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Radici

di Enrico Tomaselli - 27/07/2025

Radici

Fonte: Enrico Tomaselli

Sentiamo spesso dire che le radici culturali dell'Europa sono giudaico-cristiane. Viene detto talmente tante volte, che ormai sembra essere diventato un senso comune. Peccato che non sia affatto così. Fare una simile affermazione significa cancellare completamente una parte significativa - e fondante - delle radici culturali europee; significa eliminare tutto ciò che ha rappresentato la cultura greca, da quella micenea dell'Iliade all'ellenismo, significa eliminare la fondamentale influenza della cultura latina, dalla Roma repubblicana all'Impero, significa eliminare la cultura dei popoli celti, dall'Irlanda alla Francia, e significa eliminare - perché no - i secoli di dominazione islamica, dalla Sicilia all'Andalusia.
A ben vedere, sostenere la tesi delle radici giudaico-cristiane è a tutti gli effetti una operazione ideologica, che attraverso la rimozione di tutto ciò che non quadra con la tesi che si vuole imporre, punta ad una sostanziale mistificazione. Nella migliore delle ipotesi, quindi, le nostre radici sono pagano-cristiane.
Parlare poi di radici giudaiche, posta la scarsa influenza della cultura ebraica in Europa - non solo in quanto minoranza religiosa, ma anche in quanto minoranza 'settaria', estremamente chiusa in sé - è tanto più mistificatorio. Né varrebbe, a tal fine, sostenere che in fondo l'origine del cristianesimo sia ebraica. La figura di Gesù di Nazareth, infatti, non è riconducibile all'ebraismo - a meno di non accettare come vera un'altra mistificazione, ovvero che gli ebrei siano una razza, e non i seguaci di una religione. Indubbiamente si tratta di una figura nata tra le popolazioni semitiche che abitavano l'antica Palestina, e sicuramente il suo pensiero religioso - su cui poi altri fonderanno il cristianesimo - avrà risentito del pensiero ebraico. Ma non solo non era di fede ebraica - basti ricordare la sua opposizione col Sinedrio - ma era chiaramente interessato assai più ad un 'confronto' col mondo pagano di Roma, e ciò per una ragione fondamentale: mentre l'ebraismo era (ed è) una religione esclusiva, rivolta pressoché esclusivamente verso una comunità di 'eletti' per nascita, ritenentisi superiori a chiunque altro sulla terra per scelta divina, quella predicata da Gesù era una fede universalistica ed egualitaria.
Ma - come sottolinea Andrea Zhok - il problema dell'oggi è che, in ogni caso, quelle radici (pagano-cristiane) sono state in larga misura atrofizzate, e sostituite dalla 'religione' del capitalismo, con tutto ciò che implica - individualismo estremo, riduzione di ogni valore alla sua misura economica, scomparsa dei legami sociali… Che è poi ciò che Immanuel Todd identifica come causa prima della "Sconfitta dell'occidente".
Soprattutto a partire dalla seconda metà del novecento, la società europea è stata sottoposta ad un processo di 'capitalistizzazione culturale forzata' - niente affatto a caso coincidente con l'affermarsi dell'idea moderna di occidente (di fatto il mondo anglosassone), in cui l'Europa è stata inglobata recidendo quindi non solo le suddette radici culturali proprie, ma anche, conseguentemente, le connessioni storiche della cultura europea verso est (Eurasia) e verso sud (Africa e Medio Oriente).
Non è ovviamente un passaggio brusco, consumatosi nell'arco di qualche anno, ed aveva certamente - a sua volta - radici nella rivoluzione industriale e nel colonialismo. Ma quello che si è consumato, all'indomani della seconda guerra mondiale, è stato appunto un processo di svuotamento delle radici culturali europee, e della loro sostituzione con un sistema valoriale basato sulla 'ideologia' capitalista anglosassone.
Senza un recupero ed una attualizzazione delle nostre radici, è assai improbabile che si determinino le condizioni per recuperare la nostra autonomia e sovranità. E, ovviamente, non è una questione religiosa, di recupero della fede - scrivo da ateo - ma assai più profonda.