Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Quelli astuti

Quelli astuti

di Andrea Zhok - 19/03/2019

Quelli astuti

Fonte: Andrea Zhok

Non è un segreto per nessuno che l'informazione mainstream sia sottoposta a pressioni economiche e politiche, a strumentalizzazioni, e che dunque un po' di sana diffidenza verso quanto ci propinano sia giustificata. 
Questo vale soprattutto per temi che emergono una tantum (tipo bombardamenti in Siria), dove l'episodicità dell'evento lo rende particolarmente accessibile alla distorsione.

Sono perciò in molti oggi a temere di fare la figura degli "utili idioti" aggregandosi alla massa dei giudizi mediatizzati, e ciò implica la disponibilità a sentire voci eccentriche, fonti alternative. Tutto ciò è non solo comprensibile, ma assai salutare. 
E tuttavia la capacità di utilizzare 'fonti informative alternative' non è qualcosa di disponibile a buon prezzo. In effetti è qualcosa che costa più fatica e richiede più diffidenza di quella esercitata nell'apprendimento delle notizie 'mainstream'.

Non basta assumere l'atteggiamento di chi è 'impermeabile alle 'balle mainstream''.

Il rischio infatti è quello che per evitare di passare per utili idioti ci si trasformi in idioti inutili, o magari dannosi.

Ora, sul tema del 'riscaldamento globale' io capisco bene che la paffuta sosia svedese di Mercoledì Addams non aiuti a conferire credibilità al tema.

E tuttavia, se si vuole giocare ad un gioco in cui gli altri sono potenti e astuti, per ribattere non basta fingersi astuti, e non basta sostituire il potere che non si ha con un po' d'arroganza tranchant.

Vogliamo adottare uno sguardo critico, politicamente sospettoso e smaliziato sul riscaldamento globale? Benissimo, facciamolo.

L'idea astutamente critica sarebbe che il tema del riscaldamento globale è frutto di una congiura planetaria finanziata da 'poteri forti' per tutelare loro non meglio precisati interessi?

Può darsi. 
Ma se prendiamo questa strada 'politicamente smaliziata' e radicalmente scettica rispetto all'indipendenza delle verità scientifiche, allora facciamolo sul serio.

E gli argomenti su questo punto sono in seguenti:

1) I dati e i contributi scientifici sul cambiamento climatico e sulla sua presunta origine antropogenica sono oggi numerosissimi e preponderanti. Naturalmente è possibile in linea di principio che si tratti di dati e interpretazioni sistematicamente manipolati da interessi occulti. Ma se così stanno le cose, dovremmo spiegare com'è che tali dati e tali interpretazioni provengano da paesi e gruppi di ricerca dei paesi i più variegati e con interessi geopolitici opposti (USA, Giappone, Russia, Germania, Paesi Scandinavi, anche Cina). Chi c'è dietro a coordinare la congiura, la Spectre?

2) Qualcuno dice che sul tema del riscaldamento globale, vista la sua diffusione e il relativo consenso, ci deve essere senz'altro un qualche interesse economico occulto. 
Ora, in un sistema economico come quello contemporaneo qualunque tesi e qualunque posizione può essere trasformata in business per qualcuno. Il capitalismo può fare milioni vendendo gadget con la faccia di Che Guevara o di Fidel Castro (vendono più di Ayn Rand, questo è certo).

Figuriamoci se non si trova qualcuno che ha interesse che la tesi sul riscaldamento globale si imponga. Solo che, per il momento, esattamente quali sarebbero gli interessi potentissimi che 'fomentano la tesi del riscaldamento globale' non è chiarissimo.

Al contrario, quelli che avrebbero interesse a sostenere la tesi opposta sono piuttosto prominenti: al momento le più grandi capitalizzazioni disponibili sulle borse di tutto il mondo rimangono quelle legate al commercio degli idrocarburi, e mi par di ricordare che per gli interessi petroliferi fino a ieri mattina si sono fatte guerre e devastato popoli. Dunque che la tesi anti-riscaldamento globale sia stata tacitata dalla preponderanza degli interessi economici in gioco mi pare complicato da sostenere.

3) Supponiamo che quanto detto sopra sia irrilevante e che si sia in una situazione di perfetta equidistanza e indecidibilità intorno alla tesi dell'origine antropogenica del riscaldamento globale.

Non saremmo dunque in grado di dire se il fenomeno è credibile o meno: fifty-fifty.

Ora, però, se ci sono 50% di possibilità che l'aereo su cui voliamo precipiti e 50% di possibilità che arrivi felicemente a destinazione, tendenzialmente i più sarebbero propensi a prendere sul serio il rischio e agire in modo da salvarsi la cotica. 
Certo, c'è sempre il rischio che l'aereo arrivi a destinazione tranquillo e che tu faccia la figura di quello apprensivo. 
Però, a occhio e croce, meglio un apprensivo vivo che uno spavaldo spalmato su diversi acri di territorio.

Tecnicamente si chiama 'principio di precauzione'.

4) Infine, supponiamo anche che niente di quanto detto sopra abbia validità alcuna e che l'unica conseguenza da trarre dalle critiche al riscaldamento globale sia quella più banale: è una battaglia che mette in crisi un modello di sviluppo basato sul bruciare idrocarburi. Esattamente qual è il danno che trarre questa conclusione ci arreca? Ci guadagneranno i venditori di bici? Quelli di scarpe da ginnastica?

Certo, magari potrebbe venir fuori qualcuno a dire che per bloccare il riscaldamento climatico l'unica soluzione è dare tutto il potere a un dittatore mondiale. 
O fornire di motore nucleare ogni motorino. 
O sacrificare alla Dea Kalì mezza popolazione planetaria.
Chi può dirlo.

E però, se siete così astuti da non essere caduti finora in tutti questi sottilissimi tranelli dei 'poteri forti', un'obiezione rispetto a queste boiate riuscirete pure a formularla no?