Ucraina: l'autocensura del Manifesto e il Ministero della verità
di Mario Porrini - 14/03/2022
Fonte: Italicum
Era tutto scritto! In un articolo redatto da Manlio Dinucci uscito su “Il Manifesto” lo scorso 8 marzo sotto il titolo “Rand Corp, come abbattere la Russia”, si riferiva ad uno studio della Rand Corporation uscito nel maggio 2019, nel quale erano indicate con impressionante precisione, tutte le azioni suggerite e puntualmente messe in atto dagli Stati Uniti, per ridimensionare l’influenza della Russia in Europa e nel mondo. Inserito sull’edizione online del giornale, il pezzo di Dinucci era stato fatto successivamente sparire perché troppo difforme dalla narrativa ufficiale.
Nell’articolo si spiegava come la Rand Corporation sia un’organizzazione globale di ricerca che sviluppa soluzioni per le sfide politiche che si avvale della collaborazione di 1.800 ricercatori e specialisti, reclutati da 50 paesi, che parlano 75 lingue, distribuiti in uffici e sedi distaccate in tutte le aree geografiche di rilevanza strategica. La Rand Corporation si autodefinisce “organizzazione no-profit e no-partisan” ma è ufficialmente finanziata dal Pentagono, dalla CIA e dalle altre varie agenzie di sicurezza nazionale statunitensi oltre che da potenti organizzazioni non governative e rappresenta una delle fonti di intelligence ed analisi politiche più affidabili per i presidenti degli Stati Uniti.
Quella che è la più influente think tank USA, si vanta di aver elaborato la strategia che ha permesso agli Stati Uniti di uscire vincitori dalla Guerra Fredda, costringendo l’Unione Sovietica a consumare le proprie risorse nell’estenuante confronto militare. Pur ridimensionata, la Russia di Putin continua ad essere un potente competitore degli USA, per questo si rende necessario perseguire una strategia a lungo temine che la indebolisca. Per raggiungere questo obiettivo, la Rand Corporation ha redatto uno studio denominato “Overextending and Unbalancing Russia”, pubblicato nel maggio del 2019, nel quale vengono analizzate varie azioni per costringere la Russia a sbilanciarsi, indicando per ciascuna di esse le probabilità di successo, i benefici, i costi e rischi per gli Usa.
Da questa analisi emerge come la maggiore vulnerabilità della Russia sia quella economica, dovuta alla sua forte dipendenza dall’export di petrolio e gas, i cui introiti possono essere ridotti appesantendo le sanzioni accrescendo, nel contempo, l’export energetico Usa. Per questo si deve fare in modo che l’Europa diminuisca l’importazione di gas naturale russo, sostituendolo con gas naturale liquefatto trasportato via mare da altri paesi, soprattutto dagli Stati Uniti che ne trarrebbero un ingente guadagno.
Per indebolirla ulteriormente, occorre incoraggiare le proteste interne e allo stesso tempo minare l’immagine della Russia all’esterno, espellendola da forum internazionali e boicottando gli eventi sportivi internazionali che essa organizza.
In campo geopolitico, armare l’Ucraina ed addestrarne l’esercito attraverso consiglieri militari, permette agli Usa di sfruttare il punto di maggiore vulnerabilità esterna della Russia ma qualsiasi aumento della fornitura di armi e della consulenza militare deve essere attentamente calibrato per tenere la Russia sotto pressione senza arrivare a un grande conflitto in cui essa avrebbe la meglio. Nel contempo, cercare di minare l’immagine internazionale di Putin, per presentarlo quale possibile pericolo per l’Europa. Per ottenere alti benefici, con bassi costi e rischi, occorre procedere all’accrescimento delle forze terrestri dei paesi europei della Nato in funzione anti-Russia ed investire maggiormente in bombardieri strategici e missili da attacco a lungo raggio diretti contro la Russia.
Calibrando ogni opzione per ottenere l’effetto desiderato – concludono gli analisti della Rand – la Russia finirà col pagare il prezzo più alto nel confronto con gli Usa che però dovranno investire nel campo militare grandi risorse finanziarie sottraendole ad altri scopi. Preannunciano così un ulteriore forte aumento della spesa militare Usa/Nato a scapito delle spese sociali.
Questa strategia studiata dal più influente think tank americano, vero e proprio centro di potere in mano ad oligarchie economiche, finanziarie e militari determina le scelte strategiche degli Strati Uniti alle quali si devono uniformare tutte le nazioni vassalle riunite sotto l’egida della NATO. Le opzioni sono la variante della stessa strategia di guerra le conseguenze della quale saranno pagate dai popoli europei.
Dopo la rimozione dell’articolo, Manlio Dinucci ha pubblicato questa lettera, rivolta ai lettori de “Il Manifesto”
L’8 marzo, dopo averla per breve tempo pubblicata online, la redazione del manifesto ha fatto sparire nottetempo la rubrica L’Arte della guerra anche dall’edizione cartacea, poiché mi ero rifiutato di uniformarmi alla direttiva del Ministero della Verità e avevo chiesto di aprire un dibattito sulla crisi ucraina.
Termina così la mia lunga collaborazione con questo giornale, su cui per oltre dieci anni ho pubblicato la rubrica. Un caro saluto ai lettori, che continuerò a informare attraverso altri canali.
Gli obiettivi che la strategia messa a punto in questo documento intendeva perseguire e le modalità con cui sono stati puntualmente raggiunti fanno sorgere qualche dubbio sulla narrazione che individua in Putin il solo ed unico responsabile di questa guerra. La richiesta, da parte di Dinucci, di aprire un dibattito sulla crisi ucraina, appare dunque del tutto legittima ma un confronto sereno e senza pregiudizi avrebbe rischiato di allargare ad altri soggetti le responsabilità di questa crisi sfociata in una guerra. Il presidente russo viene ormai indicato come incarnazione del Male Assoluto e come tale deve rimanere.
Il Manifesto ha dunque deciso, per dirla con Dinucci, di uniformarsi alle direttive del Ministero della Verità. Gli era stato infatti chiesto di modificarne il contenuto per supposti motivi di opportunità, al suo rifiuto, è scattata la cancellazione dell’articolo. L’auto-censura rappresenta la peggiore forma di servilismo ma al Manifesto possono stare tranquilli, sono in numerosa compagnia!