Lettera aperta al ministro degli esteri israeliano Gideon Sa’ar
di Jeffrey D. Sachs - 13/08/2025
Fonte: Giubbe rosse
S.E. Gideon Sa’ar – Ministro degli Esteri – Governo di Israele – 9 agosto 2025
Egregio Signor Ministro,
Le scrivo in seguito al suo discorso al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite del 5 agosto. Ho partecipato alla sessione, ma non ho avuto successivamente la possibilità di parlare con lei. Desidero condividere le mie riflessioni sulle sue parole.
Nel suo discorso non ha riconosciuto perché quasi il mondo intero, compresi molti ebrei come me, sia inorridito dal comportamento del suo governo. Secondo l’opinione della maggior parte del mondo, con cui concordo, Israele è coinvolto in omicidi di massa anche tramite carestie; ma non lo avrebbe capito dal suo discorso. Lei non ha riconosciuto che Israele ha causato la morte, fino ad oggi, di circa 18.500 bambini palestinesi, i cui nomi sono stati recentemente pubblicati dal Washington Post. Ha attribuito ad Hamas la colpa di tutti gli omicidi di massa di civili da parte delle forze israeliane, mentre il mondo guarda ogni giorno videoclip di forze israeliane che uccidono a sangue freddo civili affamati mentre si avvicinano ai punti di distribuzione del cibo. Lei ha lamentato la morte per fame di 20 ostaggi [israeliani], ma non ha menzionato la morte per fame di 2 milioni di palestinesi da parte di Israele. Lei però non ha menzionato che il suo primo ministro ha lavorato attivamente nel corso degli anni per finanziare Hamas, come ha documentato il Times of Israel.
Che le sue sviste siano frutto di ottusità o di tergiversazione, sarebbero una tragedia solo per Israele se non fosse che lei ha cercato di coinvolgere me e milioni di altri ebrei nei crimini contro l’umanità del suo governo. Alla sessione delle Nazioni Unite lei ha dichiarato che Israele è “lo Stato sovrano del popolo ebraico”. Questo è falso. Israele è lo Stato sovrano dei suoi cittadini. Io sono ebreo e cittadino degli Stati Uniti. Israele non è il mio Stato e non lo sarà mai.
Il linguaggio usato nel suo discorso riguardo agli ebrei ha tradito le differenze tra noi. Lei ha definito l’ebraismo una nazionalità. Questo è in effetti il costrutto sionista, ma è in contrasto con 2000 anni di fede e di vita ebraica. È un’idea che io e milioni di altri ebrei rifiutiamo. L’ebraismo, per me e per innumerevoli altre persone al di fuori di Israele, è una vita di etica, cultura, tradizione, legge e fede che non ha nulla a che fare con la nazionalità. Per 2000 anni, gli ebrei hanno vissuto in ogni parte del mondo, in innumerevoli nazioni.
I grandi saggi rabbinici del Talmud babilonese, infatti, proibirono esplicitamente un ritorno di massa del popolo ebraico a Gerusalemme, intimando al popolo ebraico di vivere nelle proprie terre d’origine (Ketubot 111a). Purtroppo, i sionisti intrapresero massicce campagne, tra cui sussidi finanziari e tattiche intimidatorie, per indurre le comunità ebraiche ad abbandonare le proprie terre d’origine, le proprie lingue, le proprie culture locali e le relazioni con i propri concittadini, per attirarle in Israele. Ho viaggiato in tutto il mondo, visitando sinagoghe quasi vuote e comunità ebraiche abbandonate, con solo pochi ebrei anziani rimasti, e dove questi pochi ebrei insistevano sul fatto che le loro comunità un tempo vivevano in pace e armonia con le maggioranze non ebraiche. Il sionismo ha indebolito o posto fine a innumerevoli vivaci comunità di nostri correligionari in tutto il mondo.
È un fatto ironico che quando i sionisti convinsero il governo britannico nel 1917 a emanare la Dichiarazione Balfour, l’unico ebreo nel Gabinetto, Sir Edwin Montagu, si oppose strenuamente, affermando di essere un cittadino britannico ebreo, non il membro di una nazione ebraica: “Affermo che non esiste una nazione ebraica. I membri della mia famiglia, ad esempio, che vivono in questo paese da generazioni, non hanno alcun tipo di comunanza di vedute o di desideri con alcuna famiglia ebrea in qualsiasi altro paese, al di là del fatto che professano, in misura maggiore o minore, la stessa religione”.
