Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / L'Iraq, l'operazione "sicurezza" e i 1861 morti delle ultime settimane

L'Iraq, l'operazione "sicurezza" e i 1861 morti delle ultime settimane

di Naoki Tomasini - 03/04/2007

Il presidente Talabani annuncia: ''l'esercito del Mahdi non è più attivo''
Il presidente iracheno Jalal Talabani, ha dichiarato oggi che la milizia sciita del Mahdi, guidata dal religioso Moqtada al Sadr, non è più attiva nelle regioni sunnite. Le violenze in Iraq sono ancora all'ordine del giorno e, secondo alcuni esperti, sono anche aumentate, ma la dichiarazione di Talabani indica che, in qualche modo, il circolo delle violenze e delle vendette settarie è stato interrotto. Anche se forse a spese degli sciiti iracheni.
 
Soldato Usa durante una perquisizione a BaghdadStop agli attacchi. Secondo la rete britannica Bbc, lo stop alle attività dell'esercito del Mahdi è venuto dallo stesso Moqtada Sadr, che lo scorso 14 marzo aveva invitato i suoi sostenitori a cessare gli attacchi. Secondo il presidente iracheno e l'amministrazione Bush, invece, l'inattività delle milizie sciite è una conseguenza del successo dell'operazione militare per la sicurezza, in corso da sei settimane nella capitale. “La gente ha iniziato a collaborare con le forze di sicurezza contro il terrorismo” ha dichiarato Talabani lodando il piano, “per non parlare del fatto che l'esercito del Mahdi è diventato inattivo” ha concluso, spiegando che da giorni non ci sono notizie di denunce di attacchi contro i civili sunniti.
 
Miliziano del MahdiTal Afar. La scorsa settimana miliziani sunniti hanno attaccato la città di Tal Afar, nel nord del paese, con due camion bomba che hanno provocato la morte di 152 sciiti e il ferimento di oltre 500 persone. É stato uno degli attacchi più sanguinosi dall'inizio della guerra, ma non l'unico episodio contro gli sciiti: solo nella scorsa settimana le vittime sciite sono state più di 400. Prima, ad ogni attacco sunnita seguiva una ritorsione da parte delle squadre della morte sciite, tra cui l'esercito del Mahdi. Un meccanismo da guerra settaria riproposto anche dopo l'attacco di Tal Afar, che è stato seguito da decine di omicidi di civili sunniti. Negli ultimi giorni invece, pare che i tentativi di attacco da parte dei miliziani sciiti siano ripetutamente falliti. Secondo Joost Hillerman, analista dell'International Crisis Group, i gruppi sunniti hanno alzato il tiro per “provocare Moqtada Sadr e spingerlo a reagire con nuovi attentati, esponendo così le sue milizie agli attacchi da parte delle forze Usa, che ultimamente hanno arrestato e ucciso numerosi elementi dell'esercito del Mahdi”.
 
Carri armati Usa a Sadr CityOperazione sicurezza. L'operazione per la sicurezza a Baghdad si è concentrata soprattutto contro le squadre della morte sciite, responsabili delle violenze settarie e infiltrate nella polizia, nonostante il fatto che la maggior parte degli attacchi contro le truppe statunitensi sia stata opera di miliziani sunniti. Dall'inizio di marzo le truppe Usa compiono raid e arresti nelle strade del sobborgo sciita di Baghdad, Sadr City, ma non sono state in grado di proteggere i civili dagli attacchi. “Questi eventi dimostrano che il piano di sicurezza deve essere gestito dagli iracheni, non dagli americani -dichiara un parlamentare sciita- . Il movimento di Sadr viene attaccato mentre gli estremisti (sunniti, ndr.) sono liberi di muoversi nel paese e fare quel che vogliono”. Il numero delle vittime a marzo è stato di 1861 persone ma, nonostante questa mattanza, il senatore Usa John Mc Cain ha dichiarato al Congresso che: “Gli americani non hanno una chiara immagine di quel che accade in Iraq. Non vedono il crollo degli omicidi, l'istituzione dei posti di controllo nelle città e tutti gli altri progressi fatti”.