Parole collaterali
di Andrea Zhok - 21/10/2023
Fonte: Andrea Zhok
Ogni tanto, collateralmente, si spende qualche parola sulle decisioni di Israele di chiudere elettricità, rifornimenti medici, acqua, derrate alimentari, internet a Gaza.
L'intera discussione, quando c'è, verte su quale sia la dimensione accettabile di queste chiusure, se va bene tutto, o se dovrebbero esserci limiti "umanitari".
In questo quadro mi sembra manchi costantemente una variabile. Nessuno sembra problematizzare il fatto che Israele POSSA materialmente strangolare una popolazione di due milioni di persone.
Ora, dovrebbe essere chiaro che vivere in un contesto in cui un guardiano ostile è in grado di dosare a piacimento il tuo accesso alle minime necessità di vita è vivere in una condizione di carcerazione senza neanche la garanzia della legge cui sono soggetti i secondini.
E questa carcerazione non è neanche con una pena a termine, ma se nulla cambia è a tempo indeterminato e coinvolgerà anche i figli e i figli dei tuoi figli, ecc.
Ecco, forse viste in questa prospettiva le cose si lasciano comprendere meglio.
La violenza del terrorismo palestinese è la violenza delle rivolte carcerarie. Sono "cattivi", è vero, lo sono proprio nel senso etimologico originario del termine. "Captivus" era infatti originariamente il prigioniero di guerra ridotto in schiavitù.