Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Pareggio di bilancio e Fiscal Compact: alla prova dei fatti

Pareggio di bilancio e Fiscal Compact: alla prova dei fatti

di Marco Giannini - 10/09/2019

Pareggio di bilancio e Fiscal Compact: alla prova dei fatti

Fonte: Affari Italiani

Quale agenda prevarrà? Quella dei cittadini o quella del palazzo bocciato a tutte le elezioni a prescindere dai simboli che lo sostengono, ogni volta sorprendentemente dissimili dai precedenti tranne che per il PD?
Dem e 5s hanno dichiarato pubblicamente l’urgente modifica della Costituzione Italiana e lì si vedrà se i pentastellati manterranno le promesse del 2018 tra cui la cancellazione del Fiscal Compact e del “Pareggio di bilancio” o se si riveleranno una stampella dell’establishment utilizzata, al momento giusto, negli anni della crisi, per far rientrare dalla finestra i voti fuggiti dalla porta, per canalizzare la protesta verso il centro sinistra fucsia del capitale.
Il momento giusto per cui è arrivata la telefonata dalla gigantoburocrazia europea si è rivelato l'approssimarsi dell’elezione del prossimo Presidente della Repubblica che per la UE deve sigillarci nella moneta unica (sappiate che tutto ciò che ossessivamente propongono le TV è finalizzato a questo scopo, fin nei dettagli).
Da Fiscal Compact e Pareggio di Bilancio si comprenderà se Beppe Grillo concepì il 5s sin dal 2005 per essere una stampella del PD ovvero se si è arreso per qualche motivazione privata oppure se gli eletti avranno uno storico sussulto di dignità.
Si fa un gran parlare se questo Governo sia legittimo o meno rispetto al voto anticipato ma ciò che lo rende tale (o meno) è l'aderenza al programma per cui prese i voti nel 2018 e la questione Europea è la più macroscopica. Punto.
Il cambiamento, la discontinuità, una Europa più giusta sono infatti il refrain propagandistico di maggioranza ed opposizione; la prima chiede politiche diverse rispetto al precedente esecutivo gialloverde, soprattutto per quanto riguarda i migranti, la seconda pare intenda cambiare paradigma rispetto alle politiche austere attuate da tutti i ministri economici dei governi Monti, Letta, Renzi, Gentiloni, Conte compreso (Tria).
Quando ho sentito tirare in ballo la nostra Carta ho pensato che finalmente qualcosa un minimo “di sinistra” si realizzasse in UE e invece i due temi non erano minimamente menzionati da dem e 5s.
Cari neoministri come la cambiate la cosiddetta Europa con le lenzuolate? O con le chiacchiere fucsia? Nella sostanza l’unico modo possibile è la cancellazione di Fiscal Compact e Pareggio di Bilancio e il rendere la BCE prestatore di ultima istanza.
Potete mascherare l’evidenza al voto fluido, quello che non segue queste tematiche, ma io ricordo perfettamente che anche nella campagna elettorale 2018, proprio come per le politiche del 2013, nessuno aveva messo nel programma il metter mano alla Costituzione: solo i 5s e proprio per quanto riguarda Fiscal Compact e Pareggio.
6 anni fa PD e FI, acerrimi avversari in campagna elettorale, misero su una maggioranza ribaltonista ed incostituzionale perché eletta con un premio bocciato dalla Consulta e stuprarono la Costituzione inserendovi questi due dispositivi: non è il momento di cancellarli visto che si basano su una pubblicazione contenente un errore excel che se corretto dava risultati opposti cioè l'esigenza di politiche espansive?
Ci hanno chiesto per anni sacrifici per niente, se non per spostare capitali dalla moltitudine a pochi soggetti finanziari: un errore excel promosso crudelmente a ideologia.
MoVimento: stampella o liberi?