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Quel contraddittorio su fascismo e resistenza che (non) può esistere. (Ancora in merito alla vicenda che ha coinvolto il professor Matteo Simonetti)

di Franco Cardini - 01/03/2020

Quel contraddittorio su fascismo e resistenza che (non) può esistere. (Ancora in merito alla vicenda che ha coinvolto il professor Matteo Simonetti)

Fonte: Franco Cardini

ANCORA SUI FATTI DI CIVITANOVA MARCHE E SUL DOVERE DELLA CORRETTEZZA SIA NEL CONFRONTOTRA IDEE, SIA NELLA RICOSTRUZIONE DEI FATTI

 

In merito alla vicenda che ha coinvolto il professor Matteo Simonetti a Civitanova Marche (della quale abbiamo parlato nei Minima Cardiniana 269/5 del 16 febbraio e 270/3 del 23 febbraio scorsi), diamo spazio, per un giusto confronto, all’Anpi di Civitanova Marche nella persona di Angelo Gattafoni, che è intervenuto su Facebook, pagina ufficiale di Franco Cardini, per esprimere il proprio dissenso in merito ai contenuti dei due articoli.

Innanzitutto, si riportano i commenti di Angelo Gattafoni su Facebook. Il primo si riferisce al Minima 269/5 (titolo: “Un altro episodio di liberticidio nel mondo della scuola”), che altresì riporta integralmente l’articolo apparso sul quotidiano “il Giornale” firmato da Luca Sablone (“Professore critica l’Anpi: un mese di sospensione e stipendio dimezzato”). Questo il commento:

 

ESIMIO PROFESSORE SE LEI, CON TUTTA LA SUA PREPARAZIONE ED ESPERIENZA, È APPASSIONATO DE “IL GIORNALE” CREDO CHE NON CI SIA RIMEDIO. MENTRE PUÒ RIMEDIARE AL FATTO CHE HA PONTIFICATO SU CIRCOSTANZE DI FATTO BEN DIVERSE DA QUELLE CHE LE SONO STATE FORNITE. BASTA CHE VADA SULLA PAGINA DEL PROFESSORE CHE FA LA VITTIMA, MATTEO SIMONETTI, E POTRÀ VERIFICARE CHE COSTUI SCRIVE COSE OLTRE I CONFINI DELLA REALTÀ; COME IL FATTO CHE NEI CAMPI DI CONCENTRAMENTO TEDESCHI SI VIVESSE DA PAPI, CON PISCINE, SOFISTICATI CENTRI MEDICI, LOCALI DI SVAGO CON PROSTITUTE… ECC.”

 

Da notare che Angelo Gattafoni, sui social, almeno in questo caso ha sempre utilizzato il maiuscolo. Dopo questo commento, ho invitato lo stesso Gattafoni a fornirmi le “prove” delle esternazioni del professor Simonetti che egli ritiene “al di fuori della realtà”, prove che lo stesso Gattafoni mi ha gentilmente inviato, insieme a una nota che si riporterà qui sotto.

Il testo del secondo messaggio su Facebook (commento al Minima 270/3: “Libertà d’insegnamento e libertà di pensiero”) è invece il seguente:

 

ESIMIO PROFESSORE, MI PERMETTO, QUALE CITTADINO DI CIVITANOVA MARCHE, DI INTERVENIRE ANCHE SU QUESTO SUO POST. LEI INSISTE NELLA SUA POSIZIONE BASANDOSI SOLO SULLA TESI DEL PROFESSOR SIMONETTI E SULL’ARTICOLO DE “IL GIORNALE” TRADENDO, CREDO, UNO DEI CAPISALDI DELL’ATTIVITÀ DI UNO STORICO, CHE DOVREBBE FARE LE VERIFICHE DEL CASO. GUARDI ED ASCOLTI IL VIDEO DELL’INTERVENTO DEL PROFESSORE. INOLTRE NEL PRECEDENTE SUO POST È INTERVENUTO IL SIG. DAVID NIERI CHE, VOLENTIERI, MI HA COMUNICATO IL SUO INDIRIZZO DI POSTA ELETTRONICA PER FARGLI AVERE COPIA DEI POST DEL PROFESSORE SU FB. SE ANCHE LEI MI FA AVERE IL SUO INDIRIZZO LI INVIERÒ SOLLECITAMENTE ANCHE A LEI, IN MODO CHE POSSA FARE LE VERIFICHE CHE SONO MANCATE”.

