Uno, due e tre: per cosa stiamo combattendo? Per le guerre della NATO
di Pepe Escobar - 20/07/2025
Fonte: Giubbe rosse
L’intero spettacolo del Direttore del Circo non fa altro che accelerare il treno ad alta velocità dei BRICS/Global Sud del mondo.
Tutti voi veterani del Vietnam e renitenti alla leva riconoscerete da dove viene il titolo di questa rubrica. Certo, non siamo più alla fine degli anni ’60, quindi è ora di rinnovarla – senza bisogno di IA – ed espanderla: d’ora in poi, state pur certi che chiunque nel selvaggio West sarà costretto a combattere e/o subire tre guerre NATO sovrapposte.
Guerra numero 1
È l’Europa contro la Russia, ovviamente. Non più per procura: scottante e spietata, diretta. Considerando l’avanzata decomposizione dell’intero fronte ucraino, nuovi fronti stanno già proliferando: il Caucaso meridionale; operazioni clandestine nel Mar Baltico; la frenesia di reclutamento dell’MI6 in tutta l’Asia centrale; nuovi attacchi terroristici in arrivo nel Mar Nero, soprattutto in Crimea.
Il colonnello Lawrence Wilkerson ha centrato il punto in modo sintetico: siamo già alla Terza Guerra Mondiale. In realtà, siamo già immersi nel lungo preambolo della Terza Guerra Mondiale. Il direttore del circo di Washington e la classe di miliardari/donatori che lo sostiene sono ovviamente all’oscuro. Rileggere Keynes – Le conseguenze economiche della pace – è assolutamente necessario come mai prima d’ora. La storia (corsivo mio) si ripete. Eppure non siamo nel 1914 o nel 1935; ora potrebbero entrare in gioco le armi nucleari.
Il Cremlino e il Consiglio di Sicurezza russo sono pienamente consapevoli dell’elevata posta in gioco. Nella sua recente intervista a Kommersant, Sergei Shoigu ha persino snocciolato alcuni dati chiave della NATO per sottolineare la minaccia che la Russia si trova ad affrontare: oltre 50.000 carri armati e veicoli blindati; oltre 7.000 aerei da combattimento; oltre 750 navi da guerra; 350 satelliti militari e civili; un immenso budget per l’offensiva (il corsivo è mio).
Ebbene, ciò che l’astuto Shoigu non ha detto è che, quando si arriva al dunque, basta che il signor Khinzal, il signor Sarmat, il signor Zircon e il signor Oreshnik consegnino qualche biglietto da visita strategico per paralizzare l’intera macchina della NATO nel giro di pochi minuti.
Guerra numero 2
È l’Impero del Caos contro l’Iran nell’Asia occidentale, con Eretz Israel come attore principale e per procura.
Il direttore del circo, la cui unica “strategia” è quella di architettare loschi affari per arricchire sé stesso e i ciarlatani della sua cerchia ristretta, sogna un’Asia occidentale incentrata su Israele, un incrocio tossico degli Accordi di Abramo 2.0 con il corridoio IMEC, creando, come lo ha definito Alastair Crooke, “un’Asia occidentale guidata dagli affari, centrata su Tel Aviv (con Trump come ‘presidente’ de facto) e, attraverso questo corridoio di connettività commnerciale, in grado di “colpire ancora più lontano, con gli Stati del Golfo che penetrano nel cuore dell’Asia meridionale dei BRICS per interrompere la connettività e i corridoi dei BRICS”.
Usare gli arabi contro i BRICS non basterà, nemmeno con MbZ negli Emirati Arabi Uniti e MbS in Arabia Saudita, che hanno entrambi capito che la truffa aziendale funzionerà solo se ci sarà una vera pace a Gaza, una sorta di soluzione umanitaria per i palestinesi e la ricostruzione della Striscia di Gaza.
Il culto della morte di Tel Aviv non permetterà mai nulla di tutto ciò: il loro piano è ucciderli tutti, rubare tutta la loro terra e sradicare la loro cultura. E mentre il genocidio continua – pienamente legittimato dalla NATO – il culto della morte continua a bombardare qualsiasi cosa gli capiti a tiro, perpetrando la balcanizzazione della Siria ed espandendo Eretz Israel.
Guerra numero 3
È la NATO contro la Cina. Già deciso nell’ultimo vertice dell’Aia, parallelamente alla guerra in corso contro la Russia.
Ma in realtà la truffa è molto più grande: è la guerra della NATO contro i BRICS.
Lo ha annunciato, con nonchalance, quell’indicibile mediocrità olandese che fa sembrare l’ex pezzo di legno norvegese Stoltenberg una stella della fisica quantistica. Il Segretario Generale della NATO, Rutti Frutti, ha minacciato direttamente India, Cina e Brasile, ordinando loro di “chiamare Putin” per impedire a “Papà” Trump di scatenare il suo prossimo capriccio tariffario (TTT).
Pechino non sta certo sudando. La Cina ha umiliato il direttore del circo non arretrando di un centimetro nella sua guerra commerciale/daziaria. La Russia ha umiliato il direttore del circo non essendo stata costretta a un patetico “cessate il fuoco” – come consentire alla NATO di riarmarsi. L’Iran ha umiliato il direttore del circo non firmando una resa incondizionata. Gli Houthi hanno umiliato la Marina statunitense – questa sì che è una storia da ricordare – costringendo il direttore del circo a un cessate il fuoco dopo un bombardamento fallito da 1 miliardo di dollari.
Lula in Brasile sta per umiliare il direttore del circo affermando la sovranità brasiliana di fronte a una guerra commerciale e finanziaria totale (Trump ha persino minacciato di tassare il popolare sistema di pagamento digitale brasiliano, PIX). Se colpita da dazi del 50%, Lula ha affermato che Brasilia colpirà l’Impero del Caos in base a una legge di reciprocità.
L’intera faccenda del Direttore del Circo, con ogni colpo di scena avvolto in diversi strati di arroganza e vuote fanfaronate, non fa che accelerare il treno ad alta velocità BRICS/Sud del mondo, che ora si configura sempre più come un’alleanza geoeconomica, geopolitica e geostrategica di proporzioni transcontinentali, riaffermata al vertice di Rio.
Tutto ciò, ovviamente, è stato guidato da quello che ho descritto come il nuovo triangolo Primakov: il nuovo RIC, Russia, Iran e Cina, con le loro partnership strategiche interconnesse. Non a caso, diversi accademici cinesi di spicco stanno iniziando a concettualizzare l’emergente ambiente “post-occidentale” con due nuove “I” nei BRICS: Iran e Indonesia, non l’India, dovrebbero essere al centro dei BRIICS.
Nel frattempo, in Europa, l’analisi di Tricontinental ha notato come il guerrafondaio cancelliere tedesco ex BlackRock, abbia promesso “650 miliardi di euro nei prossimi cinque anni per la spesa militare al fine di raggiungere l’obiettivo del 5% [della NATO] entro il 2035”. Ciò significa che Berlino sarà costretta a raccogliere “circa 144 miliardi di euro all’anno”, attraverso, come se non bastasse, austerità e debito, che si sono tradotti in enormi tasse aggiuntive per i consumatori tedeschi.
Questo, in sintesi, è il “programma” per l’intero, frammentato, collettivo Occidente nel prossimo futuro: austerità per tutti (tranne lo 0,01%); e guerre della NATO, non diamanti, per sempre.
unz.com - Traduzione a cura di Old hunter