissimi e avventurosi;

- gli alberi sono dotati di memoria e provano emozioni (Stefano Mancuso e Peter Wohlleben).

  O li neghi oppure pensi che con il progresso li spiegheremo tutti, solo con la materia.

  Questa mia non vuole prendere in giro la tua visione del mondo ma quella di maggioranza: si tratta di un rozzo, piccolissimo tentativo di minare quelle “certezze” che dovrebbero essere finite da un secolo ma resistono ancora e costituiscono le basi più profonde della nostra dannata civiltà.

  Ne riparliamo fra qualche decennio, se sarà possibile.