 

Di seguito, la nota pervenuta via mail:

 

Commento di Angelo Gattafoni per conto dell’Anpi, pervenuto via mail

L’intervento del prof. Simonetti, sostanzialmente, è da considerare un tentativo di riscrivere la storia del fascismo negando l’evidenza dei fatti, così come risultano da testimonianze dirette, ricerche storiografiche e sentenze. Ha affermato chiaramente che va rifiutato il principio secondo cui l’antifascismo è un valore fondante della Repubblica e che sono ingannevoli i libri più accreditati sul fascismo ed i suoi crimini.

Il tutto basando il suo convincimento sulla “libertà di pensiero”, ma confondendo il libero dibattito delle idee con la negazione dei crimini del fascismo. Questo non sarebbe un pensiero libero, ma mistificazione, falsificazione ed inganno. Il professor Simonetti è arrivato ad affermare che il divieto della ricostituzione del partito fascista non sarebbe norma costituzionale essendo contenuto nelle Disposizioni transitorie.

Esiste un filmato dell’incontro ai Licei, ma sarebbe incompleto il ritratto del professore in questione se non si prendesse in considerazione la sua frenetica e pubblica attività su Facebook, in un primo tempo con il profilo a proprio nome e, dopo che gli è stato chiuso da FB, con il nome di Giorgio Parazzune.

Dai suoi innumerevoli commenti emerge la conferma reiterata di quanto ha detto nel suo intervento, ma anche una cervellotica strategia, proposta ai lettori per introdurre gli stessi principi liberticidi, violenti, antidemocratici del fascismo senza rifarsi esplicitamente ad esso; che è proprio quello che la Costituzione vieta.

L’acme delle sue gravi stravaganze è nella narrazione secondo cui nei lager nazisti si faceva la pacchia con piscine, centri medici di eccellenza, teatri, prostitute e menù eccellenti.

 

 

Alcune note redatte a cura di David Nieri

 

Il video “incriminato” lo abbiamo visto più volte. E, per una questione di trasparenza e correttezza, vorremmo che anche voi dedicaste un quarto d’ora del vostro tempo prezioso per darci un’occhiata:

 

https://www.youtube.com/watch?v=kh--EPaXkSA&feature=youtu.be&fbclid=IwAR3m-tlYRdO4K6cnY6ApxT3IhvASd5NCLPxxdBg5bv9FRQzMRIqW6xy5RZU

 

 

 

REPLICA DAVID NIERI

 

A nostro avviso, le premesse del professor Simonetti (libertà di pensiero, confronto, democrazia e “fascismo”) sono ampiamente condivisibili. Simonetti utilizza toni pacati e non oltrepassa le “regole democratiche” alle quali, a nostro avviso, giustamente si appella. La questione, richiamata dalla nota di Angelo Gattafoni, riguardante il divieto di ricostituzione del partito fascista (legge Scelba), contenuto in una disposizione transitoria (la XII), può certamente rappresentare motivo di tensione, anche se, dal video, sembra che il professor Simonetti tenga a sottolineare che la Scelba è una “Disposizione transitoria e finale” e quindi diversa dagli articoli che sono parte dei “Princìpi fondamentali”, della prima (“Diritti e doveri dei cittadini”) e della seconda parte (“Ordinamento della Repubblica”) della Costituzione italiana. Viene subito interrotto, ma Simonetti non nega affatto l’appartenenza della legge Scelba alla Costituzione, anzi, ne è consapevole e lo ammette.

Nel video si sentono chiaramente alcuni commenti che provengono dal pubblico (ma non dagli studenti). Da un “no” sussurrato quando Simonetti parla di necessità di pacificazione a un “non lo fate parlare” in prossimità della fine. Molto gravi, a nostro avviso. Come molto gravi si rivelano le parole dell’autore del libro che l’Anpi di Civitanova (nella persona del presidente Lorenzo Marconi, relatore e organizzatore dell’evento) ha invitato a presentare, ovvero Andrea Martini. Il libro in questione è Dopo Mussolini. I processi ai fascisti e ai collaborazionisti (1944-1953), Viella, 2019. Martini sostiene di essere sorpreso dal fatto che “su certe questioni, come quella della Resistenza e del fascismo, ci debba essere la necessità di un contraddittorio”. Applausi da parte del pubblico (ma non quello dei ragazzi della scuola). Lo stesso concetto è ribadito dal presidente dell’Anpi Lorenzo Marconi durante un’intervista a RadioErre. Marconi non vuole confrontarsi con Simonetti (presente in studio), ma pronuncia le stesse parole di Andrea Martini all’autore dell’intervista, Asterio Tubaldi: nessun contraddittorio su certe questioni.

