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Una cazzata liberale dopo l'altra

di Riccardo Paccosi - 19/10/2025

Una cazzata liberale dopo l'altra

Fonte: Riccardo Paccosi

Una Battaglia dopo l'altra è un filmino abbastanza gradevole sul piano del mero intrattenimento, ma la sua importanza risiede nel fatto che'esso fornisce alcune indicazioni su come intenda muoversi la sinistra globalista occdentale in questa fase storica di scacco causato dal potere per il momento inscalfibile di Donald Trump.
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In sostanza, i buoni del film sono i liberali globalisti e di sinistra, ovvero coloro che, organizzati in cellule rivoluzionarie, vogliono la totale deregulation dell'immigrazione, giacché identificano la "libertà" con l'accesso illimitato di aspiranti lavoratori - ma anche di aspiranti disoccupati e sbandati - nelle città americane, senza alcuna preoccupazione delle conseguenze.
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Se ci sono i buoni, ovviamente ci sono anche i cattivi, ovvero i liberali protezionisti e di destra che sono attualmente al potere, ovvero coloro che identificano la "libertà" col tornare a essere tutti armati come nel Far West e nell'inesistenza di un bene comune tipo quello basato sull'idea che la sanità pubblica possa curare gratuitamente gli ammalati. 
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In un caso come nell'altro, quindi, la libertà è identificata come fatto esclusivamente individuale che può e deve dispiegarsi anche qualora ciò implicasse la distruzione d'ogni qualsivoglia tipo di legame sociale. 
Quando ho finito di vionare il film, quindi, a parte un vaffanculo rivolto con tutto il cuore a entrambi gli schieramenti liberali che avevo visto combattere ininterrottamente per due ore e mezzo, non ho sentito di dover esprimere altro. 
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Curiosità n° 1: Il film sembra suggerire l'idea che occorra opporsi al trumpismo con la lotta armata. Dal momento che oggi la lotta armata clandestina non è possibile in ragione dello sviluppo delle tecnologie di controllo, forse la vera indicazione afferisce più genericamente alla visione denominata "dark woke" che teorizza come la sinistra debba risultare verbalmente violenta e del tutto intollerante, specularmente a come lo è divenuta l'Alt Rigt a partire dagli anni '90.
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Curiosità n° 2 pur non presentando alcuna idea di pianificazione socio-economica, i buoni del film sembrano rifarsi di tanto in tanto a suggestioni marxiste.
Se davvero la sinistra americana dovesse nel prossimo futuro rinverdire enunciati e simboli marxisti, questa sua mistificazione neoliberale troverebbe entusiastico appoggio da parte dei trumpiani e dei destri: a questi ultimi, infatti, non parrebbe vero di poter ottenere una conferma alla teoria del cosiddetto "marxismo culturale" che a loro dire indirizzerebbe le èlite capitaliste.
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Curiosità n° 3: L'assenza di gay e trans, in questo film, potrebbe indicare che la sinistra si sia resa conto del fatto che, almeno su tale argomento, la saturazione e la repulsione hanno ormai raggiunto il livello di guarda anche presso la propria base di simpatizzanti. 
Inoltre, in questo film abbiamo come al solito ostentazione di "girl power" ma esso non risulta più appannaggio di donne de-sessuate alla Rey Skywalker o Capitan Marvel, bensì di donne desiderose di accoppiarsi coi maschi proprio come quelle del mondo reale.