Propaganda e ignominia
di Paolo Desogus - 26/07/2025
Fonte: Paolo Desogus
Il Riformista e Libero non meritano più la nostra indignazione, nemmeno più un solo insulto. Il loro livello è così basso e infame che questi giornali possono essere preso d’esempio solo per interrogarsi sulla regressione di quella parte di paese che si beve queste fesserie.
L’idea che i morti palestinesi siano solo propaganda è assai diffusa, più di quello che pensiamo, anche tra i presunti moderati o in quell’associazione assurda che ha preso il nome di Sinistra per Israele. Lo si osserva dai loro molti distinguo, dalle dichiarazioni apparentemente ragionevoli, ma in realtà ambigue, e da quelle argomentazioni che mettono tutto sullo stesso piano, le colpe di Israele e quelle dei palestinesi.
C’è chi senza vergognarsi scrive che Hamas ha vinto “la battaglia del cuore”. Sarebbe riuscita cioè a penetrare la fragile sensibilità dell’opinione pubblica italiana ed europea con immagini e dati, a loro dire fasulli, capaci di accendere la critica verso Israele. Il numero dei caduti, ad esempio, non sarebbe da prendere in considerazione, dal momento che viene fornito dalle fonti di Hamas. Le sparatorie davanti ai centri di distribuzione del cibo sarebbero sempre imputabili ad Hamas. La carestia sarebbe anche questa strategicamente propiziata da Hamas, che con la sua propaganda ha convinto i tanti poveri di spirito d’Occidente. Mi domando se anche le immagini di Gaza letteralmente spianata siano frutto di fantasia, magari dell’intelligenza artificiale…
Ora, chi si serve di questi mezzucci retorici compie in modo maldestro un’operazione criminale. Trasforma le immagini e i morti in meri pretesti per deviare la discussione e sminuire le responsabilità israeliane, che sono in realtà messe in grande evidenza non solo da Hamas, ma da numerose associaIoni e gruppi volontari presenti nel territorio e che, seppure impegnate a salvaguardare quel che resta della Palestina, in Cisgiordania (dove peraltro non è presente Hamas) e a Gaza, contribuiscono a diffondere per quel che possono informazioni sull’apartheid e sul genocidio.
Ecco un elenco delle principali organizzazioni presenti nei territori palestinesi: B’Tselem, Al-Haq, Al Mezan Center for Human Rights, Palestinian Centre for Human Rights (PCHR), Palestinian Medical Relief Society (PMRS), Gaza Community Mental Health Programme (GCMHP), Addameer, Defense for Children International – Palestine (DCI-P), Israeli Committee Against House Demolitions (ICAHD), Gisha, Amnesty International, Human Rights Watch, Medici Senza Frontiere (MSF), International Committee of the Red Cross (ICRC), Norwegian Refugee Council (NRC), Save the Children, Oxfam, CARE International, World Health Organization (WHO), UNRWA (Agenzia ONU per i rifugiati palestinesi), OHCHR (Alto Commissariato ONU per i Diritti Umani). Tutti complici si Hamas? Tutti antisemiti? Tutti in odore di nazismo?
In questa lista mancano le organizzazioni giornalistiche internazionali, il cui accesso è stato vietato. Chi si lamenta dunque della presunta faziosità delle informazioni dovrebbe avere quantomeno la buona creanza di prendersela con Israele. Dovrebbe anche spendere qualche parola sul fatto che tra i bersagli privilegiati dell’Idf a Gaza ci sono proprio i giornalisti locali. Chissà perché!
Fa invece molto più comodo spostare la riflessione altrove. Mettere in discussione la veridicità delle informazioni. Anche il discorso cerchiobittista (sono tutti colpevoli), buono per i finti moderati, è funzionale a rendere i fatti secondari e le responsabilità ineffabili.
Tutto questo viene compiuto come se in realtà non avessimo da anni un numero enorme di informazioni sui crimini israeliani, come se le stragi fossero iniziate ieri, come se le violazioni della persona non fossero ampiamente documentate, come se Israele non fosse uno stato occupante e quello palestinese un popolo oppresso almeno dal 1967. Nella pratica di disumanizzazione rientra anche il rifiuto di riconoscere nel più debole alcuna possibilità di verità, alcuna possibilità di resistenza. La continua insistenza sul 7 ottobre nasconde che massacri enormemente più grandi sono stati compiuti da Israele in numero enormemente più grande già dal 1948. Cancella ogni possibilità di ammissione che anche i palestinesi hanno il diritto di difendersi e di riprendersi i territori perduti. Attraverso il filtro colonialista israeliano ogni reazione palestinese diviene invece un atto terroristico e ogni violenza israeliana un tentativo di difesa.
Questa è la vera propaganda. Questa è la manomissione del discorso che trasforma gli occupanti in vittime e le vittime reali in bersagli privi di diritti, di dignità e di parola.