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Tra una balla e l’altra

di Marco Travaglio - 27/09/2025

Tra una balla e l’altra

Fonte: Il Fatto Quotidiano

A leggere Repubblica, la tanto sospirata terza guerra mondiale è finalmente scoppiata: “La battaglia dei cieli”, “caccia Nato respingono incursioni di jet russi sull’Alaska e al confine lettone”, “allarme delle capitali” per il “rischio aeroporti in tilt e incidenti ad alta quota… Gps accecati, voli civili coinvolti in azioni belliche”. Segue la mappa dei ben 9 “sconfinamenti russi” in 15 giorni. Poi l’unica frase sensata: “L’obiettivo è spaventare la popolazione”. Sì, ma della Nato e dei suoi trombettieri, visto che nulla di tutto ciò è mai accaduto. Così come i war game di Corriere (“Jet russi, altri sconfinamenti”), Stampa e Sole (“Jet russi intercettati in Alaska”), Messaggero (“Caccia russi nei cieli Nato”) e Foglio (“Putin invade i cieli Nato”). Cos’è successo nel mondo reale? Lo spiega Analisi Difesa: quattro F-16 russi hanno raggiunto altrettanti velivoli “nell’area di identificazione aerea in Alaska, dove Russia e Usa monitorano da sempre i movimenti aerei militari, ma all’esterno dei rispettivi spazi aerei. Nessuna violazione russa dello spazio aereo Usa”. Intanto due caccia ungheresi schierati in Lituania identificavano (non “intercettavano” né “respingevano”) cinque aerei russi: che, secondo lo stesso comando Nato, “non hanno violato lo spazio aereo lettone”. Volavano anche lì nel corridoio consentito. Zero sconfinamenti, zero battaglie. La stessa miseranda fine hanno fatto i falsi allarmi dei Paesi Ue che da un mese si danno il cambio per inventare un attacco russo al giorno. Il sabotaggio al Gps dell’aereo della Von der Leyen non è mai esistito. Il Mig-31 russo che, secondo Varsavia, ha sorvolato una piattaforma petrolifera nel Baltico non ha violato alcuno spazio aereo: parola delle stesse autorità militari polacche. Il famoso sconfinamento di Mig russi nei cieli estoni, secondo il comandante supremo Nato in Europa, gen. Grynkewich, è stato probabilmente accidentale, visto l’esiguo spazio aereo consentito nell’area. I droni, apoditticamente russi, sugli aeroporti di Oslo e Copenaghen sono decollati dalle vicinanze dei due scali: non dalla Russia. Per i cyberattacchi russi agli aeroporti del Nord Europa hanno fermato un hacker inglese a caccia di soldi. I 19 droni finiti in Polonia erano, nella migliore delle ipotesi, uno sciame lanciato dai russi su obiettivi ucraini e deviati oltre confine (involontariamente o apposta) dai jammer di Kiev; nella peggiore, un collage di pezzi di velivoli abbattuti in Ucraina e incollati col nastro isolante per la messinscena polacca. E il famoso drone russo che ha sfondato il tetto della casa in Polonia era un missile Usa lanciato da un jet polacco. Fortuna che quel giorno la Nato non aveva ancora deciso di abbattere i jet russi: appena lo farà, si sparerà nelle palle.