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Lo stato d'eccezione

di Mario Porrini - 03/04/2020

Lo stato d'eccezione

Fonte: Italicum

CONTE : UN UOMO SOLO AL COMANDO

Nei giorni scorsi, il Parlamento ungherese ha concesso i pieni poteri al presidente Orbán per combattere il Covid 19, sia per quello che concerne il campo sanitario sia per affrontare le terribili conseguenze che questo virus avrà sull’economia e sul tessuto sociale del paese nei mesi e probabilmente, negli anni a venire. Questa decisione ha scatenato le proteste della Sinistra italiana e “ La Repubblica” si è fatta portavoce dell’Intellighenzia radical chic, denunciandolo come un vero e proprio colpo di stato: Orban,  governa come un dittatore senza alcun vincolo e senza scadenze temporali. I contrappesi istituzionali vengono a mancare e questo non può essere tollerato in un paese membro del l’Unione europea.

Al di là dell’indifferenza mostrata sulla questione da parte degli altri paesi  europei, la malafede dei progressisti di casa nostra è pari soltanto alla loro spudoratezza: sono bravissimi ad enfatizzare sulla pagliuzza nell’occhio altrui mentre mostrano di non accorgersi della trave nel proprio. Dalla fine di febbraio, l’Italia è governata a colpi di DPCM, decreto del presidente del consiglio dei ministri –  strumento assolutamente inedito - che entra immediatamente in vigore per la durata che decide il governo e senza alcun tipo di approvazione da parte del Parlamento. Conte fa e disfa; appare in televisione o in diretta Facebook dal suo profilo e, di fatto, legifera, senza controlli, eludendo o aggirando le normali procedure legislative, senza che nessuno si levi alcuna lamentela, né dai democratici progressisti né dalle cosiddette opposizioni che alla fine non si oppongono poi molto malgrado siano in gioco la libertà e le garanzie costituzionali.

Un altro aspetto inquietante è rappresentato dalla completa assenza, sia dal punto di vista mediatico sia da quello strettamente istituzionale, degli altri ministri. Sono spariti dalla circolazione a cominciare dal responsabile di un dicastero strategico  come quelli della Salute, Speranza. Questi è gli altri suoi colleghi si sono letteralmente eclissati.  Apparentemente, se non di fatto, siamo nelle mani di Conte e del suo “consigliori “, Rocco Casalino che nel suo “curriculum vitae” può vantare nientemeno che la partecipazione al “Grande Fratello” esperienza grazie alla quale è potuto assurgere al delicato ruolo di Capo ufficio stampa alla presidenza del consiglio.

Giuseppe Conte, dopo un primo momento di criminale sottovalutazione del problema Coronavirus, si era dichiarato prontissimo ad affrontare l’emergenza, sprofondando subito dopo nella confusione più totale: ha permesso che i media anticipassero i contenuti di decreti che non erano ancora stati emessi, provocando dei disastri come quello della precipitosa fuga da Milano e dalla Lombardia dei fuori sede tornati nelle regioni di origine contribuendo così a diffondere il virus. Da notare che anche uno studente del primo anno di giurisprudenza o scienze politiche sa che lo strumento del decreto legge fonda la sua efficacia sulla immediatezza dell’entrata in vigore altrimenti si vanificano gli effetti ma evidentemente “l’avvocato del popolo” al tempo dell’università ha avuto poca dimestichezza con la materia d’esame di Diritto Pubblico.

Conte procede a colpi di decreti fotocopia, uno uguale all’altro e tutti gli interventi sono stati caratterizzati dalla più completa confusione ed approssimazione. A tutt’oggi non è ancora chiara la lista delle attività commerciali che possono rimanere aperte. Sulle passeggiate con i figli prima si è detto fossero consentite  per smentire il giorno dopo. La vicenda dei diversi moduli di autocertificazione che si sono susseguiti nel giro di poche ore ha del tragicomico. Le sue dichiarazioni a reti unificate non hanno mai apportato nulla di nuovo alle notizie già trapelate e la vanità oltreché la pochezza dell’uomo con la “pochette” si è rivelata in occasione della sua diretta su Facebook. La scelta della comunicazione attraverso il social network anziché le reti televisive si dice sia stata voluta per ottenere più visualizzazioni e “like” quasi fosse uno youtuber, rendendo evidente quanto sia forte l’influenza del suo apparentemente insostituibile Rocco Casalino.