Venendo agli altri punti citati nella nota: Simonetti può tranquillamente ritenere che alcuni libri sul fascismo siano faziosi e non obiettivi, è un suo diritto. Non nega, a quanto mi risulta, i crimini del fascismo. L’impressione che si trae dal video è quella di un’occasione persa per un approfondimento costruttivo.

Veniamo poi agli altri punti del commento, che riguardano “la sua frenetica e pubblica attività su Facebook”. Il fatto che un profilo sia stato chiuso (lo veniamo a sapere proprio da Gattafoni) è comunque un chiaro segnale che sui social la libertà di pensiero è bandita. Perché nei post che ci sono pervenuti, e sui quali si può disquisire sull’opportunità o meno, da parte di un professore di liceo, di pubblicarli, non ravvisiamo alcun reato.

Ne riportiamo alcuni tra i più significativi.

Post del 18 ottobre 2018. Simonetti commenta un articolo del Secolo d’Italia dal titolo: “L’Anpi alla Mussolini: tuo nonno era un criminale, e ora denunciaci pure”. Simonetti scrive: “Mi sarebbe proprio piaciuto che fosse stato processato… chissà perché l’hanno ucciso a tradimento e fatto sparire le famose carte…”. Anche noi pensiamo che un processo a Mussolini, anziché un’esecuzione, fosse più indicato.

Post del 25 aprile 2016: “Festeggiate la Liberazione, schiavi!”. A questo proposito si aprirebbero parentesi infinite. Come il fatto che dal dopoguerra la sovranità italiana si è completamente eclissata all’ombra della Nato.

In un post Simonetti parla di un partito socialista patriottico, che dovrebbe “eliminare gli aspetti esteriori […] e tutta la retorica deleteria, dal vestiario alle pose”. Vorremmo ricordare che i due partiti estremisti di destra, ovvero Casa Pound e Forza Nuova, sono democraticamente riconosciuti dalla nostra Costituzione. E la fondazione di un partito “socialista e patriottico” non significa ricostituzione del “partito nazionale fascista”.

In merito invece ai lager e al “vivere da papi” con piscine, medici, svaghi e prostitute il post “incriminato” è quello del 4 maggio 2016. Simonetti scrive:

Sta per essere approvata la legge contro il revisionismo storico. Quello che sto per dire non lo penso. Nel senso che non ho ancora preso una posizione, che non ci ho sufficientemente meditato su, che non sono del tutto sicuro del suo contrario. Allora perché lo dirai? – mi chiederete. Perché se le cose andranno come stanno andando e mi ritrovassi, che so, tra 5 anni, a pensare una sola delle cose che sto per dire, e solo in parte, non potrei più dirla. Se lo facessi andrei in galera anche per 6 anni. 6 anni, in un luogo in cui i pluriomicidi escono per buona condotta e i grandi truffatori non si fanno manco un giorno, sono veramente una enormità. Si tratta di una pena dal volto politico, non c’è dubbio. È pura espressione di potere. Allora finché sono in tempo le dico tutte, pur non pensandole. Esagererò, per assaporare una libertà che forse non avrò più, quando lo stato di polizia intellettuale sarà compiuto, quando mi (e vi) sarà impedito, negando l’accesso a certi contenuti, perfino di pensarle. Quindi non lo penso ma voglio dire che una soluzione finale alla questione ebraica come sterminio, senza una parola scritta su questo, non regge. Non lo penso ma voglio dire che questo sterminio non è coerente con la presenza di una piscina per i detenuti ad Auschwitz. Né con un teatro e una orchestra del campo, né con cure assidue ed un ospedale nel quale Levi trascorse settimane, né con una profilassi sanitaria. Non lo penso ma voglio dire che il presunto sterminio non è compatibile con il fatto che a Mauthausen i detenuti andassero a prostitute regolarmente e le pagassero, così come acquistassero cioccolata e sigarette, come risulta da testimonianze video di sopravvissuti da me personalmente esaminate in loco. Né è compatibile con la presenza di denaro sostitutivo stampato e circolante nei campi, da me personalmente visto in musei in Germania. Non penso ma lo voglio dire che il numero ufficiale dei gasati non è compatibile con la capienza anche solo teorica di camere a gas e forni. Né la natura dello ziklon B con le testimonianze sulle modalità del suo utilizzo. Non lo penso ma voglio dire che lo sterminio sistematico dei non produttivi non è compatibile con l’alto numero di sopravvissuti fino a ieri, che quindi all’epoca erano bambini. Non lo penso ma vorrei dire che non è compatibile, tale soluzione finale, con la assenza di foto aeree probanti dei campi, fatte dagli alleati, né con le ispezioni della Croce Rossa. Non penso ma vorrei POTER dire queste ed altre cose, e studiarle, e dibatterne senza andare in galera, come avviene per QUALSIASI altro argomento di qualsiasi natura, altri genocidi compresi. Penso e dico che tutto ciò che gli ebrei hanno subìto in quegli anni è stato comunque abominevole ingiusto, colossale e colpevole. Vorrei però poter pensare e dire che la criminalizzazione pretestuosa del POPOLO tedesco sia avvenuta e che questa verità debba poter essere pensata. Ecco, ora ho detto tutto ciò che ora NON penso, solo perché in un giorno futuro se lo pensassi potrei non poterlo più dire. Ho esercitato una libertà fondamentale, la libertà di pensiero e di espressione dello stesso e adesso crocifiggetemi in nome dell’oscurantismo”.

