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Macron e l'Art. 16

di Marco Della Luna - 11/09/2025

Macron e l'Art. 16

Fonte: Italicum

La crisi di Macron e del suo governo con la brutale repressione della protesta di piazza, evento dominante sul piano oggettivo, oggi è magicamente sparita dal telegiornale la cui prima pagina è dedicata all’asserito sconfinamento di droni russi dalla Bielorussia in territorio polacco e dalle reazioni di condanna e consultazioni militari dei paesi Nato e dell'Unione Europea. 

In effetti, nell'elenco delle opzioni a disposizione di Macron, sfiduciato e legittimato assieme al suo governo non più solo dalla disapprovazione della grande maggioranza dei Francesi ma anche dall'Assemblea nazionale, manca un'opzione molto importante: attivare l'articolo 16 della costituzione, che gli consente di assumere vastissimi poteri dichiarando uno stato di emergenza dovuto a una minaccia interna o esterna oppure a un ostacolo all'adempimento degli impegni internazionali[i]. Questa opzione gli consentirebbe di evitare lo scioglimento dell'assemblea nazionale e di doversi dimettere.

Se attivasse questa opzione a seguito di un attacco mirato contro la Francia, la cosa sarebbe troppo sospetta, quindi meglio un attacco a qualche alleato e una conseguente emergenza anche per la Francia che legittimerebbe l'assunzione dei pieni poteri emergenziali. In ogni caso è facile organizzare un incidente sotto false Flag e gonfiarlo mediaticamente…

 La faccenda dei droni è incerta. Non può essere interpretata come un attacco o minaccia alla Polonia, trattandosi di una decina di droni Geran, praticamente inoffensivi e inutili anche ai fini di ricognizione. Potrebbe persino essere un assist di Putin a Macron e soci, concordato in cambio di qualche contropartita.  Il canale ucraino “Residente” afferma che sia stata l'Ucraina a inscenare l'attacco dei droni in Polonia. Mosca sta vincendo sul campo, e l'ultimo dei suoi interessi è quello di trascinare la Nato  direttamente dentro un conflitto in cui la Russia sta prevalendo. Non sarebbe peraltro una novità quella degli ucraini che attaccano la Polonia per dare la colpa ai russi: avvenne già nel 2022, quando un missile ucraino colpì la Polonia, uccidendo due agricoltori. Varsavia e Kiev immediatamente attribuirono l'attacco a Mosca. Oggi che per l'Ucraina la situazione sul terreno è molto peggiore che nel 2022, l'unica possibilità per Zelensky è quella di una guerra diretta della Nato alla Russia. E non dimentichiamo l’altra false Flag ucraina contro il Nordstream. La Bielorussia segnala che erano droni vaganti, provenienti dai cieli ucraini; aggiunge che aveva segnalato il loro arrivo a Polonia e Lituania; insomma, non si configura alcuna aggressione russa; ma intanto, fingendo per convenienza che l’avvenuto sia certo e colpa dei russi, i volonterosi per la guerra, spalleggiati da Ursula e dai nostri Mattarella, Crosetto e Meloni,  hanno messo in moto la martellante propaganda mass mediatica e istituzionale.

 La via di alzare il livello dello scontro contro la Russia, magari fino all’uso delle armi, sarebbe utile se non necessaria dato il grado di legittimazione democratica di cui soffrono non solo Ursula, Macron ma anche Starmer e Merz, incalzati dagli insuccessi, dalla crisi  economica e il secondo pure dalla strana moria di sette candidati dell'opposizione in due settimane di campagna elettorale. 

La medesima via sarebbe utile anche per Washington, vista la crisi del debito interno ed estero, visto lo schiaffo dato a Trump dall'India, visto il colossale successo del recente vertice dei BRICS nonché la recentissima defezione dell'Australia che, colpita dai superdazi del super Donald, adotta per i pagamenti internazionali anche lo Yuan cinese - un duro colpo alla funzione di moneta internazionale ancora detenuta, al 63%, dal dollaro.