L’uomo solo al comando si dimostra inadeguato anche, se non soprattutto, in campo internazionale. Dopo aver praticamente approvato il MES in tutte le sue clausole più vessatorie senza informare il Parlamento e non averlo potuto ratificare soltanto per lo scoppio dell’emergenza che ha provocato una generale levata di scudi, ora prende schiaffi a destra e a manca da tutti i leader europei. Da quando è in carica si è prostrato in modo servile in ogni occasione di fronte alla Merkel,  a Macron, alla Von Der Leyen, della cui elezione si era vantato di aver contribuito, ricevendo ora una serie infinita di nein! Tutti gli negano aiuti, bloccano ogni tipo di esportazione verso l’Italia di materiali e strumenti per combattere il virus e si oppongono a qualsiasi richiesta di sforamento del debito. Mentre Francia e Germania fanno il comodo loro e prendendo tutte le misure che ritengono necessarie per superare l’emergenza, lui rimane in attesa di qualche concessione che non arriverà mentre il tempo passa e la situazione precipita sempre di più. Tra le nazioni che ci stanno aiutando c’è la Russia di Putin verso la quale Conte continua a mantenere in vigore sanzioni economiche che gli sono state imposte da USA ed Ue, sanzioni che peraltro ci penalizzano enormemente. In un momento drammatico come questo, concede il via libera al prestito di 50 milioni di euro alla Tunisia e 21 milioni alla Bolivia mentre anticipa la miseria di 400 milioni da distribuire tra tutti i comuni italiani che sono ormai prossimi al default.

Conte non soltanto non è stato eletto da nessuno ma, a differenza del tanto vituperato Orbán, ha assunto i pieni poteri senza che ci sia stata alcuna votazione dal Parlamento mentre l’attività delle Camere è stata sospesa non si sa fino a quando. Senza controlli, continua nella sua politica confusa ed indecisa che ci sta trascinando nel baratro. La sua incapacità di governare è pari soltanto all’inconcludenza delle opposizioni che, dietro l’alibi del senso di responsabilità si mostrano complici.

Il grande giurista tedesco Carl Schmitt sosteneva che  “sovrano è chi decide sullo stato di eccezione”. I nostri politici sono stati così bravi da permettere ad un Conte qualsiasi di poter decidere del nostro futuro!

E' infatti il panico collettivo che scaturisce da una situazione di emergenza a produrre lo stato di eccezione, in cui i popoli sono indotti ad accettare riforme lacrime e sangue che in uno stato di normalità non approverebbero mai. L'emergenza infatti è lo strumento adatto a promuovere le riforme idonee allo sviluppo del capitalismo finanziario. Afferma a tal riguardo Milton Friedman: «Soltanto una crisi – reale o percepita – produce un vero cambiamento. Quando quella crisi si verifica, le azioni intraprese dipendono dalle idee che circolano […] finché il politicamente impossibile diventa politicamente inevitabile».

A Friedman fece eco Mario Monti, le cui affermazioni, rese nel corso della crisi del debito italiano del 2011, si rivelano oggi di sconcertante attualità:  «Non dobbiamo sorprenderci che l’Europa abbia bisogno di crisi e di gravi crisi per fare passi avanti. I passi avanti dell’Europa sono per definizione cessioni di parti delle sovranità nazionali a un livello comunitario. È chiaro che il potere politico, ma anche il senso di appartenenza dei cittadini a una comunità nazionale posso essere pronti a queste cessioni solo quando il costo politico e psicologico del non farle diventa superiore al costo del farle, perché c’è una crisi in atto visibile e conclamata».        

Il governo Conte quindi agisce in perfetta coerenza e continuità con il governo Monti!

Non lo perdoneremo mai!