Stati Uniti in Europa
di Antonio Catalano - 18/02/2024
Fonte: Antonio Catalano
A due anni dall’inizio della guerra Usa/Nato-Russia combattuta in terra ucraina dovrebbe essere ormai chiaro che principale obiettivo americano fosse quello di separare definitivamente l’Europa atlantica dalla Russia. In particolare, interrompere i pericolosi rapporti tra quest’ultima e la Germania, che aveva costruito la sua posizione di forza economica soprattutto grazie ai favorevoli prezzi delle materie prime russe. La capitolazione tedesca diventava definitiva con il sabotaggio anglo-americano dell'imponente gasdotto Nord Stream 2, fatto esplodere nel Mar Baltico nel settembre 2022, vergognosamente subito, senza batter ciglio, dalla classe dirigente tedesca.
Se quindi consideriamo sotto questo punto di vista la crisi innestata dalla crescente aggressività americana, culminata con il colpo di stato ucraino del febbraio 2014 con il quale si legittimava la libera azione di squadracce naziste (che infatti nel maggio dello stesso anno bruciavano vive nella Casa dei Sindacati di Odessa circa 50 persone che si erano rifugiate lì per sfuggire alla furia omicida di queste squadracce), e poi via via confermata dalla volontà di stringere in un angolo la Russia con esercitazioni Nato sempre più estese e minacciose e con la totale disattesa degli accordi di Minsk, è indubbio che l’operazione ucraina abbia conseguito il suo principale obiettivo. Quello, appunto, di separare definitivamente l’Europa atlantica dalla Russia. Un’Europa del tutto normalizzata e in tutto e per tutto organica alla strategia americana.
Tradito il sogno di un’Europa libera e unita, quello vagheggiato dal famoso “Manifesto di Ventotene” (1941) di Altieri Spinelli ed Ernesto Rossi? Macché! Lo “spirito” di Ventotene fu utilizzato come il sostrato ideologico sul quale costruire passo dopo passo quell’Europa sprezzante la sovranità dei popoli perché succube del dispotismo dei mercati finanziari, che ben conosciamo.
Il “sogno” europeo era nient'altro che un obiettivo strategico della potenza americana, ormai padrona in Europa occidentale, nella quale era intervenuta non certo per sconfiggere il nazismo ma per acquisire il controllo strategico di questa fondamentale area del pianeta.
Altro che umanitario il piano Marshall (1947), come ce la vogliono raccontare. Questo fu un colossale investimento americano – nato ufficialmente per “ricostruire” l’Europa ridotta a macerie dalla guerra – per rendere l’Europa occidentale parte integrante del mercato Usa, e pedina geopolitica di primaria grandezza. Non dimentichiamo che questa Europa era militarmente occupata dagli americani, non aveva quindi nessuna capacità di autodeterminazione.
Ma per sfatare del tutto il sogno romantico di un’Europa libera e unita è necessario sapere che gli Usa diedero vita nel 1949 a un organismo che aveva come obiettivo statutario quello della raccolta di fondi da destinare alla causa della europea. Questo organismo si chiamava ACUE, ovvero Comitato Americano per un’Europa Unita. Presieduto dal generale Williams J. Donovan, capo dei servizi segreti americani durante la guerra. Vicepresidente: Allan Dulles. Capo della CIA dal 1953 al 1961.