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Psicoanalisi del nemico

di Davide D'Intino - 03/03/2022

Psicoanalisi del nemico

Fonte: Davide D'Intino

Per almeno tre motivi, ho sempre ritenuto fallace l'applicazione delle categorie psicoanalitiche alla disamina delle vicende storico-politiche:
a. per l'arbitrarietà con cui vengono impiegate nell'ambito in oggetto al mero fine di screditare l'avversario;
b. per il riduzionismo insito nelle spiegazioni monocausali, premessa dei peggiori manicheismi;
c. perché, guarda caso, ad essere "psicoanalizzato" [le virgolette stanno a significare che si tratta, praticamente sempre, di volgare dilettantismo] è sempre l'altro da sé.
Ma se volessimo prescindere da tale premessa e suonare questo stesso spartito, a chi asserisce che i russi soffrirebbero della sindrome da accerchiamento e Putin sarebbe un pazzo tout court, chiediamo di cosa soffrissero gli Usa durante l'invasione della baia dei Porci, se Biden sia poi così lucido e, soprattutto, se agli europei - italiani in testa - possa o meno essere diagnosticata, alla luce del rischio ormai tutt'altro che remoto di fare una guerra contro i propri interessi oggettivi, la sindrome di Stoccolma.