A tutti sarebbe utile per sottrarci i nostri risparmi col pretesto della guerra e puntellare le bolle finanziarie da loro costruite per procurarsi i loro pingui lucri parassitari.

L'impero del dollaro agonizza, come accade a tutti gli imperi quando cessano di espandersi, e proprio per questo diventa estremamente pericoloso e oneroso per i suoi paesi vassalli e tributari. Quando un impero agonizza, per passare la nottata ricorre alle mosse più temerarie e sconsiderate, e in fatto di sconsideratezza proprio Trump, con la sua impulsività e miopia, che sta isolando gli USA nel mondo, raddoppia il pericolo. 

Se vogliamo opporci alla deriva guerrafondaia dei nostri balordi e sleali governanti, dobbiamo diffondere la consapevolezza di quanto sopra.

 Parimenti va denunciata alla follia della proposta della nostra Giorgia di estendere l'articolo 5 del trattato nato all'Ucraina, intendendo che questo articolo si attivi in caso di attacco russo è una follia perché la zona di confine tra Ucraina e Russia è da sempre zona di attacchi dell'una o dell'altra parte e guerrafondai europei ed ucraini avrebbero buon gioco a creare un incidente per far scattare l'articolo 5, coinvolgendoci in una guerra probabilmente nucleare che probabilmente ci farebbe arrosto grazie appunto anche ai contributo di Giorgia Meloni, che si salverà nel suo bunker.

Consoliamoci leggendo l'articolo 5[ii] e scoprendo che esso dispone che, in caso di attacco a uno dei paesi membri, ciascuno degli altri presti assistenza nei modi che riterrà opportuni. Cioè non obbliga affatto ad intervenire militarmente. In realtà, la sua formulazione non è stata studiata per garantire l'automatica protezione da parte degli Stati Uniti ai paesi Nato subalterni a Washington, ma al contrario per consentire a Washington di intervenire a seconda delle sue convenienze, e più specificamente di poter dire al paese interessato: se vuoi che io intervenga tua difesa, tu mi devi in cambio dare questo e quello. Ossia, è una formulazione studiata per l'ulteriore espansione imperialistica.


[i] Art. 16

Lorsque les institutions de la République, l'indépendance de la Nation, l'intégrité de son territoire ou l'exécution de ses engagements internationaux sont menacés (1) d'une manière grave et immédiate et que le fonctionnement régulier des pouvoirs publics constitutionnels est interrompu, le Président de la République prend les mesures exigées par ces circonstances, après consultation officielle du Premier ministre, des Présidents des Assemblées ainsi que du Conseil constitutionnel.

Il en informe la Nation par un message.

Ces mesures doivent être inspirées par la volonté d'assurer aux pouvoirs publics constitutionnels, dans les moindres délais, les moyens d'accomplir leur mission. Le Conseil constitutionnel est consulté à leur sujet.

Le Parlement se réunit de plein droit.

L'Assemblée nationale ne peut être dissoute pendant l'exercice des pouvoirs exceptionnels.

Après trente jours d'exercice des pouvoirs exceptionnels, le Conseil constitutionnel peut être saisi par le Président de l'Assemblée nationale, le Président du Sénat, soixante députés ou soixante sénateurs, aux fins d'examiner si les conditions énoncées au premier alinéa demeurent réunies. Il se prononce dans les délais les plus brefs par un avis public. Il procède de plein droit à cet examen et se prononce dans les mêmes conditions au terme de soixante jours d'exercice des pouvoirs exceptionnels et à tout moment au-delà de cette durée.

 [ii] Article 5 The Parties agree that an armed attack against one or more of them in Europe or North America shall be considered an attack against them all and consequently they agree that, if such an armed attack occurs, each of them, in exercise of the right of individual or collective self-defence recognised by Article 51 of the Charter of the United Nations, will assist the Party or Parties so attacked by taking forthwith, individually and in concert with the other Parties, such action as it deems necessary, including the use of armed force, to restore and maintain the security of the North Atlantic area. Any such armed attack and all measures taken as a result thereof shall immediately be reported to the Security Council. Such measures shall be terminated when the Security Council has taken the measures necessary to restore and maintain international peace  and security.