In conclusione: Simonetti non nega la Shoah, né si permette di giustificare (tutt’altro!) in alcun modo lo sterminio degli ebrei. Anzi, ne sottolinea e ne evidenzia la gravità. Il suo post mette in discussione alcuni aspetti relativi a una legge che potenzialmente potrà impedire alla storiografia di mettere in luce alcune zone d’ombra, le stesse zone che una storiografia stimabile (Norman G. Finkelstein, per esempio, o Paul Rassinier, senza dimenticare David Irving, etichettati erroneamente come “negazionisti”) ha tentato di scandagliare.

 

 

 

RISPOSTA FORMALE DI FRANCO CARDINI AL SIGNOR ANGELO GATTAFONI

 

Esimio Signor Gattafoni,

anzitutto il mio indirizzo e-mail è fc40@outlook.it ed è a libera disposizione di tutti i corrispondenti dei “Minima Cardiniana” e di chiunque voglia scrivermi: sempre con la necessaria discrezione perché i giorni hanno 24 ore ciasuno e le cose da fare sono molte.

Non conoscendoLa, non posso giudicare né il suo livello di preparazione né – soprattutto - la sua buona o malafede: cosa che del resto non potrei comunque permettermi di fare. D’altronde, come tutte le persone civili e corrette, quando non ho sufficienti dati per valutare qualcuno mi attengo al principio che sia bene partire da una valutazione pregiudiziale al meglio possibile e col massimo rispetto per lui.

Quindi, a tutt’oggi, mi limito a osservare che Lei non conosce abbastanza quello che scrivo e che fornisce con leggerezza (ignoro se accompagnata da quale grado di competenza) un parere azzardato sulla qualità del mio lavoro d’insegnante e di ricercatore di storia (non dico di “storico”: parola grossa). Mi permetto di farLe osservare quanto segue:

  1. Utilizzando i dati forniti da “Il Giornale” mi sono limitato a notare che, se essi corrispondono a verità, sono gravissimi. Le sarò riconoscente se Lei mi dimostrerà che al professor Simonetti, il quale nell’Istituto nel quale insegna e in presenza di studenti di esso, ha chiesto d’intervenire su una relazione a proposito della quale non era d’accordo e sulla quale presumo avesse fondati (non dico né giusti né corretti: ma, ripeto, fondati) motivi di dissentire, è stato impedito di prendere liberamente la parola non già dai superiori e dai colleghi del suo Istituto (il che sarebbe stato increscioso ma non illegittimo), bensì da persone ad esso esterne. Ciò costituisce nella migliore e minimalistica delle cose un grave attentato alla libertà d’insegnamento, se non vogliamo parlare addirittura d’interruzione di pubblico servizio dal momento che il professor Simonetti chiedeva d’intervenire su argomenti di carattere storico all’interno dell’Istituto scolastico del quale è docente ufficiale;

