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Visitare gli ammalati

di Giannozzo Pucci - 21/11/2020

Visitare gli ammalati

Fonte: Giannozzo Pucci

Poiché la quinta opera di misericordia “visitare gli ammalati” la pandemia attuale ci vieta di praticarla, ho riflettuto a lungo prima di mettere giù alcune righe solo sul tema della riorganizzazione della sanità.
 Sono stato sempre contrario alla chiusura dei piccoli ospedali perché mi ero accorto delle maggiori possibilità di rapporto col volontariato e con la gente e anche di gestione a risparmio (per economie di scala rovesciate) e li ripropongo anche come congeniali a un grande rafforzamento della medicina del territorio.
Mi sembra che l'iniziativa delle 7 opere di misericordia politica abbia ragioni strutturali.
Il nostro sistema democratico, in cui le maggioranze durano quando va bene 5 anni e che spesso si assomigliano, indipendentemente dal colore, nella filosofia delle decisioni che prendono, compreso lo sport di considerare sbagliato quello che ha fatto la giunta precedente che a volte investe proprio le decisioni migliori, non riesce a investire nel lungo periodo. Il nuovismo ideologico diffuso, fa considerare superate realtà vecchie anche di pochi anni e a ogni elezione si ricomincia da zero stratificando ben poche memorie nelle stanze politiche.
Tutto ciò contrasta radicalmente con la natura, che si basa su cicli perenni.
In realtà ci sono interessi maggiori, più forti delle rappresentanze politiche a cui queste si piegano quasi in una sorta di contro-etica solo per questioni finanziarie, che sia per corruzione o sacro rispetto dei grandi capitali datori di lavoro ecc.
In alcuni casi particolari un Cincinnato potrebbe essere utile, ad esempio a Roma dove la situazione è così incistata da anni che per risolvere qualcosa e superare i ricatti potrebbe valere un commissario almeno quinquennale (purché sia una persona giusta come Pinuccia Montanari). Ma in generale non vedo la possibilità di riequilibrare l’influenza delle lobby usuraie devastanti che guidano i canti delle sirene oggi, se non con la crescita di un ampio movimento di idee e volontà pratiche che cambi non solo la natura del mercato ma anche la pressione e l’influenza sulle singole decisioni.
L’idea non sarebbe del tutto impossibile, perché in certi argomenti esistono già grandi maggioranze di fatto, ad esempio da anni sono ben poche le farmacie in Italia che non tengano farmaci omeopatici, sono quasi inesistenti i supermercati che non hanno almeno uno scaffale di prodotti biologici, almeno per il momento il 5G non sfonda: l’impresa lo ignora e l’utente lo snobba. Si tratta però di sviluppare questi cambiamenti culturali in una volontà politica fra la gente, al di là delle origini ideologiche, per grandi progetti di trasformazione ecologica del paese. Basterebbe unire il 3% dei cittadini motivati per fare una pressione determinante sulle istituzioni a modificare le leggi ingiuste.
È chiaro che la salute dipende moltissimo dalla sanità dell’alimentazione, dalla purezza dell’acqua e dell’aria, dalla qualità dei nostri vestiti e dai modi come sono fatte le nostre case, rioni e città, la cui bellezza influisce non poco sul nostro benessere, per questo tutte le opere di misericordia politica  devono essere considerate inseparabili dal visitare gli ammalati.