In questo contesto, vale anche la pena ricordare che la Dichiarazione Balfour afferma in modo chiaro e inequivocabile che “non verrà fatto nulla che possa pregiudicare i diritti civili e religiosi delle comunità non ebraiche esistenti in Palestina”. Il sionismo non ha superato questa prova.
Il vostro governo è impegnato nell’occupazione permanente di tutta la Palestina e si oppone violentemente e incessantemente a uno Stato sovrano di Palestina. Il programma fondativo del Likud nel 1977 non nasconde nulla a questo proposito, dichiarando apertamente che “tra il Mar Rosso e il Giordano ci sarà solo la sovranità israeliana”. Per raggiungere questo obiettivo, Israele demonizza il popolo palestinese e lo schiaccia fisicamente per mezzo di carestie di massa, omicidi, pulizia etnica, detenzioni amministrative, torture, espropri di terre e altre forme di brutale repressione. Voi stessi avete vergognosamente dichiarato che “tutte le fazioni palestinesi” sostengono il terrorismo.
Ma il suo omologo alla sessione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, l’ambasciatore palestinese Riyad Mansour, ha dichiarato esattamente il contrario. Ha affermato chiaramente che: “La soluzione è la fine di questa occupazione illegale e la fine di questo conflitto disastroso; è la realizzazione dell’indipendenza e della sovranità dello Stato palestinese, non la sua distruzione; è l’adempimento dei nostri diritti, non la loro continua negazione; è il rispetto del diritto internazionale, non la sua violazione; è l’attuazione della soluzione dei due Stati, non una realtà di un solo Stato con i palestinesi condannati al genocidio, alla pulizia etnica o all’apartheid”.
Israele si oppone a quasi tutto il mondo nel suo tentativo di bloccare la soluzione dei due Stati. Già 147 Paesi riconoscono lo Stato di Palestina e molti altri lo faranno presto. Centosettanta Stati membri delle Nazioni Unite hanno recentemente votato a sostegno del diritto del popolo palestinese all’autodeterminazione politica, con solo sei contrari (Argentina, Israele, Micronesia, Nauru, Paraguay, Stati Uniti).
Il suo discorso ha completamente trascurato la potente “Dichiarazione di New York sulla risoluzione pacifica della questione palestinese e l’attuazione della soluzione dei due Stati“, emanata dalla comunità mondiale alla Conferenza internazionale di alto livello sull’attuazione della soluzione dei due Stati, tenutasi il 29 luglio 2025, appena una settimana prima del suo discorso al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Arabia Saudita e Francia hanno co-presieduto quella conferenza di alto livello. Le nazioni arabe e islamiche di tutto il mondo hanno chiesto la pace e la normalizzazione delle relazioni con Israele, a condizione che Israele rispetti il diritto internazionale e la decenza, in linea con la soluzione dei due Stati. Il suo governo rifiuta la pace, perché mira invece al dominio su tutta la Palestina.
Israele si aggrappa alla sua posizione estremista con un filo sottilissimo, sostenuto (finora) dagli Stati Uniti ma da nessun’altra grande potenza. Dobbiamo anche riconoscere una delle ragioni principali del sostegno statunitense fino ad ora: i protestanti evangelici cristiani che credono che il raduno degli ebrei in Israele sia il preludio alla dannazione o alla conversione degli ebrei e alla fine del mondo. Questi sono gli alleati del vostro governo. Per quanto riguarda l’opinione pubblica americana in generale, la disapprovazione per le azioni di Israele si attesta ora al 60%, con solo il 32% che lo approva.
Signor Ministro, la repulsione globale da lei citata è rivolta alle azioni del suo governo, non agli ebrei. Israele è minacciato dall’interno da fanatismo ed estremismo che a loro volta suscitano la disapprovazione mondiale di Israele, sia da parte di ebrei che di non ebrei. La grande minaccia alla sopravvivenza di Israele non sono le nazioni arabe, i palestinesi o l’Iran, ma le politiche del governo estremista israeliano, guidato da Benjamin Netanyahu, Bezalel Smotrich e Itamar Ben-Gvir.
La soluzione dei due stati è la via – e l’unica via – per la sopravvivenza di Israele. Potreste credere che le armi nucleari e il governo degli Stati Uniti siano la vostra salvezza, ma la forza bruta sarà evanescente se la grave ingiustizia di Israele nei confronti del popolo palestinese continuerà. I profeti ebrei hanno insegnato ripetutamente che gli stati ingiusti non sopravvivono a lungo.
Cordiali saluti,
Jeffrey Sachs, scheerpost.com, 12 agosto 2025 — Traduzione a cura di old Hunter