  2. Sul contenuto degli interventi del professor Simonetti e sul carattere delle sue posizioni, che Lei giudica mi sembra molto genericamente e sbrigativamente, accetto pienamente e faccio miei gli argomenti della replica che Le indirizza il dottor David Nieri in termini che mi sembrano rispettosi, corretti e documentati;

  3. Sulla personalità di docente e di studioso del professor Simonetti mi sono fatto un’idea scorrendo la bibliografia della sua produzione specifica, che mi sembra affidabile e decorosa: ovviamente vi sono in essa aspetti e giudizi che possono perfettamente venir contestati, ma con argomenti precisi, non già né con contumelie né con giudizi di condanna che hanno lo sgradevole sapore di un tentato linciaggio etico-politico. Strumenti del genere sono indegni di un libero dibattito che dovrebbe servire alla reciproca crescita delle parti che lo intraprendono. D’altronde, il fatto che il professor Simonetti sia stato invitato ufficialmente in uno stage dell’Università di Salamanca parla da solo. Le assicuro che esistono accademici illustri e noti intellettuali che ambirebbero a un riconoscimento di tale qualità. Se poi Lei è sicuro di quanto scrive e sostiene, La invito a far avere al più presto al rettorato dell’Università di Salamanca un dossier completo relativo al pensiero e all’attività del docente in questione: sono sicuro che tale Istituzione Le sarà riconoscente per averla aiutata a identificare un personaggio indegno dell’ambìto riconoscimento che essa gli ha elargito (ma attenzione sempre a non incorrere nell’invito a riconoscere un “reato d’opinione”: il che sarebbe inaccettabile in quanto contrario al principio della libertà di pensiero e di espressione alla quale tutti concordi teniamo);

  4. Quanto a me, Le sono riconoscente per l’attenzione che mi dedica e conoscerò volentieri il Suo giudizio sulla mia attività, e se e appena Lei avrà la compiacenza di esprimerlo in maniera articolata e competente. Per ora segnalo il dato obiettivo costituito dal fatto che Lei non mi conosce affatto. Anzitutto, grazie a Dio non ho mai “pontificato” in vita mia, come ben sanno i miei colleghi e i miei allievi; sul fatto che io tradisca “i capisaldi dell’attività dello storico”, La invito a provare con uno scritto circostanziato la Sua accusa, se ne ha i mezzi e le competenze necessarie. Dichiaro formalmente che farò pubblicare a mie spese la Sua risposta nelle sedi che Lei riterrà più opportune, qualora essa sia improntata al rispetto dei requisiti di serietà scientifica; ove Lei replichi con un pamphlet politico-propagandistico, lo farò comunque conoscere in questa sede senza modificarlo nemmeno di una virgola;

  5. E’ comunque profondamente falso ed errato che io sia “appassionato de ‘Il Giornale’”. I dati obiettivi e incontestabili, del resto di pubblico dominio, sono i seguenti; sono entrato nella redazione de “Il Giornale”, come collaboratore esterno, nel 1882 su richiesta diretto e personale di Indro Montanelli, che pure conosceva bene che su molti argomenti (dalla storia d’Italia alla valutazione, molto differente dalla sua, relativa all’Occidente, al sistema liberal-liberistico, alla Chiesa cattolica, al socialismo eccetera) ma che mi stimava e che io stimavo – e me ne vanto -; nel 1994 non l’ho seguito, con molto rammarico, quando egli ha fondato “La Voce”; in seguito però mi sono decisamente allontanato da “Il Giornale” in quanto radicalmente contrario al suo nuovo corso nettamente filoatlantista, filoliberista e filoberlusconiano (Montanelli rispettava tutte le idee e le posizioni; nei suoi successori non ho riscontrato altrettanto cavalleresca disposizione). Già con la prima guerra del Golfo del resto, ma con maggior rigore in seguito – meno a mano che cresceva nell’opinione pubblica occidentale la “questione islamica” -, mi sono distanziato da quelle posizioni. Per chiarirsi le idee su quello che “Il Giornale” (e altri quotidiani, quali “Libero” e “La Verità”) pensano e dicono di me, La invito a ricercare e a rileggere i vari contributi per esempio di Morigi, di Del Bosco, di Del Valle, di Langone, di Borgonovo e di altri. Le ricordo che, quando nel 2004 si affacciò l’idea ci una mia candidatura a sindaco di Firenze, “Il Giornale” – patron toscano del quale era il senatore Verdini – uscì con un titolo a tutta pagina che suonava letteralmente: “Un coro di No! allo Ayatollah Cardini”. Le ricordo altresì che negli ultimi anni la mia firma è uscita spesso sulla prima pagine di un quotidiano come “Il Manifesto” e che sarò relatore ufficiale alla manifestazione per la pace e contro al NATO che si terrà il 25 aprile prossimo al cinema Odeon di Firenze organizzata del sodalizio NO Guerra – NO NATO, che mi risulta in contatto anche con l’ANPI;

