Rimpallo di notizie
di Antonio Catalano - 04/02/2024
Fonte: Antonio Catalano
Accade continuamente sui social, ma anche nelle comuni conversazioni private. Mi riferisco a quel continuo rimpallo di notizie più o meno stuzzicanti in genere imbeccate da stampa e tv nazionali, che di solito durano meno di una settimana, poi avanti un’altra. Per cui in molti ci si lascia andare all’esercizio dello sdegno o dell’approvazione per il fatto di turno. Una sorta di moralismo che consente di sentirsi a posto con la propria coscienza, quasi un biglietto da visita della propria identità morale da mostrare orgogliosi. Succede non solo per i fatti di cronaca, anche per quelli politici. Caso Ferragni. Approfittatrice, ingannatrice, poveretta, è stata ingannata eccetera. Caso Pozzolo. Ma come si fa ad andare a un cenone con una pistola in tasca, ecco vedi la destra ce l’ha nel sangue, macché una semplice circostanza, tutta una costruzione mediatica. Caso Salis. Oddio! ma ti pare, che bruti che sono questi ungheresi, ma che dici le manette e i ferri si usano anche in altri paesi, ricordi Tortora? Tra poco arriva Sanremo… Mi fermo, l’elenco è infinito. Per dire cosa scrivo queste righe? Semplicemente per mettere in evidenza che social o non social la modalità dell’approccio comune è quello antico da sala barbiere o parrucchiera. Va bene, ci sta pure. Ma la coscienza civica, nonché individuale, è bene saperlo, rimane sempre là, anzi, spesso sortisce l’effetto di addormentarla, impedendole di aprirsi a uno sguardo sul mondo meno pilotato, meno infantile. Ecco, dovremmo un po’ tutti sforzarci per prima cosa di selezionare le notizie importanti da quelle meno importanti o addirittura inutili. Perché non è necessario che si riempia il vuoto parlando di cose insignificanti, spesso stupide, meglio allora un sano silenzio. Ma ciò non basta, bisogna imparare a capire cosa cela una notizia, perché i padroni del discorso pubblico vogliono che la gente parli di quella notizia, e perché proprio in un dato momento. Sforzarsi quindi di andare oltre la cronaca propinata dai media, e aprirsi alla meraviglia di scoprire quello che viene occultato. La verità non è nella la realtà che si “vede”, ma nell’abitudine a scoprire il senso delle cose. Almeno, così mi pare.