  6. A proposito di ANPI. Ho polemizzato spesso francamente e lealmente con tale associazione, con la quale tuttavia sono in rapporti di frequente e cordiale collaborazione, come con l’ANPPIA. A me interessa la verità, credo che ci si possa arrivare attraverso il confronto tra idee diverse e apprezzo tutti coloro che hanno il coraggio di difendere lealmente le proprie idee, specialmente se minoritarie e magari scomode. S’informi ad esempio presso gli amici dell’ANPI e dell’ANPPIA di Livorno, città non esattamente nota come caratterizzata da diffusi sentimenti “di destra”. S’informi sul mio conto presso personaggi come il mio collega e concittadino professor Ugo Barlozzetti, illustre studioso, da anni impegnato civicamente nelle formazioni dell’estrema sinistra cittadina (non solo parlamentare); o presso il senatore Riccardo Nencini, ex-presidente del PSI; o presso il senatore Vannino Chiti, ex esponente del PCI e attualmente dei DS. Raccolga il giudizio su di me espresso da personaggi come Luciano Canfora, Giulietto Chiesa, Manlio Dinucci, Giuseppe Padovano e Tommaso Di Francesco de “Il Manifesto”. Consideri che, insieme con Luciano Canfora, fui già molti anni fa sostenitore presso l’editore Teti di Milano dell’edizione della versione italiana della Storia universale dell’Accademia delle Scienza dell’Unione Sovietica. Con tutto ciò, non intendo assolutamente rivendicare meriti “di sinistra”, ma di ciò Lei si convincerà ampiamente se non altro scorrendo i 270 numeri dei “Minima Cardiniana” presenti on line. Se lo avesse fatto, avrebbe evitato la responsabilità dei giudizi avventati e calunniosi espressi con leggerezza da Lei nei miei confronti;

  7. Ho già intavolato con il Suo corregionale marchigiano professor Matteo Biscarini di Osimo, convinto e professo “comunista storico” e grande galantuomo, un lavoro esplorativo sulla possibilità che il caso del professor Simonetti sia discusso, in sua presenza, in una sede culturali tra le più prestigiose delle Marche e d’Italia. L’Istituto Campana appunto di Osimo, del quale il professor Biscarini è dirigente. Lei è naturalmente invitato al dibattito, appena si potrà organizzare (aspettiamo solo che si calmino le acque relative al Coronavirus). L’amico David Nieri è disposto a raccogliere in volume a sue esclusive spese per la sua casa editrice, Edizioni La Vela, gli atti di quella giornata, e sarebbe onorato di farlo in collaborazione con l’ANPI di Civitanova Marche;

  8. Vengo a sapere da Lei, e La ringrazio, che il professor Simonetti è stato “oscurato” su FaceBook. Sono certo – per quanto Lei, nel riferire il fatto, non lo dichiari esplicitamente - che Lei sarà d’accordo con me che questa censura è un inaccettabile attentato alla libertà di pensiero e di espressione: e tanto più offensiva par Lei, in quanto Lei è avversario della tesi di Simonetti e rischia dunque di venir coinvolto nel sospetto di approvazione di un’iniziativa liberticida. Qui non si tratta dei contenuti dei messaggi veicolati, ma della libertà in se stessa. La invito a far pervenire a FaceBook, anche per tutelare la Sua immagine etica, le espressioni della Sua indignazione; da parte mia come farò lo stesso;

  9. Invio questa mia memoria, qui pubblicata, anche al professor Simonetti, al preside dell’istituto Da Vinci di Civitanova Marche, al professor Biscarini, autorizzando fin d’ora chiunque lo voglia a diffonderne liberamente e integralmente il contenuto. Ciò essenzialmente e primariamente nel nome della trasparenza, che è valore fondante della convivenza democratica secondo al quale gli avversari politici non sono mai “Nemici”, bensì interlocutori interessati ai comuni valori di verità e di libertà.

 

Franco Cardini